Il Fattore Rh
Il fattore Rh (o fattore Rhesus, dalla specie di primati Macaco Rhesus), si riferisce alla presenza di un antigene, in questo caso una proteina chiamata determinante antigenico D, che si trova sulla superficie dei globuli rossi, o eritrociti, e che è presente nel 85% della popolazione umana (circa il 40% nella popolazione europea). Gli studi scientifici suggeriscono che il fattore Rh Negativo sia comparso sul pianeta circa 35.000 anni fa all’interno di alcune aree geografiche molto circoscritte come la Spagna settentrionale, la Francia meridionale, i Paesi Baschi e la regione orientale ebraica. Solo il 3% degli africani e circa l’1% degli asiatici e dei nativi americani è Rh-. Il gruppo culturale con i più elevati tassi di sangue Rh- è quello dei berberi del Marocco, mentre la più alta concentrazione di Rh- si trova nell’attuale Iraq.
È un carattere ereditario e si trasmette come autosomico dominante, (cioè una forma di trasmissione di un carattere da un individuo a un altro, dove prevale un fenotipo su altri analoghi) e, se una persona possiede questo fattore, si dice che il suo gruppo è Rh Positivo (Rh+); se invece i suoi globuli rossi non lo presentano, il suo gruppo sanguigno viene definito Rh Negativo (Rh-). Il fattore Rh Negativo è recessivo, ovvero presente solo in individui omozigoti per quel carattere, quindi solo in individui figli di genitori entrambi Rh Negativi o eterozigoti per il fattore Rh.
Il sistema Rh è importante per la compatibilità delle trasfusioni sanguigne, anche se, a differenza degli antigeni del sistema AB0, gli anticorpi anti-Rh vengono prodotti dopo una prima trasfusione con sangue Rh+, in quanto l’antigene non è presente nell’ambiente. Un individuo omozigote per il fattore Rh Negativo può ricevere trasfusioni di sangue solo da un altro omozigote Rh Negativo, ma può essere donatore anche per omozigoti ed eterozigoti Rh Positivi.
“Perché esiste la malattia emolitica negli infanti, se tutti gli umani sono della stessa specie?”.
La malattia emolitica è la reazione allergica che avviene quando una madre Rh Negativo porta in grembo un bambino Rh Positivo. Nell’ultimo mese vi è un passaggio di anticorpi, utili per il nascituro, dal sangue della madre a quello del feto, ma gli anticorpi prodotti contro il fattore Rh possono essere dannosi. Se una donna Rh Negativa (Rh-) alla prima gravidanza partorisce un bambino Rh Positivo (Rh+), è probabile che i globuli rossi del feto con l’antigene Rh entrino nel circolo sanguigno materno; il corpo della madre reagisce, producendo anticorpi contro l’antigene estraneo che rimarranno presenti nel suo sangue. Questa reazione rientra nella tipologia delle reazioni di ipersensibilità. In caso di una seconda gravidanza, gli anticorpi prodotti possono essere trasferiti nel sangue del feto, e nel caso esso sia Rh+ tali anticorpi attaccheranno i globuli rossi fetali, distruggendoli. Tale reazione può essere mortale prima o dopo la nascita, o portare gravi problemi al sistema nervoso del nascituro. Oggi questi pericoli sono arginati attraverso exanguinotrasfusione e iniettando alla madre Rh-, entro 72 ore dal primo parto, anticorpi specifici che bloccano l’antigene Rh. Questo processo deve essere ripetuto con ogni gravidanza successiva alla prima esposizione della madre all’antigene Rh. Si parla di anticorpi utili al nascituro, non prodotti dalla madre “per distruggere una sostanza aliena (allo stesso modo di un virus) quindi distruggendo l’infante”. Nessuna specie in Natura cerca di distruggere il proprio nascituro.
“Ad oggi non si ha certezza alcuna sulle cause di mutazione. Nessuno ha dato una dichiarazione certa della provenienza Rh-. Quando si arriva al dunque infatti, ognuno scende nel “secondo me”. Anch’io non ho certezze o presunzioni, ma posso senz’altro dire qualcosa su ciò che si ha di certo. Un organismo ha in sé un archivio informativo ereditato di ogni genere di minaccia esterna verso cui produrre difese. Solo quando entra un nuovo agente non conosciuto prima, si producono immunoglobuline specifiche. E questo è ciò che succede in madri Rh- verso figli Rh+. Producono anticorpi verso l’Rh+, perché non solo non ce l’hanno loro, ma perché non l’hanno avuto tutti i loro antenati. Chiunque essi siano stati, probabilmente non scimmie. Il sangue e i loci del cromosoma 1 che lo codificano sono tra le pochissime parti biologiche a non subire mutazioni. Ora è ovvio che una madre Rh- possa avere un figlio Rh+ sano, ma solo alla prima gravidanza. Se poi, pero’, non fa le siringhe Rhogam per eliminare la sua sensibilizzazione, quando si troverà alla seconda gravidanza l’organismo dirà: “ora non mi freghi più”, e con le immunoglobuline prodotte per il primo saprà finalmente cosa e come attaccare. E l’attacco è devastante, letale, non blando come tra antigeni sanguigni differenti. Questo non viene spiegato, perché è qui la chiave di tutto. Quando c’è assenza totale di un locus genetico, si parla di delezione, non mutazione. La mutazione è la trasformazione di qualcosa in qualcos’altro. Qui invece siamo di fronte a un intero corredo mancante. E ciò che manca, guarda caso, è proprio tutto il ramo Rhesus, chissà perché in maniera così precisa e chirurgica… gli occhi chiari comparvero contemporaneamente alla comparsa dell’Rh-. Sì, rari, ma diffusi, sono una regola negli Rh- puri. E dico puri in quanto esistono tre varianti e sottogruppi sempre Rh-, ma non puri:
Primo caso:
Sul cromosoma 1 ci sono coloro che hanno i loci Rh, ma non sono attivi, i geni Rhesus risultano spenti. Nelle analisi risultano Rh- Negativi, ma solo perché i geni Rhesus risultano non attivi. In realtà, il pezzetto del Rh nel cromosoma 1 c’è eccome. In quel caso le reazioni materno-fetali possono essere blande.
Secondo caso:
Esistono gli individui DU deboli, ovvero coloro che hanno solo una parte codificata del Rh e una parte no. In quel caso, badate bene, devono essere considerati Rh Negativi nel momento in cui devono ricevere una trasfusione, in quanto la parte che non codifica l’Rh potrebbe reagire, MA… DEVONO essere considerati Rh Positivi quando devono donare, in quanto nel loro sangue ci sarà pur sempre una parte che codifica l’Rh e che in un individui Rh- Negativo puro può creare casini.
Terzo caso:
Sul cromosoma 1 manca del tutto il frammento del gene Rhesus, non per mutazione, ma per delezione. Nelle analisi risulta Rh Negativo puro, perché non esiste proprio l’Rh, ed è tale anche in tutti gli altri loci. Sono questi i veri Rh Negativi puri al 100%. In quel caso durante una gravidanza (anche nella prima gravidanza, se la donna è molto pura per giunta nei linfociti T) sono caxxi amari!
I puri non hanno neanche i recettori CCR5 sui linfociti T, cosa che li protegge geneticamente anche dall’Aids e da altre malattie. Mi chiedo: al di là di tutto, che vantaggio evolutivo avrebbe un occhio chiaro che soffre e non resiste alla forte luce dello spettro di emissione di questa stella, che chiamiamo Sole? E la pressione sanguigna più bassa con meno pulsazioni del cuore, globuli rossi che portano più ossigeno? Non potrebbe essere una memoria genetica di condizioni ambientali differenti? Ma che diciamo mai… sono tutte balle un tanto al chilo no?.. “
Fonti:
http://www.mednat.org/cure_natur/
http://www.scienzanatura.it/
http://lafortunanellasfortuna.blogspot.it/
Gabriele
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