E’ ormai quasi sperimentato che la coscienza si espande sia nel tempo che nello spazio, cioè che oltrepassi l’immanenza fisica, riuscendo a contemplare il passato ed il futuro, conducendoci sulla soglia di un mondo sconosciuto, con lo sconvolgente risultato di indicare l’esistenza di un principio psichico che ha la capacità di evolversi oltre i limiti posti dal corpo.
Fino ad oggi i rapporti tra veggenti e scienziati sono stati davvero costellati da moltissime polemiche ed incomprensioni. La prima categoria, molto spesso, è risultata troppo proiettata verso dimensioni astruse, senza neanche la minima buona volontà di dimostrare attitudine a comprendere le spiegazioni scientifiche, limitandosi a proclamare le particolari esperienze vissute, non tentando di razionalizzarle. La seconda categoria, invece, partendo dall’assunto troppo semplicistico che tutti i veggenti sono “imbroglioni” e “ciarlatani”, ha semplicemente ignorato l’esistenza di alcuni fenomeni, tranne una parte esigua di scienziati che ha ammesso che gli attuali metodi scientifici non sono in grado di spiegare tutta la realtà, lasciando lo spiraglio ad un tipo di conoscenza metafisica. Non ci sono dubbi che, comunque, la chiaroveggenza si colloca in una posizione tale che crea seri problemi alla scienza tradizionale, rientrando a pieno titolo in quei fenomeni che vengono definiti “paranormali”, con il significato di processi che non possono essere dimostrati in maniera rigorosa attraverso metodi già consolidati empiricamente. Di solito la conoscenza scientifica si articola in tre diverse modalità: 1) ricezione, mediante i sensi; 2) calcolo, ragionamento, ricordo, mediante il cervello; 3) di esecuzione, quando si manifestano attraverso il comportamento motivato. E’ anche vero che l’insieme di questi organi presenta notevoli limiti, di conseguenza è sbagliato credere che l’intera realtà cosmica coincida con quanto l’intelletto umano è in grado di percepire.
Il mistero, forse più grande, è costituito proprio da quello “della vita” e dei meccanismi che la regolano, di come cioè si passi dall’energia che pervade ogni cosa fino alla materia organizzata. Un esempio più specifico è rappresentato dal nucleo atomico, entro il quale rinveniamo protoni e neutroni, il cui assetto si modifica ad una velocità impressionante, nella misura di alcuni miliardi di volte al secondo. Ancora più misterioso è il neutrino, capace di passare attraverso ogni ostacolo, senza incontrare resistenza, ma nello stesso tempo, senza produrre alcun effetto. Parimenti enigmatici sono il funzionamento delle molecole, nonchè i meccanismi a base dell’evoluzione, ovvero di come sia possibile passare dalle molecole più semplici a quelle più complesse. Questi fenomeni considerati scientifici meriterebbero la denominazione di “paranormali”, molto più di qualche episodio di telepatia o di premonizione, in quanto la scienza forse ne ha compreso la struttura, ma non è stata ancora in grado di spiegarne le cause. La creatura più primitiva come il virus, che è un semplice complesso di macromolecole, riesce a sviluppare delle vere e proprie strategie vincenti per riprodursi all’interno di un organismo vivente ed abbattere i suoi difensori. La costituzione e l’organizzazione di una cellula, unità vivente di dimensione estremamente piccola, sono complicate quasi come una creatura nella sua totalità, richiedendo comandi, correlazioni, collegamenti ed interazione, di cui la nostra limitata comprensione può solo avere una vaga idea.
Il gruppo di processi, che riguarda i fenomeni considerati “paranormali”, sono ritenuti dalla maggior parte degli studiosi legati a forze che possono essere definite “trascendenti”. La scienza del XIX secolo, di stampo assolutamente positivista, negava in maniera categorica la possibilità dell’esistenza di elementi trascendenti. Tuttavia, le scoperte e le riflessioni epistemologiche successive, hanno aperto la strada all’analisi di elementi psichici coscienti e superiori a quello dell’homo sapiens. Come ha osservato R.S, Srivastava,: “un principio incosciente non può dar luogo all’organizzazione, alla vita, alla coscienza”. La scienza è ormai obbligata ad ammettere l’esistenza di principi psichici di gran lunga superiori all’uomo e di conseguenza l’esistenza di fenomeni paranormali derivanti dalla presenza di questi principi. Il problema non è risolto neanche dal fatto che alcune discipline filosofiche o religiose definiscano tali principi “divinità”, fondando le loro credenze e i loro dogmi, sull’esistenza di questi principi. Ed infatti, tra le manifestazioni paranormali, possiamo contare i miracoli, cioè quei fatti che alterano il corso statisticamente normale della natura, secondo un metodo empirico accertato.
Come è possibile, dunque, conoscere in anticipo un evento futuro, un evento cioè che non è ancora avvenuto? Proprio in considerazione del fatto che il futuro rappresenta un ponte aperto verso ogni possibilità, e tali possibilità non si sono ancora verificate, come si può pensare di conoscerle in anticipo?. Partendo da queste domande, con serietà e raziocinio, si gioca l’intera partita sulla serietà e la credibilità dell chiaroveggenza. Si può tentare di dare una spiegazione, ricorrendo alle manifestazioni più sofisticate della scienza contemporanea, ed più specificatamente della fisica. In particolare si può cercare di fare chiarezza sulla chiaroveggenza, mettendola in relazione con la teoria dei quanti e della relatività. Su questi temi, con particolare riferimento al rapporto spazio-tempo, ha espresso le sue idee innovative il fisico americano Fritjof Capra, autore di opere di grande successo in tutto il mondo, come il Tao della fisica. Il precitato studioso ha evidenziato come la fisica contemporanea abbia, in realtà, confermato una delle idee principali del misticismo orientale, quella cioè che sottolinea che tutti i concetti che noi utilizziamo per descrivere la natura sono limitati. In altre parole non siamo di fronte ad aspetti oggettivi della realtà, come siamo portati a credere, ma osserviamo soltanto creazioni della nostra mente: guardiamo le mappe, ma non i territori. La fisica classica postulava l’esistenza di uno spazio assoluto, basato sulla tridimensionalità, del tutto indipendente dagli oggetti in esso contenuto, fondandosi essenzialmente sulla geometria euclidea. Soltanto con Einstein si riesce a comprendere che la geometria non ha in sè un valore assoluto, ma è uno strumento creato dalla mente umana. La scoperta di Einstein, che considera spazio e tempo costruzioni della mente umana, è in perfetta linea con la filosofia orientale. Un antico testo buddista, il Madhyamika Karika Vritti, riporta: “il Buddha insegnava che il passato, il futuro, lo spazio fisico e le singole cose non fossero che nomi, forme di pensiero, parole di uso comune, realtà puramente superficiali”.
L’impressione, a noi comune, di sistemare, in ordine cronologico, gli eventi della nostra vita è originata dal fatto che, in base all’altissima velocità della luce, riteniamo di osservare gli eventi nel momento in cui avvengono. Ciò può essere vero nella quotidianità, perchè il nostro rapporto con la velocità della luce non muta, ma potrebbe non essere più vero allorquando l’osservatore, a sua volta, viaggiasse ad un’alta velocità. Pertanto, si ricava il concetto che soggetti che viaggiano a velocità diverse, potrebbero indicare in successione diversa gli eventi a cui assistono. Cade, in tal modo, il concetto di spazio e tempo assoluti, a vantaggio della loro relatività. Nasce così un concetto quadrimensionale, detto dello spazio-tempo, che si aggiunge all’altezza, alla larghezza e alla profondità, da tenere presente ogni volta si debba valutare fenomeni connessi con altre velocità.
Il più noto dei paradossi della fisica moderna è quello detto “dei gemelli”. Qualora uno dei gemelli compisse un viaggio veloce nello spazio, al rientro risulterebbe più giovane del fratello. Rispetto a quest’ultimo, i suoi “orologi” fisiologici, come il battito cardiaco o le onde cerebrali, avrebbero subito un rallentamento, senza che il soggetto se ne fosse accorto, se non al suo rientro. La “teoria generale della relatività” comprende anche la gravità, il cui effetto è di curvare lo spazio-tempo, un concetto difficile da assimilare in base alla nostra comune esperienza. E grande relazione vi è tra la fisica e la psiche umana, che molto spesso la nostra visione frazionata delle cose non riesce a scorgere. Carlo Gustav Jung, in una delle sue opere principali, “Aion”, ha scritto: “Prima o poi la fisica e la psicologia dell’inconscio si avvicineranno fra loro poichè entrambe, indipendentemente l’una dall’altra e partendo da direzioni opposte, si spingono avanti in un territorio trascendentale…La psiche non può essere totalmente diversa dalla materia, giacchè in tal caso come potrebbe muovere la materia? E la materia non può essere estranea alla psiche, giacchè altrimenti come potrebbe la materia produrre la psiche?..”. La condizione umana viene intesa in maniera trascendente, attraverso la sperimentazione della propria esistenza, all’interno di un contesto cosmico più ampio. Le esperienze transpersonali comportano un’espansione della coscienza al di là dei confini del proprio organismo ed all’idea stessa di tempo. Il livello transpersonale si sposa con l’inconscio collettivo, quando cioè la coscienza si sente connessa al cosmo nella sua totalità, approssimandosi ad un’esperienza mistica della realtà. Si tratta di esperienze più facilmente narrate con racconti mitici, che si prestano più agevolmente alla comprensione in questo campo.
L’esperienza delle precognizione, pertanto, avrebbe la sua base logica nella possibilità del veggente di superare le barriere spaziali e temporali che, come abbiamo visto, per la fisica moderna, non costituiscono dei postulati assoluti, riuscendo a penetrare in “curvature” in grado di rivelare fatti non ancora accaduti. Non è ancora chiaro quali siano le caratteristiche oggettive e soggettive di queste persone e se vi sia una forza superiore che le guidi ad illuminarci con le loro predizioni.
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