Al via la sperimentazione su strada dal 2019
Un “supermodificante al grafene” che aumenta la resistenza delle strade al passaggio delle auto, riduce il ‘graffio’ degli pneumatici e in poche parole aumenta la vita utile dell’asfalto: eccola la tecnologia italiana che per la prima volta è stata testata su strada. I test pilota sono stati condotti in Italia, sulla Ardeatina romana, con un brevetto tutto italiano depositato nel novembre 2017, che fa parte del Progetto Ecopave, un programma di ricerca durato tre anni.
A sperimentare il supermodificante – un ingrediente che permette di migliorare le prestazioni dell’asfalto, rendendolo più resistente, antismog, antighiaccio e via dicendo – è stata Iterchimica, che si occupa proprio di tecnologie per migliorare le prestazioni dell’asfalto, in collaborazione con Directa Plus, produttore e fornitore di prodotti a base grafenica quotato all’AIM di Londra. La sperimentazione ha riguardato il rifacimento dei due strati più superficiali di una sezione lunga un chilometro della strada Provinciale Ardeatina a Roma. Dallo scorso novembre le performance del manto stradale sono state costantemente monitorate da Iterchimica in collaborazione con un laboratorio indipendente.
I tecnici hanno verificato come alla prova dei fatti i miglioramenti siano stati su tutti i punti di vista, dalla resistenza alla fatica alla resistenza alla deformazione. “A seguito del successo della prova effettuata, Iterchimica e Directa Plus stanno valutando di replicare l’esperimento sia in altre zone d’Italia sia all’estero, nello specifico in Regno Unito, Stati Uniti e Oman”, dice ora la società.
Nel prodotto italiano c’è anche una ricaduta importante dal punto di vista ambientale. La combinazione di nuove tecnologie (come Gipave) e la rigenerazione delle vecchie pavimentazioni stradali” permettono infatti il riuso dei materiali già presenti sulla strada, l’aumento della durata delle stesse e la conseguente diminuzione della manutenzione. Tanto che, stimano, le strade realizzate con Gipave potranno essere riciclate al 100%, riducendo così l’estrazione di nuovi materiali e l’impiego di bitume di primo utilizzo.
“I test su strada sono stati fatti proprio per validare gli eccellenti risultati di laboratorio, almeno +250% di resistenza a fatica, e rappresentano un ulteriore passo verso l’obiettivo che ci siamo posti: strade riciclate e riciclabili al 100%, prodotte a basse temperature, durature, senza buche e rispettose dell’ambiente”, spiega Federica Giannattasio, ad di Iterchimica.
Il brevetto a base di grafene è stato depositato a novembre 2017, mentre tutto il progetto durerà tre anni. Insomma, se venisse applicato a tutte le strade, potrebbe rivelarsi un ottimo investimento sia a livello economico che ambientale.
Rispetto a un asfalto tradizionale, secondo l’azienda, quello al grafene permette il miglioramento di resistenza alla fatica con un risultato superiore al 250%, resistenza alla deformazione a parità di sforzo applicato, il modulo di rigidezza, infatti, è stato misurato a diverse temperature mostrando un miglioramento del 46% a 40°C, resistenza al passaggio di veicoli del 35% in più e infine, sul piano della deformazione plastica permanente: i valori di ormaiamento (traccia lasciata dagli pneumatici) sono risultati inferiori del 35% a 60°C.
Fonte: Greenme.it , Repubblica.it
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