“Il vero viaggio di scoperta non è vedere nuovi mondi ma cambiare occhi. M. Proust”
Il viaggio sciamanico è un viaggio nel nostro mondo interiore, un mondo, in molti casi, destinato a rimanere inesplorato. È nel nostro modo interiore che risiede la nostra vera natura e, con essa, la nostra possibilità di essere felici. Se non andremo a conoscerlo, vivremo solo a metà.Lo sciamanesimo, pur essendo stato spesso ridicolizzato nell’epoca moderna, custodisce tecniche di guarigione tra le più potenti che esistano. Le pratiche sciamaniche non sono riservate a pochi eletti, ma a tutti coloro che si sentono in sintonia con esse, perché in ognuno di noi c’è uno sciamano che aspetta di essere risvegliato…
“Solo col cuore possiamo vedere esattamente; ciò che è essenziale è invisibile all’occhio.
Nel viaggio sciamanico generalmente si ricorre all’aiuto di animali di potere e di spiriti guardiani, che non dobbiamo vedere necessariamente come entità separate da noi, ma come espressione stessa del nostro potere spirituale. Nella nostra essenza non c’è dualità, non esiste un dentro e un fuori, esiste un’unica energia che si esprime in forme diverse.
“Sveglia il gigante che c’è in te. Nel profondo dell’uomo albergano sopiti poteri, poteri che lo stupirebbero e che egli non ha mai sognato di possedere; forze che rivoluzionerebbero la sua vita, se destate e messe in azione.
Il nostro vero potere viene dalla nostra essenza spirituale, non certo dal nostro limitato sistema corpo-mente, ma finché non riacquistiamo la nostra integrità anche sul piano spirituale, possiamo accedere a una parte estremamente limitata del nostro potere interiore. Anche le nostre pratiche di guarigione, che siano fisiche o emozionali, sono destinate ad avere poca efficacia, mentre questa aumenta in modo esponenziale quando ci riconnettiamo con il nostro potere spirituale.
“Siamo addormentati, e questa vita è un sogno, non in senso metaforico o poetico, ma in senso vero…
Quando cominciarono ad indagare nella realtà non-ordinaria, scoprirono che ogni uomo disponeva già dalla nascita di un alleato animale. Notarono anche che i bambini, ancora vicini alla natura e agli spiriti, conoscevano istintivamente quale fosse il loro animale guida. Scoprirono poi che le persone adulte potevano attingere al potere dell’animale alleato purché ne prendessero coscienza. Scoprirono infine che si poteva avere più di un animale di potere ma che, in ogni caso, uno risultava dominante rispetto agli altri.
L’animale guida è di solito un animale selvatico, poiché gli animali domestici hanno perduto una parte del loro potere naturale durante l’addomesticamento. Può tuttavia anche essere un animale mitologico o ‘irreale’. Niente, nella visione sciamanica, è irreale o impossibile. Ogni animale ha un potere ben preciso che lo contraddistingue che è anche un dono e un messaggio per noi.
La ricerca del proprio animale di potere risulta preziosa ed efficace per individuare le proprie risorse interiori ed i propri talenti inespressi.
“Chi sogna di giorno conosce molte cose che sfuggono a chi sogna solo di notte.
Il loro compito è quello di seguire la nostra evoluzione e, per questo, vengono definiti guardiani. Non sempre uno spirito guardiano segue il proprio protetto dalla nascita fino alla morte. Durante la propria vita può capitare che la persona venga assistita nel proprio percorso evolutivo da aiutanti eterici diversi. Tutto dipende dal tipo di guida di cui la persona ha necessità in quel momento.
Gli spiriti guardiani esistono ad una frequenza vibrazionale più sottile di quella percepibile dai nostri sensi. Questo significa che per noi è difficile vederli e ascoltarli in uno stato di coscienza non alterato, ma possiamo conoscerli compiendo un viaggio sciamanico. Gli spiriti guardiani lavorano con le nostre anime, in armonia con l’intelligenza universale, per aiutarci ad ampliare la nostra visione ed elevare il nostro spirito.
L’esperienza dell’incontro con il proprio spirito guida è sempre qualcosa di estremamente prezioso: rimane scolpita nel nostro cuore e spesso influenza il nostro stesso modo di percepire la vita.
“Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni e la nostra piccola vita è circondata dal sonno.
Nella visione sciamanica l’anima si può frammentare quando subiamo abusi o violenze di vario tipo, oppure quando non accettiamo la perdita di una persona cara, oppure ancora quando viviamo forme di amore troppo possessivo o bisognoso, o quando rinunciamo a ciò che è importante per noi in cambio di un vantaggio o di un tornaconto o per paura di far soffrire gli altri. Ma possiamo perdere frammenti d’anima anche quando le nostre ambizioni rimangono deluse o per via dello stress e delle frustrazioni che accumuliamo nella vita di tutti i giorni. La frammentazione dell’anima, secondo lo sciamanesimo, ci rende più vulnerabili e può predisporci a malattie croniche, immunodeficienza, depressione, perdita della memoria, oppure un senso di alienazione rispetto agli altri o alla vita in generale.
Quando si procede ad un recupero dell’anima ciò che viene portato indietro è il frammento d’anima, col potere ad esso connesso. La pratica del recupero dell’anima ci offre l’opportunità di andare a cercare questi frammenti perduti e di reintegrarli in noi, ricostituendo la nostra interezza spirituale e il nostro equilibrio psico-fisico.
“Io e te siamo una sola cosa: non posso farti male senza ferirmi.
Siamo invece abituati a portare la nostra attenzione sul singolo filo (noi stessi) e al massimo su qualche altro filo che ci sta vicino, e di lì a trarre conclusioni sul tappeto intero, conclusioni inevitabilmente distorte dalla nostra visione limitata, legata alla nostra posizione rispetto al tutto e alla prospettiva dalla quale osserviamo. Sapere che esiste un disegno molto più grande, che trascende ciò che possiamo percepire con i nostri sensi fisici, è il primo passo per correggere la visione miope che abbiamo di noi stessi, degli altri e del mondo che ci circonda: pensare in modo individualistico ci riporta alla prospettiva del singolo filo e ci impedisce di agire per il meglio. Immaginiamo cosa succede quando cerchiamo di danneggiare un nostro simile. Poniamo, ad esempio, che il colore del filo che sta al nostro fianco proprio non ci piaccia e che, per questo, decidiamo di strapparlo: se avessimo una visione più ampia, potremmo constatare che un’azione del genere danneggia il tappeto intero e, quindi, anche noi stessi in quanto parte di esso. Senza quel filo, bello o brutto che l’abbiamo giudicato, tutto l’insieme avrà perso qualcosa e non sarà più lo stesso.
Più ci allontaniamo da questa visione globale, meno cioè riusciamo a vedere il ‘tappeto dell’umanità’, più il nostro disagio cresce. Percepirsi separati, infatti, dà luogo al sentimento forse più doloroso col quale ci confrontiamo: la solitudine.
“Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori.
Se vogliamo davvero trasformare il pianeta, e creare un mondo migliore per noi e per i nostri figli, dobbiamo allora iniziare col trasformare noi stessi, cominciando dalle nostre emozioni depotenzianti, il peggior tipo di inquinamento che riversiamo nell’ambiente quotidianamente.
Trasformando le nostre emozioni negative e riconnettendoci con le nostre forze spirituali potremo contribuire tangibilmente a risanare il pianeta.
L’universo è olografico, l’inquinamento che vediamo al di fuori è anche dentro di noi. Molti sciamani dicono che stiamo sognando il sogno sbagliato. Viviamo nell’illusione di essere separati dalla natura e dai regni spirituali, ci crediamo vittime della nostra vita e dell’ambiente che ci circonda. Ma è davvero così?
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