The Apocalypse has begun
L’umanità è alla fine e non si tratta di un “canto del cigno”. Nessuna eleganza nel trapasso, nessuno stile, nessuna grandezza, solo schiamazzi, frastuono insensato, bocche spalancate che vomitano insulti disperati e avanzano pretese folli. Il tutto, dentro uno scenario, se possibile, ancor più folle con un pianeta in stato di profondo squilibrio e che sta crollando rovinosamente sotto il peso, divenuto ormai insostenibile, del cancro tecnologico. Un male oscuro che ha prodotto mostruose metastasi in forma di gigantesche metropoli, mostri di cemento e metallo che prosciugano ogni residuo vitale, trasformando il giardino che, un tempo, fu la terra in un luogo di morte e desolazione.
La madre è morente per la follia di figli insensati e violenti, progenie distruttiva e maledetta che sta per esser spazzata via dalla furia scatenata dalla sua stessa follia. È tutto sotto i nostri occhi, basta descriverlo.
L’apocalisse è già iniziata e questo sembra essere evidente a tanti. In effetti, sono molti gli individui che mi manifestano, non richiesti, la convinzione, a volte più simile a un desiderio, che tutto sia giunto alla fine. È come se, riguardo alle persone, fosse ormai più che evidente un aumento costante del “male di vivere”, una difficoltà crescente nel riuscire a tenere (prima ancora che smaltire) lo stress che gli attuali modelli sociali impongono a ciascuno di noi. Come se l’umanità (e c’infilo sicuramente sia l’oriente, sia e più in specifico l’islam) dopo avere imboccato la via senza ritorno del “progresso” tecnologico, nel tempo attuale si muovesse verso la sua fine a una velocità che aumenta in modo esponenziale.
Vorrei, inoltre e a dispetto del tono enfatico dello incipit, specificare che sono lontanissimo da qualunque valutazione d’ordine morale così come da ogni preoccupazione rispetto al destino della razza umana e che, di conseguenza, non ho alcun interesse verso qualsiasi soluzione del “problema” in discorso, quale che sia. Ciò che, invece e almeno in questo frangente, mi muove è il desiderio, forse un po’ sadico, di descrivere quel che sta accadendo e che potrebbe (ovviamente in via ipotetica) verificarsi nel prossimo periodo, dal punto di vista di uno scenario realmente apocalittico.
Because, finally, this is what’s happening … right here, right now.
Psychic Entropy, Missing Lies and Rules
Altrove (La Formazione del Doppio e La Teoria dei Campi Psichici, il secondo già pubblicato, il primo di prossima pubblicazione), ho teorizzato l’esistenza di un parametro specifico che misura la capacità di produrre lavoro da parte dei Campi Psichici (e, di conseguenza, delle Eggregore). L’ho chiamato entropia psichica o psicoentropia e ritengo sia uno dei fondamenti dell’Apocalisse. In quei lavori, ho formulato l’ipotesi che l’aumento della velocità di circolazione d’informazioni progressivamente attuata dalla rivoluzione industriale (seconda metà del ‘700), dall’avvento del petrolchimico (inizio ‘900) e da internet (fine ‘900), abbia determinato un drammatico aumento psicoentropico, causando, soprattutto con internet, una tragica diminuzione della capacità di produrre lavoro da parte del sistema costituito dall’Eggregora umana.
Ora, per comprendere il meccanismo alla base del funzionamento della psicoentropia è fondamentale chiarire cosa s’intende per “lavoro” in relazione sia al singolo Campo Psichico, sia a un’Eggregora la quale, ricordo, può essere definita come un insieme di Campi Psichici uniti da uno scopo condiviso.
Molto bene, immaginatevi in atto di conoscere una nuova persona e, nella circostanza, di provare per essa una certa curiosità. Diciamo, poi, che tale curiosità è ricambiata e che, in conseguenza di ciò, fra voi due inizi una relazione la quale può essere di varia natura: amicizia, sesso, odio intenso. Dosn’t matter poiché la specifica emozione generata non è rilevante ai fini del funzionamento del meccanismo che sto descrivendo.
In specifico, quel che accade è che fra voi due esiste una reale differenza di potenziale relazionale determinata dalla tensione generata dal fatto che non vi conoscete. Tale tensione, variamente morbosa, è il vero motore della relazione e sino a che esisterà, ciascuno dei protagonisti continuerà a nutrire interesse per l’altro (ripeto, le forme di tale interesse non sono in discorso). In altre parole, l’intera relationship è descrivibile come il bicchiere d’acqua nel quale è stato messo del ghiaccio. Sino a che sarà presente del ghiaccio (sino a che vi saranno aspetti nascosti dell’altra personalità), il sistema continuerà a produrre lavoro, ossia continuerà a generare curiosità morbosa e, di conseguenza, la relazione andrà avanti. Viceversa, quando tutto il ghiaccio sarà sciolto, l’entropia sarà massima e il sistema sarà morto (la relazione, finita).
La cosa interessante, è che l’intero meccanismo appena descritto basa se stesso sulla menzogna. Più specificamente e in psicologia, si parla di meccanismi proiettivi i quali sono, di fatto, l’aspetto inconscio del mentire a se stessi e agli altri. Le persone proiettano continuamente all’esterno i propri contenuti inconsci, un’azione che trae immediata forza e legittimazione dal senso d’inadeguatezza e, di conseguenza, da ciò che Gurdjieff chiamava “considerazione”. In altre parole, le persone mentono continuamente per farsi accettare e, il più delle volte, agiscono in modo del tutto inconsapevole.
Alla luce, quindi, di quanto premesso, dovrebbe essere facile notare come l’aumento del parametro psicoentropico renda più difficile la menzogna. Sin tanto che esistono zone d’ombra in entrambi i protagonisti della relazione, queste favoriscono gli atteggiamenti poco trasparenti perché ciascuno, nel profondo, sa che l’altro mente esattamente come sta facendo lui. E una conseguenza rilevante consiste nel fatto che è la stessa morbosità di Mente a generare nel singolo il bisogno di mentire giacché, ad esempio, la menzogna riesce, in un rilevante numero di casi, ad allungare il brodo della relazione stessa (in altre parole, a rallentarne l’effetto psicoentropico), ritardando il momento nel quale tutto il ghiaccio sarà sciolto e l’illusione finita.
So, this is the second element of the schema: the lie. Il primo, la psicoentropia, accelera la morte del sistema, mentre il secondo, la menzogna, la rallenta. Al punto che potremmo ipotizzare un rapporto preciso fra questi due parametri. Un rapporto in base al quale se il limite psicoentropico tende a zero (nascita dell’umanità), la menzogna tende a infinito. Viceversa, con entropia che tende a infinito, la menzogna tende a zero (morte dell’umanità, tempo attuale).
Tuttavia, questo pattern di base non è tutto quel che c’è poiché, se le cose fossero davvero così semplici, l’umanità sarebbe arrivata al capolinea da diverso tempo e questo perché lo schema descritto, moltiplicato per miliardi di persone e reiterato nel tempo, avrebbe accresciuto molto velocemente la sua psicoentropia.
A causa di ciò il sistema (l’Eggregora umana) s’è dotato, in ogni epoca e a qualunque latitudine, di una configurazione rigidamente gerarchica con, alla base, una particolare struttura nucleare, la famiglia, alla quale ha delegato un unico, fondamentale compito: tenere al riparo il sistema stesso dal ferale meccanismo d’incremento psicoentropico.
In realtà, ogni Eggregora contenuta nel super-insieme “razza umana” ha assolto (dalla prospettiva del super-insieme, ovviamente) il medesimo compito, scaricando al proprio interno il debito psicoentropico prodotto dall’attività dei singoli Campi Psichici che incidentalmente l’hanno composta. Tuttavia, il lavoro compiuto dalla famiglia (all’inizio, dal clan) durante i millenni è stato notevolmente il più efficace e importante. Grazie alla famiglia, per una parte rilevante del periodo post-diluviano (dall’età del ferro, sino al nichilismo novecentesco, all’incirca tremila anni) la circolazione delle informazioni è stata vieppiù paralizzata e ciò grazie dalla presenza d’impianti normativi rigidissimi. The third element: the rules.
A titolo d’esempio, si pensi anche solo al Deuteronomio o Seconda Legge di Mosè. Un testo di regole draconiane del quale allego un breve frammento tratto dal Primo Discorso in tema di adulterio e fornicazione:
[22]Quando un uomo verrà colto in fallo con una donna maritata, tutti e due dovranno morire: l’uomo che ha peccato con la donna e la donna. Così toglierai il male da Israele.
[23]Quando una fanciulla vergine è fidanzata e un uomo, trovandola in città, pecca con lei, [24]condurrete tutti e due alla porta di quella città e li lapiderete così che muoiano: la fanciulla, perché essendo in città non ha gridato, e l’uomo perché ha disonorato la donna del suo prossimo. Così toglierai il male da te. [25]Ma se l’uomo trova per i campi la fanciulla fidanzata e facendole violenza pecca con lei, allora dovrà morire soltanto l’uomo che ha peccato con lei;
[26]ma non farai nulla alla fanciulla. Nella fanciulla non c’è colpa degna di morte: come quando un uomo assale il suo prossimo e l’uccide, così è in questo caso, [27]perché egli l’ha incontrata per i campi: la fanciulla fidanzata ha potuto gridare, ma non c’era nessuno per venirle in aiuto.
[28]Se un uomo trova una fanciulla vergine che non sia fidanzata, l’afferra e pecca con lei e sono colti in flagrante,
[29]l’uomo che ha peccato con lei darà al padre della fanciulla cinquanta sicli d’argento; essa sarà sua moglie, per il fatto che egli l’ha disonorata, e non potrà ripudiarla per tutto il tempo della sua vita.
Il testo è assai più esteso e, chi ama lo “humor nero”, potrà divertirsi un bel po’ leggendolo interamente. Ne ho postato un frammento al solo scopo di esemplificare il modo con il quale il sistema si è autotutelato nel corso dei millenni, confinando ogni esperienza di vita all’interno dell’ambito familiare. E questo è avvenuto davvero ovunque, in occidente come in oriente. Nei diversi luoghi, ovviamente, è cambiato il modo di sanzionare l’adulterio (così come qualunque altro comportamento che mettesse a rischio l’impianto), ma le conseguenze sono state sempre molto pesanti perché il sistema non poteva farsi carico in modo diretto di milioni (in seguito, miliardi) di transazioni psichiche giacché, se l’avesse fatto, questo avrebbe compromesso la sua durata. E la famiglia è stata la garanzia che ogni storia individuale si sarebbe consumata al suo interno. In sostanza, l’Eggregora ha usato la famiglia come una vera e propria “camera stagna”, un sistema chiuso e autonomo dentro il quale consumare ogni esperienza di vita (questo, ad esempio, spiega bene anche la feroce omofobia che ha attraversato, da sempre, quasi ogni cultura).
Tutto ciò, come detto, sino alla rivoluzione industriale perché lì le cose hanno iniziato a cambiare irreversibilmente. In modo lento, le macchine, sottraendo progressivamente gli individui al lavoro più pesante, hanno indotto un sempre maggior numero di persone a pensare se stesse come mai era accaduto prima, ossia come individui più liberi e autonomi (quanto questo sia vero, non è in discorso), capaci di scelte non completamente ortodosse. Persone che, per la prima volta, hanno cominciato ad attaccare la base stessa della tradizione che aveva governato il mondo per millenni. Parlo dei “valori”, la mancanza dei quali oggidì è lamentata da chiunque abbia una lingua funzionante (a prescindere dal cervello).
In occidente, questo nuovo sentire continuò a crescere portando cose che non si erano mai viste prima nel mondo. Non intendo ripercorrere la storia dell’ottocento e del novecento perché credo che il lettore ne abbia ricordo (chi non la conosce, probabilmente, nemmeno è interessato a ciò che sto scrivendo), ma femminismo, nichilismo, comunismo e rivoluzione sessuale, per citare i maggiori, sono fenomeni che scaturiscono dal progredire della tecnologia e dal suo devastante effetto rispetto al sistema di regole che, per millenni, aveva assicurato che ogni esperienza di vita avvenisse all’interno dell’ambito familiare. Ciò ha trasformato in fenomeni di massa, idee che solo duecento anni prima sarebbero morte, insieme al loro ideatore, nella stretta cerchia di un borgo o tra le fiamme di un rogo e, nello stesso tempo, ha dato inizio alla distruzione d’ogni tradizione.
Esiste un precedente storico importante che, a mio avviso, dimostra bene come le macchine abbiano fatto valicare all’uomo un confine psicologico molto preciso, oltre il quale il rettile è messo nella condizione di porsi dinanzi all’ignoto come mai aveva fatto prima. Mi riferisco alla “secessione sull’Aventino” da parte dei Plebei nel 494 a. c. e alla mediazione del console Menenio Agrippa Lanato che risolve la questione con il famoso discorso del ventre e delle membra. Nel discorso, Agrippa paragona l’ordinamento sociale romano a un corpo umano. Un corpo nel quale la plebe rappresenta le membra, mentre il senato, il ventre. Agrippa piega la rivolta semplicemente facendo leva sulla paura: se le membra non lavorano, lo stomaco non può a sua volta lavorare con la conseguenza che l’intero corpo muore. Tanto basta a risolvere la questione perché il terrore del rettile, nel singolo individuo davanti alla morte, è supremo e la sua identificazione con il corpus sociale è ancora profonda. Un terrore che, tuttavia, l’avvento delle macchine cambia, portando il rettile stesso in una posizione nella quale non s’è mai trovato prima. Una posizione di potere, senza dubbio, luogo ideale per l’inflazione psichica e, di conseguenza, la totale perdita di contatto con la realtà.
Infine, il colpo mortale è stato inferto da internet che ha portato la circolazione delle informazioni a una velocità senza precedenti. Questo, nel giro di brevissimo tempo (poco più di vent’anni), ha inflazionato il parametro psicoentropico, portando a definitivo compimento il processo nichilista in atto sin dall’ottocento.
La cosa interessante è che l’intero impianto valoriale vaporizzato dal nichilismo occidentale era una montagna di bugie. Tuttavia e per l’umanità, si trattava di menzogne vitali.
Tutti noi stiamo fuggendo dall’orrore della solitudine della Coscienza Creatrice e l’unico modo che abbiamo per farlo è sognare. Al punto che i nostri sogni si chiamano vita. Questo significa una cosa semplice: nella nostra vita la menzogna è fondamentale giacché senza di essa i nostri sogni crollano. Crollano la fede in qualunque “dio” e il senso di appartenenza a qualsiasi organizzazione (privata o pubblica). Questo perché la menzogna crea uno scopo. Uno scopo farlocco ma che, in ogni caso, ha il potere di darci una direzione che, altrimenti, ci mancherebbe.
Ho già investigato il meccanismo nel breve saggio dal titolo La Teoria dei Campi Psichici dove ho evidenziato i motivi per i quali lo scopo nativo del Campo Psichico resta nascosto all’io osservatore e, di conseguenza, il perché gli individui si riuniscono, in modo istintivo, in organizzazioni sociali denominate Eggregore. Ciò avviene perché le Eggregore possono dotarsi di scopi diversi dallo scopo nativo dei singoli Campi Psichici che le formano, colmando la sensazione di “vuoto” che l’individuo trae dall’incapacità di diventare consapevole del lavoro che il suo Campo Psichico compie in ogni istante di vita.
Infine e per farla breve, ogni organizzazione sociale, a prescindere dalla sua dimensione e/o importanza, si fonda su uno specifico corpus di menzogne. La famiglia, dio, il denaro, il potere, il fitness, la pornografia, la santità, il demonio, il gioco delle bocce, il recupero delle tossicodipendenze, le “pro loco” sono solo alcuni esempi delle innumerevoli frottole che Mente è capace di generare grazie allo stato di sonno profondo nel quale è immersa e costituiscono altrettanti scopi farlocchi che le Eggregore che li esprimono, perseguono. Il vero punto di forza sta nel fatto che proprio questa inesauribile produzione onirica ha da sempre garantito l’oblio nei confronti della solitudine della Coscienza Creatrice.
Tuttavia e nel tempo presente, questa montagna di bugie è stata letteralmente piallata dalla progressione del parametro psicoentropico il quale ha avuto come ultima “ipostasi” proprio il nichilismo, lasciando l’umanità senza alcun alibi o, per usare un’espressione più colorita, con una mano davanti e l’altra dietro e aprendo, in questo modo, le porte all’Apocalisse.
Soulless People, Middle People and Free People
In effetti, se l’uomo è qualcosa di più di una scimmia parlante, tutto ciò dovrebbe avere un senso preciso. Isn’t it?
Tuttavia e sul punto, esiste un aspetto dell’Apocalisse (intesa come “situazione limite”) che ritengo davvero molto interessante e che vorrei accarezzare qui.
Mi riferisco alla possibilità, in questi ultimi anni ventilata da alcuni, che esistano persone dotate di anima e altre che, viceversa, ne sarebbero sprovviste. L’aspetto che attrare la mia attenzione, quindi, riguarda i modi con i quali questi due diversi tipi di soggetti potrebbero reagire a un evento tanto estremo, stante che per entrambi (in ipotesi, ovviamente) agiscono le descritte conseguenze derivanti dalla saturazione psicoentropica.
Ovviamente, prima di chiederci se ci sono persone senz’anima, forse sarebbe opportuno stabilire prima se l’anima esiste e cos’è. Questo, però e come noto, non si può fare, di conseguenza ho cercato una via diversa (tratto il tema del “doppio” in un paio di saggi, in particolare La Formazione del Doppio).
Brevemente, l’ipotesi è che una “parte immortale” esista, ma non sia nostra. Diciamo che, sempre in ipotesi, in alcuni di noi è presente la possibilità di costruire qualcosa capace di farsi dimora per quella parte immortale che, solo a quel punto, diventa nostra (questione trattata nel saggio dal titolo Eloah, di prossima pubblicazione).
Sì, perché l’Apocalisse in atto mette tutti in una situazione davvero singolare, nella quale ciascuno è chiamato, grazie al fattore missing lies, a una drammatica introspezione al fine di capire chi è davvero e quali sono le scelte che può fare. Notate l’uso di “può fare” che dà per scontato che non si tratti di una vera e propria scelta. Viceversa, avrei dovuto usare “vuole fare”.
In tale ipotetico scenario, quindi, da un lato avremmo miliardi d’individui senza alcuna possibilità di continuare a esistere dopo la morte fisica e, allo stesso tempo, incapaci di ricorrere alla menzogna per dimenticarlo. Dall’altro, un’altra massa d’individui, ancorché sensibilmente più piccola, che avverte la sensazione d’avere una possibilità; percezione, con ogni probabilità, graduata diversamente secondo la storia personale di ciascuno. Attenzione, non mi sto riferendo al c.d. cultural background perché, presente l’incapacità di ricorrere alla menzogna, questo dovrebbe essere inutilizzabile. Mi riferisco, piuttosto, a un’informazione emotiva, analogica, un “sentire” indefinito ancorché forte, determinato dalle scelte condotte dal singolo durante la vita e relativo alla “possibilità di andare oltre”, anche se non è per niente chiaro né il “dove” e neppure il “come”.
Infine, forse, potremmo anche ipotizzare l’esistenza di un minuscolo gruppetto d’individui presso i quali la consapevolezza di possedere un Doppio immortale è semplicemente già presente.
In altre parole, un giudizio universale perfettamente autogestito e che, almeno riguardo alla prima classe d’individui (Soulless People), fa (ipoteticamente) tremare le vene nei polsi perché ha tutta l’aria di qualcosa capace di portare l’intera umanità all’estinzione totale attraverso un processo, con ogni probabilità, violentemente autodistruttivo poiché basato da una parte sul caos psicologico e, dall’altra, su quello ecologico.
Confinati su un pianeta morente, senza alcuna via di fuga perché non esiste la tecnologia che possa portare alcuni di noi “in salvo” fuori dal sistema solare, resi orfani della capacità di mentire a noi stessi raccontandoci che il padre ci ama e ci salverà tutti, per prima cosa e con ogni probabilità, i Soulless People faranno a pezzi il super-io. E poiché sto parlando di chi tiene in mano le redini del mondo, la questione appare tutt’altro che peregrina.
Un esempio concreto? La Nord Corea che provoca un sisma M5.1 a seguito dell’esplosione di una “bomba H”(http://ow.ly/WSEOr).
Un altro esempio che si riferisce a “persone comuni”? I fatti di Colonia, accaduti durante la notte si San Silvestro 2016 (http://ow.ly/WSEzm). “La polizia stessa si dice scioccata da quanto accaduto. «Reati di una dimensione completamente nuova», ha detto il presidente della polizia di Colonia Wolfgang Albers” (virgolettato estratto dall’articolo linkato).
Con gli esempi mi fermo qui perché fra suicidi, omicidi, attentati terroristici, guerre, crisi internazionali, catastrofi naturali e altre amenità, vi basta scorrere la cronaca per trovarne ogni giorno di mirabili e, soprattutto, di sempre più numerose. Tuttavia, è esattamente questo il centro della questione perché un rettile del tutto fuori controllo a seguito della perdita del centro mentale come fonte privilegiata di autoinganno trasforma chiunque in una macchina fatta di paura e aggressività e davvero capace di qualunque cosa. Questo perché in un universo virtuale come quello che ci circonda l’unica parte vera è la Coscienza. La qual cosa comporta che chi è definibile come soullness, dato l’incommensurabile terrore che nutre verso la sua inevitabile fine, giungerà comunque a una menzogna, solo graduata diversamente.
In sostanza, stiamo parlando di un atteggiamento complessivo interamente cablato sulla coazione a sopravvivere e senza alcun filtro censorio. Moltiplicate questo per miliardi d’individui e otterrete una previsione piuttosto realistica di come possono evolvere gli eventi in uno scenario apocalittico.
Bellum omnia contra omnes (Hobbes), la guerra di tutti contro tutti, questo è ciò che riserva l’ipotetica Apocalisse. Ed è in un simile scenario che devono muoversi i Middle People. Solamente loro, perché per i Free People il problema non sussiste. Con ogni probabilità, se ne saranno già andati.
Honros
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