La Spada di Goujian
I praticanti di arti marziali cinesi spesso sono abituati ad avere a che fare con repliche più o meno economiche delle armi tradizionali. Con poche decine di euro ci si può permettere una jian buona per allenarsi ma, fortuna per le dita di chi impara, poco adatta a tagliare. Ovviamente non è sempre stato così. In passato, certe tipologie di armi erano costruite da sapienti artigiani, con materiali tanto pregiati e tecniche complesse che le rendevano accessibili solo a determinate classi sociali. Per esempio possedere un´eccellente spada, millenni fa, poteva essere un privilegio alla portata solo di un nobile ed è anche per questo motivo che intorno a queste fiorivano leggende e storie che le magnificavano come oggetti divini. Ma quanto è giustificato l’alone di leggenda che circonda queste armi? Nel 1965, durante degli scavi archeologici nel bacino idrico di Jingzhou (Hubei, Cina), venne ritrovata in una tomba, una spada in bronzo, perfettamente conservata, attribuita dagli archeologi a GouJian, re dello stato Yue nel periodo degli stati combattenti ( 403-222 a.c). La cosa più sorprendente è che dopo più di 2000 anni, oltre ad essere ancora in perfette condizioni di lucentezza, la spada è ancora in grado di tagliare. Sicuramente ci saranno state una serie di condizioni fortunate che hanno permesso all’arma di conservarsi così bene ma questo può darci un idea della maestria raggiunta dai cinesi nel costruire spade già 2000 anni fa.
Va evidenziato come, tra tutte le popolazioni, i cinesi furono gli ultimi a sostituire le armi in bronzo con quelle in acciaio e gli unici ad arrivare a leghe con quantità di stagno quasi doppia rispetto allo standard (20%). In questo modo ottenevano materiali molto duri ma purtroppo anche fragili. Per ovviare tale problema, per le armi più pregiate, i forgiatori riuscivano a diversificare le quantità di stagno a seconda delle esigenze. Se il nucleo della lama poteva tendere al rame quasi puro, sui bordi si arrivava ad alte concentrazioni di stagno, con il risultato di ottenere una spada affilata ma non troppo fragile.
La spada di Goujian sembra il manufatto perfetto per dimostrare la loro bravura nel forgiare oggetti con il bronzo, è infatti una spada di rara bellezza sia nell’estetica che nella tecnica. Su uno dei due lati della lama troviamo una sorta di “attestato” di proprietà che ci dice che la spada è stata costruita per l’uso personale del re di Yue. Oltre “all’attestato di proprietà” i lati della lama sono decorati con motivi romboidali, di carattere prettamente estetico, che la rendono subito riconoscibile. Essendo un arma pregiata, la lama è stata composta con un bronzo a tenore di stagno diversificato, con la procedura precedentemente illustrata.
Una delle leggende che la riguardano dice che un giorno alla corte di GouJian venne invitato Xue Zhu un famoso maestro di spada. Dopo aver visto i tesori e le armi di del Re Xue Zhu lodò solamente questa spada consigliando al possessore di non cederla, nemmeno in cambio di tre ricche città. Siamo sicuramente davanti ad un oggetto unico, anche per l’epoca, ma ci fa capire perché nella cultura tradizionale cinese la jian sia considerata come l’arma più nobile.
La spada è oggi conservata nel museo provinciale di Hubei.
Di seguito vi riportiamo un articolo di Ciro Sabatino per aggiungere altre informazioni a riguardo di questa spada misteriosa:
Agli inizi di agosto la British Library lanciò un appello per decifrare un codice inciso su una spada vichinga. Migliaia di utenti Twitter provarono a dire la loro su quella scritta. E si scoprì che si trattava di una antica preghiera. Oggi un’altra spada sale agli onori della cronaca. Si tratta della leggendaria Goujian, l’Excalibur cinese, che sfida il tempo e reca una misteriosa scritta ancora non decifrata completamente. La Rete si rimette a lavoro.
La ritrovarono cinquant’anni fa. Nel dicembre del 1965. A sette chilometri dalle rovine di Jinan, nella provincia di Shandong, in Cina. Era in una delle cinquanta tombe che gli archeologi scoprirono in quell’area. La spada era conservata in una scatola di legno nero. Inguainata.
Quando gli studiosi la tirarono fuori dal suo fodero, rimasero senza fiato. La lama era intatta, neanche sfiorata dal tempo.
Era rimasta sepolta duemila anni, ed era ancora in grado di tagliare una pila di venti fogli di carta.
Lunga 55 centimetri, interamente di bronzo, Goujian pesava 875 grammi ed era la classica spada a doppio filo della tradizione cinese. Sull’elsa una delicata seta. Mentre decorazioni di cristalli blu e turchesi disegnavano i due lati della lama. Neanche un filo di ruggine. La spada aveva sfidato e vinto il tempo. Nessun segno di ossidazione. Tecnicamente impossibile da credersi.
Ma le sorprese non finirono qui. Su uno dei lati della spada erano visibili delle scritte. Disposte su due colonne. Otto caratteri in tutto, in un’antica lingua cinese. Una variante dello Zhuan Shu, una scrittura ‘sigillare’ pittogrammica difficile da interpretare.
Sei degli otto caratteri vennero subito decifrati. Dicevano che la spada apparteneva al Re di Yue, e che era stata realizzata per uso personale. Sugli altri due caratteri calò una coltre di mistero che per anni ha diviso gli studiosi.
Si decise che almeno uno dei due ‘segni’ facesse riferimento a Goujian, l’ultimo presunto imperatore dello Stato di Yue. E da quel momento la spada prese il suo nome.
Fin qui la storia dell’incredibile ritrovamento. Gli studi, successivamente, si sono concentrati sulla composizione chimica di Goujian, che è oggettivamente uno degli aspetti più misteriosi della spada che ‘attraversa il tempo’.
I test dimostrano iche i fabbri di Yue avevano raggiunto una tale conoscenza di metallurgia da essere in grado di incorporare leghe inossidabili nei loro lame. Le spade dei maestri cinesi erano state trattati con sostanze chimiche resistenti alla ruggine, aiutandole a sopravvivere nei secoli senza alcuna ossidazione.
Ma in queste ultime settimane, proprio mentre in Inghilterra teneva banco la misteriosa scritta della spada vichinga esposta a Londra, in una mostra sulla Magna Carta, si è ritornato a parlare di Goujian e di quei due pittogrammi ancora avvolti nel mistero. In quei due caratteri, secondo molti, si nasconde un segreto: il nome reale dell’ultimo Imperatore del “Periodo delle primavere e degli autunni”, un pezzo di storia cinese (tra il 770 a.C. e il 454 a.C.) ancora ammantato di leggende e misteri.
Fonti: http://www.kungfulife.net/blog/la-spada-di-goujian/; http://gialli.it/goujian-la-spada-dei-misteri
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