V.I.T.R.I.O.L. (Cailleach)
Finalmente sono riuscito a leggere questo libro che da troppo tempo mi aspettava, fissandomi dritto negli occhi, ogni volta che passavo davanti alla mia piccola biblioteca personale, sussurrandomi all’orecchio: “Leggimi! Leggimi!”.
Questo racconto, scritto da Vito Ditaranto, sarebbe il continuo del precedente (che avevo già recensito) V.I.T.R.I.O.L. (l’Artigliatore), ma è fatto in modo che i due racconti possano essere apprezzati anche in contesti separati perché sono indipendenti l’uno dall’altro, nonostante ci sia una linea sottile che unisce il tutto.
Devo dire che tra il primo V.I.T.R.I.O.L. e il secondo c’è stata una grande evoluzione. Adesso sono riuscito ad immedesimarmi nel personaggio principale e vivere in prima persona la sua avventura (col primo libro non ero riuscito a farlo).
Il personaggio in questione è un ragazzo di nome Giovanni Biondi e abita a Taranto. Lui ha la capacità (si può chiamare dono oppure maledizione, dipende dai punti di vista…) di vedere i fantasmi e altre entità incorporee. Questa capacità lo porta a trovarsi in situazioni a dir poco pericolose.
Il suo sesto senso molto sviluppato lo aiuta a trovare le persone che sta cercando ma non essendo invulnerabile rischia sempre di rimetterci la pelle.
L’autore ci porta in uno scenario che mi ricorda molto le avventure di Kay Scarpetta nei primi libri di Patricia Cornwell, spingendo Giovanni sulle tracce di un assassino perverso, mettendo a repentaglio la propria vita e quella delle persone a lui vicine per riuscire a fermare una strage annunciata da tempo, grazie alla sua preveggenza.
Il romanzo è condito con molti elementi: amore, amicizia, coraggio, saggezza ma anche tanta paura, ribrezzo, rabbia, odio, suspance e colpi di scena, il tutto sempre accompagnato da note esplicative che rendono il testo ancora più interessante. Diciamo quindi Vito Ditaranto non ci fa mancare niente e di questo gliene dobbiamo rendere atto.
Unico difetto: nel retro della copertina non si leggono i caratteri scritti perché il fondo è troppo scuro… ma questa è veramente un piccolezza che non toglie assolutamente niente al valore del prodotto.
Insomma, un ottimo libro che catalogherei senza dubbio come un Giallo con la G maiuscola!
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Blackstar (25-07-2016)
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