Quest’oggi voglio raccontarvi di come arrivammo quasi all’estinzione, non più di un secolo e mezzo fa
A quei tempi il mondo era fortemente in disequilibrio. Il vecchio non voleva lasciare lo spazio al nuovo e come conseguenza grandi forze contrapposte si scontravano le une con le altre, causando tra le genti molto dolore, smarrimento e paura.
Accecato dai piaceri smodati verso il denaro, i beni materiali e verso gli eccessi carnali, l’uomo viveva uno dei periodi di imbarbarimento più foschi di tutta la sua storia: ragazzi non più che ventenni venivano arruolati subdolamente per andare a combattere guerre mascherate da missioni di pace, che altro scopo non avevano se non depredare le risorse petrolifere di paesi sovrani; in patria, i connazionali continuavano a consumare quelle stesse risorse, strappate via con vampiresca bestialità, senza chiedersi se fosse giusto, se qualcuno avesse sofferto per quell’insensata spirale distruttiva, atta solo a scavare più velocemente la fossa ad un’umanità che, ignara, correva bendata incontro al precipizio.
Poi un giorno accadde.
Le risorse petrolifere incominciarono a scarseggiare davvero e l’illusoria, confortevole e consumistica realtà, in cui si beava buona parte del mondo, svanì di colpo e presentò il conto di secoli e secoli di insensata follia predatrice nei confronti delle esauribili risorse terrestri, risorse su cui si basava l’esistenza stessa dell’essere umano.
I trasporti iniziarono a viaggiare a singhiozzo, i supermercati ad essere riforniti sempre più di rado.
Rivolte sempre più grandi scoppiavano con sempre maggior frequenza nelle sovraffollate metropoli, la cui dipendenza nei confronti delle energie fossili era ancora drammaticamente, spaventosamente altissima.
Con sempre più morti per le strade, i governi si sentirono autorizzati a inserire un chip sottocutaneo nelle persone, così che potessero controllare in ogni momento i loro spostamenti e prevedere in anticipo gli assembramenti che avrebbero dato luogo alle rivolte.
Mentre la gente moriva di fame, nella solitudine e nell’indifferenza generale, i rivoltosi e i sobillatori venivano individuati e arrestati.
In circa dieci anni la popolazione si dimezzò e di nuovo nel decennio successivo e poi ancora e ancora, finché, nel giro di cento anni non rimasero che 500.000.000 di persone sul pianeta.
Parallelamente, di fronte al fallimento dell’ordine sociale su cui l’uomo aveva basato per millenni la sua esistenza, si comprese finalmente quanto potesse essere inutile e autodistruttivo il sistema denaro che aveva imperato fino a quel momento. S’iniziò a produrre e a distribuire in funzione del nutrimento delle persone, con il fine di salvare quante più vite possibile.
Lentamente, si ricreò un equilibrio tra le risorse disponibili e il numero di abitanti che fosse fattibile sfamare. La tecnologia tornò a fiorire e libera dalle catene del profitto iniziò a creare tutti quei comfort di cui oggi voi, giovani menti consapevoli, potete beneficiare. Una tecnologia a misura d’uomo, creata per sollevarlo dagli impegni più deleteri e faticosi e per offrirgli tempo da dedicare a l’unica cosa che possa dare veramente senso alla sua vita: la spiritualità.
Perché, sì, ragazzi miei, non ci sarà mai nessun generatore di energia o sistema robotizzato che possa eguagliare in importanza la ricerca del proprio vero sé, che curiosamente ed ironicamente accomuna tutti quanti noi.
Tenetelo bene a mente mie giovani menti. Voi, che oggi, a neanche 10 anni, siete già in grado di parlare sei lingue diverse, che potete avere accesso a qualunque tipo di informazione, che avete imparato ad avere così tanta coscienza delle forze che vi circondano al punto di librarvi in volo se solo lo desiderate, non scordate mai l’importanza che riveste la ricerca oltre i vostri sensi, dentro e fuori voi stessi. Anche adesso, che avete il privilegio di vivere in un mondo quasi ideale, non scordate mai che tutto è transitorio, che ogni cosa in questa dimensione è ciclica e che deve necessariamente conoscere un periodo di nascita, crescita ed inevitabilmente di declino e morte per permettere al tutto di continuare ad esistere e rinnovarsi.
Per ultimo, non appoggiatevi mai troppo al vostro ego, perché così grandi sono i dolori che possono scaturire da esso.
Ho visto cosa può succedere.
Sì, perché io ero lì a quei tempi, ad osservare gli ultimi anni dell’età del ferro dell’essere umano. A guardarlo nelle sue boriose convinzioni, nella sua cecità, nel suo credersi indistruttibile e mentre passava da un sollazzo a un altro, mentre con infantile presunzione continuava a consumare, inquinare e devastare l’unico pianeta adatto alla sua esistenza, non si accorgeva di quanto potesse essere effimera e precaria la sua vita, così facile da spazzare via, con un semplice alito di vento.
Solo pochi capirono.
Quegli stessi che hanno permesso a voi di continuare ad esistere su questo bel pianeta, finalmente tornato verde e attraversato nuovamente da aria pura e salubre.
Con lungimiranza, si riunirono in piccole comunità praticamente invisibili agli occhi dei più. Mentre il mondo, come un drogato in crisi d’astinenza, continuava la sua smodata ricerca di idrocarburi per dilungare un poco di più la sua agonia, loro misero a punto sistemi per produrre energia in maniera naturale. Fecero della parsimonia e dell’efficienza le loro parole d’ordine.
Mentre tutto, fuori dalle loro piccole isole, era competizione e ruberia, loro riscoprirono con gioia la bellezza della collaborazione, dalla quale ne derivò subito una ritrovata onestà.
Fu così che lontano dall’orrore di un mondo morente, in queste piccole arche di salvezza, vennero gettati i semi del mondo nuovo, del mondo equilibrato, della nuova speranza.
Vi lascio con il cuore leggero giovani e meravigliose anime, perché so che il mondo è di nuovo in buone mani.
Sono riuscito nel mio cammino a togliere il lucchetto a molte porte. Una di queste mi ha consentito, seppur abitando corpi diversi, di poter osservare il mondo abbastanza a lungo da potermi sentire sicuro. Sicuro che ne avrete cura, che porterete finalmente l’esistenza umana in perfetta armonia con la terra che ci ha amorevolmente consentito di sperimentare così tanto nelle sue lunghe ere.
Parto adesso per il mio ultimo viaggio, quello più bello, quello della riunione. Vi aspetterò tutti quanti di là e insieme attenderemo che l’universo dia inizio ancora una volta ad nuovo giro di giostra.
Un bellissimo e stupendo gioco, che non avrà mai fine.»
Max Massa
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