I Tarocchi
Cosa sono i Tarocchi? E perché sono considerati “espressione culturale” prima ancora di essere un semplice oggetto “divinatorio”? In verità i Tarocchi rappresentano la Natura in tutta la ricchezza delle sue infinite possibilità; pertanto ad essi possono essere attribuiti non uno ma tanti significati, ecco perché sono una forma culturale di un passato che giunge fino al nostro presente.
I Tarocchi infatti rappresentano graficamente una tradizione orale con circa ottanta immagini, ricche di simbolismo, col quale chiamano sia il “lettore” che il “l’interrogante” da un mondo al di là di quello della vita di tutti i giorni.
Le settantotto carte del mazzo dei Tarocchi possono essere usate per la divinazione, ovviamente, ma possono fare molto più di questo. Attraverso le loro ricche metafore forniscono un mazzo ideale per esplorare quelle domande filosofiche, psicologiche e spirituali che riguardano lo scopo della nostra esistenza nel mondo Chi siamo e perché siamo qui? I Tarocchi offrono, infatti, un percorso verso la conoscenza di se stessi e pongono nelle nostre mani uno strumento che può aiutarci a vedere al di sotto della superficie degli eventi quotidiani per capire quali ne siano le cause, il progetto, il disegno divino, il significato di fondo.
I Tarocchi ci offrono un mezzo per esplorare le idee della Wicca e del Druidismo, perché sono sia intimamente legati a entrambi storicamente e filosoficamente, sia perché spesso attingono alle stesse fonti di saggezza ancestrale che includono un grande rispetto per la Terra, il festeggiamento delle otto cerimonie stagionali (gli equinozi, i solstizi e le feste centrali a ciascuna stagione), l’uso del cerchio magico e dei quattro elementi (Terra, Aria, Fuoco, Acqua).
I Tarocchi, così come il Druidismo e la Wicca contemporanei, sono il risultato di un’evoluzione di idee e pratiche. Una fase chiave per lo sviluppo dei tre sistemi si verificò nel diciannovesimo secolo, con l’avvento dell’Ordine Ermetico della Golden Dawn, che riuscì a sintetizzare molti dei filoni diversi provenienti dalla tradizione Magica Occidentale. Gli insegnamenti della Golden Dawn ebbero come risultato la creazione di tre dei più importanti mazzi dei Tarocchi moderni: lo Smith Waite, il Thoth e quello di Costruttore dell’Adytum.
Sappiamo inoltre che nel passato i maghi popolari usarono i Tarocchi: a Venezia, ad esempio, nel 1589 una donna di nome Angela fu accusata di praticare la magia e di aver raccomandato l’uso dei Tarocchi ad uno dei suoi clienti.
Parecchi scrittori viventi al tempo degli antichi Druidi raccontavano come questi insegnassero le dottrine di Pitagora, che includevano la scienza mistica dei numeri. Dal momento che Pitagora è il padre della numerologia e vantava di essere stato iniziato ai Misteri Egizi, è possibile che nell’accingerci allo studio dei significati numerologici dei Tarocchi, stiamo in verità, ascoltando voci provenienti da un passato remoto e non solo dunque dei saggi Druidi, ma anche di sacerdoti e sacerdotesse Egizie.
I Bardi antichi, dunque intrisi di saggezza druidica, usavano il potere delle immagini per ricordare le loro storie e per dipingere quadri nella mente dei loro ascoltatori. Molte di queste immagini avrebbero trasmesso le stesse idee archetipe dipinte nei Tarocchi.
Una tra le storie antiche di maggiore ispirazione, che ha influenzato profondamente la Wicca ed il Druidismo moderno, è quella di Taliesin e della Dea Ceridwen, che vissero in Galles.
Lì, accanto al lago Bala, Lei procreò due figli: una femmina di grande bellezza ed un maschio così brutto che Ceridwen decise che il figlio avrebbe avuto almeno la saggezza. Nei libri degli alchimisti mistici, noti come i Fferyllt, trovò una ricetta per ottenere la saggezza sotto forma di un elisir che si doveva preparare in un calderone (il Calderone rappresenta di per sé l’idea della mescolanza alchemica, che riporta un’immagine di produzione delle medicine archetipe).
Ceridwen scelse dunque un vecchio cieco ed un bambino che si chiamava Gwion per curare il fuoco sotto il calderone. Ma non appena l’elisir fu pronto, per errore, le prime tre gocce più forti e vitali furono bevute non dal suo brutto figlio, ma da Gwion. Ceridwen lo inseguì, ma lui scappò trasformandosi in una lepre, così Lei si trasformò in un levriero per raggiungere la lesta lepre. Mentre stava per agguantarla, Gwion si mutò in un pesce, Ceridwen allora gli diede la caccia come foca e di nuovo, nell’attimo prima di essere catturato costui si trasformò in un uccello, così Lei si trasformò a sua volta in un falco. Gwion mutò ancora una volta in un chicco di grano e venne mangiato da Ceridwen che nel frattempo si era trasformata in una gallina.
Dopo nove mesi la Dea Ceridwen diede alla luce un bambino, che pose in una borsa di pelle e lasciò andare alla deriva nell’oceano. La borsa galleggiò fino a che venne trovata da un uomo che diventò il padre adottivo di quel bambino che egli chiamò Taliesin, nome che significa “Fronte Radiosa”. Taliesin crebbe e diventò il miglio Bardo della Terra.
In questa storia è codificato l’intero percorso degli insegnamenti che ci mostrano il cammino col quale anche noi possiamo diventare “il miglior bardo” della Terra; in altre parole, come possiamo trovare ed esprimere pienamente il nostro essere creativi nel mondo. Alla base di questo processo sta la Danza tra il Dio e la Dea, l’interazione tra le forze del maschile e del femminile, interpretate da Ceridwen e Gwion in questo racconto. Molti studiosi pensano che l’inseguimento tra i due protagonisti sia allo stesso tempo spirituale ed erotico, con la creazione di un essere illuminato come risultato della loro unione finale.
L’unione tra queste due forze è definita “Matrimonio Alchemico” ed è un tema centrale anche nei Tarocchi: negli Arcani Maggiori li vediamo ritratti come il Signore e la Signora e come la Grande Sacerdotessa ed il Grande Sacerdote. Li vediamo unirsi nella carta de “Gli Amanti” e vediamo la loro unione divenire più profonda in “Il Fferyllt”. La necessità della separazione è visibile ne “La Torre” e “La Morte” ed il risultato dell’unione in “La Rinascita” ed “Il Mondo”. Inoltre “il Mago”, “La Giustizia” e “La Stella” rappresentano il tema delle due forze, o dei due mondi ed i modi in cui interagiscono.
Essi condividono la stessa fondamentale comprensione metafisica della vita, ed ecco perché viene così naturale trasporre lo sviluppo del simbolismo del racconto di Ceridwen e Taliesin sia negli Arcani Maggiori che in quelli Minori.
Da questa comprensione metafisica condivisa proviene la convinzione che dall’unione del Dio e della Dea, descritta nei “Misteri Interni” degli Arcani Maggiori, nasca l’universo del mondo dello spazio e del tempo, illustrato nelle carte degli Arcani Minori ( i “Misteri Esterni”). Qui le carte di seme si muovono a partire dal momento della nascita dell’anno al Solstizio d’Inverno attraverso il viaggio delle stagioni, mentre le carte di corte rappresentano i sedici diversi tipi di personalità che l’anima può usare per funzionare nel mondo esterno.
Per approfondire ciò ulteriormente si può porre le ventidue carte degli Arcani Maggiori in un cerchio, a rappresentazione della vita e del viaggio dell’Anima. Poi si forma un secondo cerchio di quaranta carte di seme intorno ad esso per rappresentare la vita ed il viaggio della Terra intorno al Sole. Le Carte così poste, rappresenterebbero simbolicamente due circuiti, il mondo interno ed esterno, il Sé e le Circostanze, l’Anima ed il Mondo. Infine si può formare un terzo cerchio di carte tra i due precedenti in modo da vedere i sedici tipi di personalità delineate dai Tarocchi ad illustrare i sedici modi con cui il mondo esterno e quello interno si possono incontrare nell’essere umano.
Disponendo le carte in questo modo potete vedere come la vostra consapevolezza quotidiana funzioni all’interno del secondo cerchio di sedici carte. Potrete rivolgere la vostra attenzione all’interno, verso il cerchio di ventidue carte, per esplorare la vita interiore della vostra anima, o all’esterno al cerchio di quaranta carte, per capire gli eventi e il progresso della vostra vita nel tempo reale.
Quando si usano i Tarocchi, è bene trattare le Carte con riverenza, affinché chi accetta la “lettura” possa provare gioia; per fare ciò è importante dedicare con benevolenza le Carte, benedicendole per stabilire un contatto profondo fra il richiedente e le Carte stesse.
E’ possibile inoltre, prima di “usarle”, toccarle ad occhi chiusi per “sentirle”, prima ancora di vedere le immagini e coglierne la simbologia. Si possono collocare tutte le Carte e toccarle ad una ad una affinchè ci si predisponga alla lettura alchemica in modo da essere pronti a ricevere. Dare l’Anima del “lettore” alle Carte per ricevere la loro saggezza; sì perché esse prendono e danno in egual misura: sta al lettore saper cogliere questo delicato equilibrio.
Quando si effettua una divinazione si deve anche porre attenzione su tre elementi ben distinti: lo scopo della lettura, la disposizione con cui si disporranno le Carte e il momento preciso in cui esse vengono tagliate dopo esser state mescolate o quando sono scelte da una fila.
Come primo passo è utile chiedersi quale sia lo scopo della lettura, perché sapere “cosa accadrà” è troppo semplicistico; mentre le Carte possono essere usate come Guida per avere una maggiore comprensione in relazione al vissuto del richiedente: per esempio potrebbero essere usate per esplorare le cause che sottendono un determinato argomento.
Il secondo passo consiste nella scelta delle disposizioni delle Carte alla ricerca di un riscontro il più possibile aderente alla situazione; infine il terzo passo, ovvero il momento in cui si tagliano le Carte: si possono “lavare” spargendole a caso capovolte e muoverle a caso, fino a che non le si raccoglie di nuovo nel mazzo. Quando le Carte sono mescolate sufficientemente, si formula la domanda o lo scopo della consultazione e a questo punto si può distribuirle in una linea, coperte, poi si scelgono in modo intuitivo.
Concepiti così i Tarocchi divengono ben più di uno strumento per divinare il modello di sviluppo della nostra vita nel mondo esterno. Piuttosto ci offrono l’opportunità di osservare il lavoro continuo della nostra anima e i modi in cui questo influenzi e venga influenzato dai meccanismi del mondo.
Fonte: “I Tarocchi Druid Craft” – Philip e Stephanie Carr-Gomm.
SE VUOI SAPERNE DI PIU' SULLA NOSTRA ORGANIZZAZIONE E IL PERCORSO CHE PROPONE, TI INVITIAMO A CONSULTARE LE SEGUENTI SEZIONI:
Se vuoi saperne di più sulla nostra organizzazione e il percorso che propone, ti invitiamo a consultare le seguenti sezioni:
Puoi anche contattarci al seguente indirizzo: info@centrokuun.it.SE TI E' PIACIUTO L'ARTICOLO CONDIVIDILO SUL TUO SOCIAL PREFERITO
QUALCHE PICCOLO CONSIGLIO DI LETTURA
salvatore
Bellissimo. Grazie