Colpite cinque località costiere nel sud. In totale i feriti sono 40.
La polizia: ‘Non è terrorismo’
Almeno quattro persone sono morte e una quarantina sono rimaste ferite in Thailandia in una decina di esplosioni, che in questi giorni hanno colpito cinque località costiere nel sud del Paese, tra cui le mete turistiche di Hua Hin e Phuket. Tra i feriti due italiani.
Gli attacchi, che non sono stati rivendicati, appaiono chiaramente coordinati.
Mentre continuano le indagini, le autorità di Bangkok – notoriamente timorose degli effetti sul turismo – hanno escluso l’ipotesi terroristica e in particolare il terrorismo islamico, preferendo parlare di “sabotaggio locale”.
L’attacco più grave è avvenuto ieri sera a Hua Hin, 200 chilometri a sud di Bangkok. In una via adiacente a un popolare mercatino turistico, due ordigni sono esplosi a venti minuti di distanza, causando un morto e oltre 20 feriti tra cui due italiani. Uno di essi è stato dimesso dopo le prime cure, mentre il secondo – il 51enne Andrea Tazzioli, di Genova – è stato operato alla spalla per rimuovere una scheggia. “Ero a due metri dalla bomba, sono stato fortunato”, ha raccontato all’ANSA.
Ma è da ieri mattina che la strategia coordinata degli attacchi è diventata evidente.
Di nuovo a Hua Hin, altri due ordigni vicino alla torre dell’orologio hanno causato un morto. Un’altra vittima thailandese si è registrata a Surat Thani, più a sud, dopo una cerimonia per il compleanno della regina thailandese Sirikit. E poi a Phuket, nella turistica zona di Patong, un ordigno minore è esploso, causando un ferito, e altre bombe minori sono state identificate e disinnescate dalla polizia.
Alla luce di questa serie di attacchi, va contata tra gli attentati anche l’esplosione di l’altro ieri pomeriggio in un mercato a Trang, nell’estremo sud, che ha causato un altro morto. Sia a Hua Hin sia a Phuket, le autorità hanno invitato i turisti a evitare le zone affollate.
Ancora da chiarire la matrice degli attacchi. Un movimento separatista islamico è presente da oltre un decennio nell’estremo sud ed è responsabile di una guerriglia costata oltre 6 mila morti, ma finora ha sempre colpito nelle quattro province, dove è attivo, e non ha mai mostrato nessun legame con il terrorismo islamico globale o con l’Isis.
È possibile anche un movente politico, dopo l’approvazione della nuova Costituzione nel controverso referendum di domenica scorsa. Lo stesso premier Prayuth Chan-ocha ha indirettamente puntato il dito contro l’opposizione.
Il fatto che oggi sia l’84esimo compleanno della regina, e che i militari ora al potere siano i più strenui difensori della monarchia, rafforza l’ipotesi di attacchi simbolici per lanciare messaggi. Nell’attesa di fare chiarezza, la Thailandia è in stato di allerta.
Fonte: www.ansa.it
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