Nasce da un volere potente, uno di quei voleri un po’ casuali un po’ intuitivi, progettato per un passatempo e archiviato come progetto mal riuscito.
Nasce dal dualismo del Vuoto e del Pieno, dell’Acqua e del Fuoco della Materia e dello Spirito; nasce dall’incontro scontro di due amanti planetari che non furono solo roccia o energia, ma furono pensiero e coscienza, volontà e creatività.
Al Tempo fu affidata la custodia del Mondo al Sole il suo respiro e ai primi figli del Cosmo il diritto di procreare ed inventare.
Legarono le invenzioni con un filo sottile di energia, una pulsante energia brillante che si sposasse e amalgamasse con la materia. Il vuoto le connetteva, l’etere le sosteneva, ma era la stessa energia a toccare volente ogni cellula dello spirito.
Spirito e Materia non si compresero, ma si unirono, non si amarono , ma si sopportarono. Troppo instabile questo rapporto per non lasciare un garante e, così, nacque la mente affinché gestisse un rapporto così complesso.
Gli ibridi videro, pensarono, adorarono e si moltiplicarono. Credevano a ciò che gli fu fatto credere, vedevano ciò che gli fu fatto vedere, pensavano senza comprendere.
Sottomessi con le bugie, frenati con l’inganno, dormienti per fisica e ignari per paura.
Come un grande plotone si crearono soldati vincolati nella fantasia, rinchiusi nell’immaginazione e inquadrati nella religione. Un plotone di schiavi cresciuti convinti che la materia fosse tutto, che la mente avesse ogni potere e che lo spirito osasse solo la morte.
Vuoto e Pieno divennero Bene e Male, bianco e nero, luce e buio, Inferno e Paradiso e la paura guidò le scelte dell’essere ibrido. I Colonnelli del Plotone ebbero qualche parola in più, un ruolo diverso e tanta materia, ma a nessuno fu concessa la Verità.
Come intrepido nazionalista del proprio elemento, lo Spirito innescò la sua battaglia, nascosto sotto i giochi della mente, ma palese nei meandri della notte e del sonno. I Colonnelli subirono questo assalto e convocarono la Scienza perché l’ibrido fosse confuso e archiviasse le sensazioni sotto il nome di malattie o nevrosi.
L’ibrido era confuso, ciò che sentiva non trovava sfogo, ciò che sapeva non aveva conferme e per pensare non aveva tempo. I Colonnelli lo avevano inquadrato in un sistema lavoro perché desiderasse materia e insieme la producesse.
Giunse ancora lo Spirito con i suo attacchi, chiamò dal buio della morte i sui rinforzi, lanciò messaggi, produsse fenomeni, scavalcò le religioni e pianse la sua Verità. I Colonnelli allora chiesero aiuto ai burattinai dell’informazione ai mercenari della scienza e dell’ingegno. Dettero all’ibrido la TV e tutto si spense in un triste canale.
Ensitiv
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QUALCHE PICCOLO CONSIGLIO DI LETTURA
Olena
Un quadro illuminante . Una rivelazione velata a chi capace di leggere non solo con gli occhi. Credo che quel volere potente spinge a continuare questa “fiaba”. Anche perché non credo che è finita. Grazie !