Si dice che i cinque sensi ci hanno ingabbiato qui, in questa vibrazione e dimensione
e che facciamo fatica a uscirne, ovvero a recuperare un livello di vita più sereno e leggero. Leggero non significa banale, significa vivere sollevati dal peso di questo continuo ruminare della mente vecchia, che ci costringe in una materia pesante, un organismo necessitato e a rischio malattie, proprio perché molte vibrazioni sono bloccate. Ormai io distinguo tra “mente vecchia” e “Mente”. Certo, alla fine ci troveremo a essere coadiuvati e serviti da Mente, ma ora, per discernere, usiamo riferirci a tutte e due le modalità, ovvero a due livelli vibrazionali e quindi di pensiero, diversi.
Sì, la qualità dei pensieri è relativa al livello di vibrazione.
Oggi mi voglio soffermare un po’ in ciò che iniziamo a percepire oltre i cinque sensi. Solo un piccolo accenno, siamo ancora in tempo di vacanze.
Ho nella testa un pensiero che corrisponde a una situazione o a una persona. Sono da sola qui. Non sono nella situazione, né ho davanti la persona. Per cui i cinque sensi sono messi fuori. Non tocco, non vedo, non sento, né annuso, nella situazione che sto pensando.
Sto. Ascolto. Avverto che, esclusi i cinque sensi, qualcos’altro si muove in me. Un passaggio di tensione, un movimento, un flusso. Non c’è un vuoto, un nulla, c’è un qualcosa che sommuove, mi percorre e che non è il pensiero, perché quello lo distinguo da ciò che mi sta attraversando, da ciò che sto sentendo e sperimentando a livello organico.
Sì, lo so che questa esperienza la viviamo tutti, io sto solo cercando di esserci rendendomene conto.
Cos’è, allora, questo sentire che mi attraversa?
Non fa parte dei 5 sensi e non è il pensiero, ma è certamente, sollecitato dal pensiero.
Forse questo è il “sentire”, l’esistere con le sue modalità in me di un flusso, di un passaggio di energia che mi sta attraversando. Questo è il contatto, entanglement tra me e la situazione o la persona che sta nella mia mente?
Questo è il flusso? Il flusso allora mi dà un altro livello del contatto.
Mi rendo anche conto che, se nel pensiero io posso agire, posso interferire, modificarlo, qui non posso. Questo fluire è quello che è, posso provare a fermarlo, a non sentirlo (questo forse l’abbiamo fatto per molto tempo), ma non posso tarparlo, renderlo non esistente, non fluibile. Questo movimento è, indipendentemente da me.
Sto percependo e mi sto rendendo conto del mondo dei flussi. Abbiamo detto che gli archetipi primari sono movimenti, flussi di energia.
Applicare gli archetipi mi porta a sperimentare il mondo dell’energia? Oltre l’illusorio mondo dei concetti, della mente e della ragione?
Francesca Salvador
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