Cos’è il SEMAFORO e cosa s’intende per “delirio dei potenti”?
Il semaforo è il segnale che scaturisce da dentro le viscere di noi stessi per allarmarci, affinché s’inneschi in noi il corretto meccanismo di difesa. Il Delirio dei Potenti è invece il lamentevole richiamo di sussistenza, l’uso indegno delle attitudini che albergano in ciascuno. Questo Non è un articolo che parla di classi sociali, bensì di classi di lavoratori, i quali col loro onesto lavoro producono; e di classi di parassiti, che millantano per affermarsi nelle società.
Buongiorno a voi, che leggete.
Scrivo perché ho intenzione di denunciare il dilagante delirio che serpeggia a queste latitudini. Mi ritrovo a camminare pensando agli affari miei, per dirla con un eufemismo, per accorgermi quasi con stupore di come gli affari privati, ovvero la vita privata, sia un baluardo da difendere con le unghie e coi denti.
Ci sono infatti persone in questo pazzo mondo, che non hanno una loro vita, perché non posseggono valori né ideali; pertanto per costoro l’unica ragione di vita è parassitare vite altrui.
Questo non è un articolo dove si parla di SAPERE, né di sapere ESSERE, al contrario è un articolo dove s’invita a comprendere come la propria vita diventi “miele” nelle mani di predoni, disposti a fare gli usurai, con abusi di potere e di ufficio pur di parassitare e succhiare tutta l’altrui linfa vitale.
Chi sono i predoni? Qui sta il bello, perché sono proprio il vicino della porta accanto, quello che ti sorride quando attraversi la strada, quello che incontri spesso negli stessi luoghi che frequenti abitualmente; quello/a per cui ti ritrovi a sorridere pensando a quanto sia stato gentile poc’anzi; anche se a ben riflettere, scandagliando dentro l’infinito te stesso, rilevi un senso di malessere che serpeggia ed una sensazione strana sorge dall’Anima, come un monito a non lasciarti incantare…; come un faro nella notte, si accende dunque una spia rossa in te.
Il Semaforo psichico è in azione: Pericolo in avvicinamento. Tuttavia, se tu sei un irriducibile ottimista, scrolli le spalle, pensando ad una forma di stanchezza (e di per sé sai che se stanchezza c’è, allora il tuo Corpo ti sta dando dei segnali di varia natura per interrogarti sull’origine di quei sintomi).
Naturalmente tu, che vivi anni luce, da tutte le forme parassitarie, non puoi e non-vuoi capire.. e qui sta il tutto, ovvero la truffa è in agguato.
Tu, non puoi capire che accade; non ci riesci per quanto ti sforzi perché vivi lasciando vivere, vivi amando, vivi cantando la vita, vivi augurando ogni forma di grazia al tuo prossimo convinto che ogni essere vivente abbia diritto all’abbondanza… ahahah!
Non è così. L’ho imparato a mie spese. Spese materiali e ahimè, ancor più spirituali.
Ci sono molti, tantissimi esseri la cui ragione di vita, non è prosperare per le proprie capacità, ma arricchirsi usando abilità dialettiche, medianiche, psicologiche per plagiare persone e convincerle che essi sono ciò che sarà la loro fortuna: una specie di banda come “Il gatto e la Volpe”, amplificati all’ennesima potenza. Sì perché più parassitano, più si rinforzano ed acquistano prestigio sociale: un circolo decisamente vizioso.
Entrando nel vivo del problema: in cosa consiste il parassitare? Bella domanda. La risposta è che non conosco risposta, ma so che la chiave di volta, per sincerarsene, sta nell’osservare i comportamenti del vicino, ovvero scrutarlo quando ti saluta con sapore mellifluo e ti pone domande apparentemente banali; le solite domande tipo: “Come va?”. Un tempo rispondevo “Bene. Grazie” e cogliendo una “luce” come di apertura solare, mi convincevo di aver fatto la cosa giusta. Errore!
Se poi alla domanda ricevuta, seguitavo io a chiedere “E tu, come stai?”, repentinamente e apparentemente senza nesso alcuno, coglievo un movimento del corpo; come a negare l’affabilità testè dimostrata.
Talvolta quel tipo di “vicino” usa un pretesto qualsiasi , per chiedere consigli, che egli stesso non desidera, ma che ritiene tu sia disposto a dargli, per accusarti di essere pieno di ego: surreale, ma vero. E se ciò non bastasse, vi guarda con finto interesse, allo scopo di conoscere la vostra opinione, su un determinato tema chiedendoVi: “Se…. cosa faresti?” .. ! Diffidate e dissimulate, perché rischiate che quella stessa situazione vi sia presto servita su un piatto d’argento.
Questo è un esempio per avvisarvi di dar fiato ai messaggi che giungono alla vostra attenzione, al vostro Sè.
Essi, infatti, sono semafori psichici col lampeggiante sul ROSSO, il cui LED proviene da quella parte profonda, consapevole, che chiede a voi di divenire conscia, affinché possiate svegliarvi da quel letargo che vi induce ad accettare senza consapevolezza alcuna ciò che vi sta accadendo.
Sono tanti, troppi quelli che usano tutti i mezzi possibili per distruggere, perché la loro affermazione, secondo tali menti, dipende dalla vostra distruzione, dall’annientamento fisico e psicologico di voi, come persona.
Da qui alla calunnia il passo è davvero breve.
La calunnia è un venticello
Un’auretta assai gentile
Che insensibile sottile
Leggermente dolcemente
Incomincia a sussurrar.
Piano piano terra terra
Sotto voce sibillando
Va scorrendo, va ronzando,
Nelle orecchie della gente
S’introduce destramente,
E le teste ed i cervelli
Fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
Lo schiamazzo va crescendo:
Prende forza a poco a poco,
Scorre già di loco in loco,
Sembra il tuono, la tempesta
Che nel sen della foresta,
Va fischiando, brontolando,
E ti fa d’orror gelar.
Alla fin trabocca, e scoppia,
Si propaga si raddoppia
E produce un’esplosione
Come un colpo di cannone,
Un tremuoto, un temporale,
Un tumulto generale
Che fa l’aria rimbombar.
E il meschino calunniato
Avvilito, calpestato
Sotto il pubblico flagello
Per gran sorte va a crepar.
(Rossini – Il Barbiere di Siviglia)
Quando si viene sporcati dall’infamia della calunnia, riprendersi è davvero difficile, non tanto perché si subisce la pressione psicologica, quanto piuttosto perché la gente, non aspetta altro che di avere un argomento di discussione per riempire le proprie serate; pertanto terrà dibattiti all’insaputa del malcapitato che oltre al danno, deve fare i conti anche con la beffa.
In sostanza i parassiti hanno un denominatore comune: la falsità. Chi è nato parassita, non ce la fa proprio ad essere onesto e mente spudoratamente per qualsiasi cosa, in qualunque occasione, con qualunque persona, soprattutto con chi in quel momento rappresenta un eventuale “pericolo” per il SUO establishment, addossando tutte le colpe al SUO antagonista, attraverso racconti fantasiosi via via arricchiti di particolari da esporre con fare carbonario, per assicurarsi consensi senza che l’oggetto delle sue maldicenze venga (subito) a scoprirlo.
Ecco perché scrivo: voglio esortarvi. Ascoltate suvvia sempre la Voce interiore, il SEMAFORO psichico che vi suggerisce che qualcosa attorno a voi, non va proprio come deve andare.
Questo mio articolo è un augurio. Vincete la paura; non assecondate l’omertà; scrollatevi di dosso le accuse infamanti; affrontate il pericolo, ma non siate incauti. Troppi là fuori sono pronti a parassitare. Facciamoci forza e non consentiamo a nessuno di prendersi gioco di noi. Giammai. Andate, semmai dalle Forze dell’Ordine, accettate eventuali colloqui doverosi in cui voi sarete sottoposti ad analisi, per cogliere i limiti e gli spazi delle vicende che andate narrando, ma in nessun modo temete le Istituzioni.
Chi è onesto, ha il diritto di camminare a testa alta. Sempre.
Cinzia Vasone
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