Il fenomeno della precessione degli equinozi era conosciuto già presso le civiltà antiche, che ne intuivano le caratteristiche fondamentali e ne calcolavano già le influenze future. Ma vediamo, prima di tutto, in che cosa consiste il fenomeno conosciuto come “precessione degli equinozi”. Esso si identifica con quel movimento della Terra che fa mutare in modo lento, ma continuo, l’orientamento del suo asse di rotazione rispetto alla sfera ideale delle stelle fisse. Si può affermare che l’asse terrestre subisca “una precessione”, a causa dell’interazione di due fattori: la forma non perfettamente sferica della Terra e le concomitanti forze gravitazionali della Luna e del Sole che influiscono sull’allineamento dell’asse della Terra con la perpendicolare al piano dell’eclittica. Questo lento, ma costante movimento, che potrebbe sembrare una sequenza di informazioni matematiche ha, invece, un’importanza notevolissima sulla ciclicità dell’esistenza del nostro pianeta. Il moto di precessione, infatti, compie un giro completo ogni 25.765 anni, un periodo conosciuto anche con il nome di “anno platonico”, nel corso del quale la posizione delle stelle sulla sfera celeste cambia e, di conseguenza, aspetto ancora più importante, muta pure la posizione dei poli celesti. E’ stato calcolato, che fra circa 13.000 anni non sarà più la stella “Polaris” ad indicare il polo nord, bensì Vega. Perchè tale fenomeno è chiamato “precessione degli equinozi”? In virtù del descritto movimento la linea degli equinozi si anticipa di anno in anno (precessione dal verbo latino praecedo, cioè anticipo), ma viene modificata soltanto la posizione sull’orbita in cui si verifica l’equinozio (dimensione spaziale), ma la data non cambia (dimensione temporale). Ad esempio nell’emisfero boreale l’equinozio di primavera cadrà sempre tra il 20 e il 21 marzo, mentre quello d’autunno tra il 22 e il 23 settembre. E’ importante ricordare che, anche se il fenomeno della precessione fa cambiare la posizione delle stelle in maniera lenta, gli astronomi devono avere dei chiari punti di riferimento per determinare le coordinate stellari. Per gran parte del XX secolo si è fatto riferimento alla posizione del 1950, al momento si utilizza quella riferita all’anno 2000. In relazione al cambiamento della posizione delle stelle, cambia anche la collocazione delle costellazioni, interessando, pertanto anche lo zodiaco, inteso come porzione della sfera celeste in cui si susseguono i percorsi apparenti di Sole, Luna e dei principali pianeti. Come è ben noto, l’astrologia del mondo occidentale si riferisce a 12 segni zodiacali che rappresentano altrettante costellazioni: per convenzione l’anno zodiacale inizia con il segno dell’Ariete, il giorno dell’equinozio di primavera, il 20 0 il 21 marzo. L’attuale esatta corrispondenza dei segni zodiacali alle costellazioni non è però più quella classica, perchè oggi sono risultano spostati di una trentina di gradi. Questo avviene a causa del fatto che tra l’inizio di un determinato segno zodiacale e l’entrata del Sole nella stessa costellazione, passa circa un mese. Negli ultimi 2150 anni la precessione ha spostato gli equinozi e i solstizi proprio di trenta gradi, provocando il ritardo di un mese. Dobbiamo considerare perciò un importantissimo aspetto: quando una tavola astrologica ci dice che un certo pianeta entra in un segno, in realtà fa riferimento ad una parte di cielo dove è collocata una costellazione del segno precedente. Per esempio sotto il segno della Vergine, in realtà il Sole sarà posizionato nel segno del Leone.
Già i Babilonesi , secondo Albategnius, distinguevano la differente durata dell’anno tropico e dell’anno siderale, per cui, ragionevolmente, erano già al corrente del fenomeno della precessione. Ma alcuni sostengono che furono gli Egizi, molto tempo prima di Ipparco, a sviluppare le osservazioni più compiute sul movimento lento e costante del nostro pianeta. Gli archeologi hanno osservato che alcune costruzioni, in particolare il tempio di Karnak, sono posizionate verso punti dell’orizzonte in cui alcune stelle apparivano in momenti particolari dell’anno. Sembra addirittura che alcuni templi , quando la precessione rendeva le posizioni non più adeguate, fossero distrutti e ricostruiti nelle giuste posizioni. Un altro chiaro esempio che gli Egizi fossero a conoscenza del fenomeno della precessione, è dimostrato dalla presenza dello Zodiaco nel tempio di Hathor a Dendera nel periodo tolemaico (dal III sec. a.C. al 30 a.C., in pratica dalla caduta dell’impero di Alessandro Magno alla sconfitta di Cleopatra e Marco Antonio). Si pensa che la mappa dello zodiaco collocato in tale tempio servisse a registrare la precessione degli equinozi. Ma la scienza ufficiale, pur ammettendo che gli Egizi possano aver conosciuto il fenomeno, ritiene che gli stessi non abbiano tramandato alcuna documentazione ufficiale in merito e ne attribuisce la scoperta a Ipparco di Nicea, intorno al 130 a.C.. L’astronomo greco ne diede una descrizione nella sua opera “Sullo spostamento dei segni solstiziali ed equinoziali”, poi andata perduta, ma il metodo da lui adottato è stato tramandato dall’Almagesto di Claudio Tolomeo, astronomo del II secolo d.C.
Ma non tutti concordano con i fautori della scienza ufficiale, anche perchè la misteriosa ed evolutissima civiltà egizia ci riserva alcune sorprese sconvolgenti, che non possono essere frutto di coincidenze. Consideriamo la valle di Giza, dove sorgono le piramidi e la sfinge, che sono considerati tra i monumenti più famosi e misteriosi del mondo. La posizione delle piramidi è apparsa a molti studiosi in correlazione con la costellazione di Orione, mentre il fiume Nilo rappresenterebbe la Via lattea. E’ necessario premettere che le stelle della cintura di Orione erano associate dagli Egizi ad Osiride, il dio-sole della rinascita e dell’oltretomba. Il concetto originario, di cui parla Hancock, nel libro “Impronta degli dei” (1995), è che le tre piramidi fossero una mappa delle tre stelle della cintura d’Orione. Questa affascinante ricostruzione è stata messa in relazione con la datazione incerta della stessa costruzione delle tre piramidi, che per convenzione era stata fissata intorno al 2500 a.C.. In realtà, a destare maggiore perplessità è stata l’imponenza della Sfinge, forse il monumento più enigmatico della valle di Giza, e, soprattutto, la sua strana forma: corpo di leone e viso umano. Hancock e Bauval, nel 1998, nel testo “The mars Mystery” hanno cercato di dimostrare che la mappa edificata nella valle di Giza, in realtà volesse rappresentare le costellazioni di Orione e del Leone, osservate all’alba dell’equinozio di primavera durante l’era astronomica del Leone, cioè l’epoca in cui il Sole si trovava all’interno della costellazione del Leone. Alla luce delle considerazioni esposte nella prima parte dell’articolo, si deve dedurre che, come tutte le epoche precessionali, si trattò di un periodo di 2160 anni, e si arriva alla sconvolgente conclusione di retrodatare la costruzione delle piramidi e, probabilmente anche della Sfinge, tra il 10.970 e l’8.810. In questo periodo, un’ipotetica civiltà supermondiale avrebbe trasmesso una profonda conoscenza tecnologica ed astronomica, che sarebbe arrivata in maniera affievolita, ma con caratteristiche comuni, in vari luoghi del globo, come l’Egitto, l’India, l’Estremo Oriente, la Mesopotamia, l’America centrale e l’America meridionale. Di questa straordinaria civiltà, scomparsa forse per un cataclisma mondiale, rimarrebbero echi nei miti tramandati dalle civiltà storiche. Sul tema invito a leggere il mio articolo ilsapere.org/atlantide-un-mito-storico-o-una storia-mitica.
Se dalla mitica collocazione delle piramidi intorno al 10.000 a.C., vogliamo viaggiare verso i nostri giorni, osserviamo che l’umanità, dopo il segno del Leone, è passata nel torpore dell’era del Cancro e dei Gemelli. Poi, nell’età del Toro, e, ancora di più sotto il segno dell’Ariete, sono cominciate a fiorire le civiltà storiche, per culminare nell’era cristiana con il periodo dei Pesci, che ha caratterizzato lo sviluppo culturale, scientifico e tecnologico dell’umanità. Attualmente stiamo entrando nell’età dell’Acquario, che è considerato il segno delle rivoluzioni, dell’anticonformismo e della rinnovata consapevolezza spirituale. Da notare che il segno dell’Acquario rappresenta proprio l’opposto astronomico del Leone, da cui abbiamo cominciato il nostro ipotetico viaggio.
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