Il processo di trasformazione alchemico si basa sulla pratica del Solve et Coagula (sciogli e riunisci)
Sciogliere il Piombo per trasformarlo in Oro non vuol dire creare l’oro materiale, ma disgregare la corazza che gli Ego formano attorno al Nucleo d’Oro, dove gli opposti abitano in forma congiunta, per accedere al nostro vero Sé.
In questi anni in cui proliferano tecniche e metodi che promettono il cambiamento e la crescita personale, dai più scientifici ai più esoterici, dai più banali ai più complessi, dai meno costosi ai più proibitivi, appare ancora valido e attuale un antico corpus teorico che da migliaia di anni custodisce il segreto della trasformazione: l’Alchimia.
Nota ai più per il risultato manifesto che promette, vale a dire la trasformazione del piombo in oro, l’Alchimia è piuttosto l’arte della trasmutazione dell’energia, l’arte della trasformazione del Sé, una trasformazione interiore che sincronicamente si verifica nell’intimo dell’alchimista. La trasmutazione esteriore procede di pari passo a quella interiore, attraverso un processo di profonda conoscenza, presa di coscienza e consapevolezza. Ma solo conoscendo perfettamente le forze che entrano in gioco nella regolazione del mondo materiale, l’alchimista può arrivare a riconoscere ed estrarre dalla materia pura (l’Oro) le impurità che così tanto la affliggono e che la rendono Piombo. Carl Gustav Jung chiamava questo percorso processo di individuazione (Jung, 1934), un processo metaforicamente rappresentabile da un cammino che ha per meta la completa conoscenza di se stessi, il contatto col vero Sé, la scoperta di quanto è celato alla coscienza, l’inconscio.
Solve et Coagula
Il processo di trasformazione alchemico si basa sulla pratica del Solve et Coagula, vale a dire, sciogli e riunisci. Inizia con la distruzione, lo scioglimento della forma della materia (chiamata anche Sale), per liberarla da tutte le impurità, fino a ridurla alla materia prima che l’aveva generata, ed essere poi ricostruita in altra forma (Albanese, 2013).
Questa fase dell’Opera prende il nome di nigredo, o Opera al Nero, ed è appunto la fase della distruzione, della disgregazione. Qui la materia grezza è posta dall’alchimista in un crogiolo, e fatta cuocere lentamente nel forno alchemico chiamato Athanor. Allo stesso tempo, il Solve deve agire anche a livello interiore, dove la liberazione dalle impurità equivale all’individuazione, e alla conseguente distruzione, degli Ego. Il crogiolo è rappresentato dall’attenzione sostenuta verso l’individuazione e la disgregazione degli Ego, mentre il fuoco che deve ardere nell’Athanor altro non è che la volontà di cambiare e l’Amore per il nostro vero Sé.
La legione degli Ego
Nello Gnosticismo Ermetico, ciò che comunemente chiamiamo Io, oppure Ego, è di fatto inteso come il risultato dell’interazione derivante da un insieme di istanze separate, gli Ego. Chiamati anche aggregati psichici, gli Ego sono elementi negativi, entità psichiche che impediscono il risveglio della Consapevolezza, per la loro capacità di sequestrare il pensiero e impedirgli così di contattare il nostro vero Sé.
Gli Ego hanno la caratteristica di attivarsi in maniera automatica, come reazione a eventi esterni o interni, cioè anche solo immaginati. Ogni Ego porta con sé uno specifico programma che agisce sulla mente (producendo specifici pensieri), sulle emozioni (facendo vivere rabbia, paura, gioia, tristezza, e così via), e infine sul corpo (portando ad agire fisicamente in modo predeterminato). Una caratteristica secondaria degli Ego è quella di elaborare categorie, e di includere il mondo intero all’interno di queste, dividendo la realtà in coppie di opposti. Perché, di fatto, la realtà consiste di unità, costrette però a manifestarsi alla coscienza umana solo in termini di polarità, a causa della presenza degli Ego.
Sciogliere gli Ego
Liberarsi dalle impurità equivale a liberarsi dagli Ego. La via principale per la liberazione è la meditazione. “Nessuno può davvero conoscere se stesso”, scrive Gerhard Dorn, studioso di alchimia ed ermetismo “se prima non veda e sappia, con l’assidua meditazione e con lo studio delle Sacre Scritture, che cosa egli stesso sia, e ancor più da chi dipenda o a chi appartenga, per quale fine sia stato creato e come”. La meditazione è infatti la miglior pratica per la conoscenza di sé e per distaccarsi dagli automatismi egoici. L’assidua meditazione, accompagnata da un consapevole e costante lavoro di riconoscimento e di demolizione degli Ego, è la condizione necessaria, anche se non sufficiente, per operare la nigredo.
Il progressivo scioglimento degli Ego renderà sempre più possibile l’accesso al Nucleo d’Oro, custodito nel cuore di ognuno. splendor_solis_04Il Nucleo d’Oro rappresenta la congiunzione degli opposti, l’Unità, l’Uno originario che, pur apparendo indivisibile nella sua armonia, è costituito da due parti, rinchiuse nella materia spessa e pesante, il Sale. Le due parti che formano il Nucleo sono il Re e la Regina, il principio maschile e femminile (a loro volta simboleggiati dall’Oro/Sole/Zolfo e dall’Argento/Luna/Mercurio) due principi inaccessibili alla mente razionale, che devono trovarsi in parti uguali, e pertanto in equilibrio, affinché la trasformazione, la trasmutazione, possa avvenire (Anonimo, 1963).
Il Sale, la materia, forma attorno al Nucleo d’Oro una corazza impenetrabile che, all’atto pratico, è costituita da tutti i condizionamenti dell’Ego. E finché l’Ego non si perde, finché il Piombo non inizia a perdere le sue impurità, il Re e la Regina rimangono inaccessibili e se ne può percepire l’esistenza solo per via indiretta, esperendo il mondo come conseguenza della dialettica tra opposti. E l’unico modo possibile per entrare in contatto col Nucleo d’Oro, per operare la congiunzione degli opposti, è quello di creare una breccia nella corazza costituita dai condizionamenti dell’Ego, sciogliendone lentamente la superficie (Albanese, 2013).
articolo di Francesco Albanese
Fonte:http://www.visionealchemica.com
Giovanni Ranella
Non credo vi possa essere impresa da intraprendere piu’ ardua, rischiosa e salutare di questa. Alla fine credo che proprio in questo senso di costante lotta interiore ispirata dalla Grazia convergano i significati ultimi dell’esistenza umana. Ogni altra finalita’ altro non sarebbe che una continua reiterazione dell’antico inganno. Saluti