In tutti questi anni
.. tutta questa roba diventa cristallizzazione, melma, stasi. Diventa la zavorra che ti tiri dietro mentre tenti di scalare il monte che dovrebbe in teoria portarti a maggior consapevolezza. Diventa il passato che non vuole essere passato e come tale si mangia e si mangerà altri anni della tua vita.. diventa la sessantenne con gli atteggiamenti della bambina di 3 anni che cerca le attenzioni di tutti facendo rumore, l’uomo di azienda senza scrupoli che deve dimostrare al padre che ce l’ha fatta anche se il padre non c’è più da 20 anni, la donna iperseduttiva che cerca di compensare il fatto che papà voleva un maschio…e così via. Non c’è crescita senza la totale e incondizionata rinuncia ai propri problemi personali per quanto difficili, dolorosi e antichi, non c’è niente che possa curare meglio del decidersi a passare oltre e a lasciar andare.e infine:
4) Niente funzionerà fintanto che credi che la tua felicità sia legata a qualcosa là fuori. Per quanto suoni new age questa è una delle cose che, posso confermare, garantisce la più alta velocità di crescita in assoluto. Non legare la propria felicità a nulla significa avere disciplina mentale, emozionale, e una pratica consistente atta a mettermi costantemente nel flusso e non nell’emozione trascinante del ‘quando avrò’. Non esiste ottenimento , men che meno spirituale, che possa darti la felicità costante, totale, la profonda pace che deriva dall’assoluta certezza di essere molto di più di questo che vedi. Ma questa certezza non è ragiungibile fintanto che non sacrifichi la credenza che ci sia qualcosa là fuori, qualunque essa sia, che possa darti gioia, felicità, significato. Quella sensazione di ‘realizzazione’, di ‘pienezza’ esiste già perchè è la sostanza di cui sei costruito, devi solo tornare a uno stato tale da poterla percepire. E quello stato è raggiungibile, qui, ora, in questa vita, non nella prossima.
Fonte: quantum73.blogspot.com; lorecalle.it
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