All’interno dell’eurozona
negli ultimi mesi si è molto discusso sugli effetti che l’accordo commerciale, denominato TTIP (Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti) possa avere sul libero scambio delle merci tra America e vecchio continente. Questo progetto ne ricorda un altro: il TPP (Partenariato Trans-Pacifico) che coinvolge l’area pacifica e asiatica. Entrambi sono stati promossi dagli Stati Uniti ed hanno come scopo, tra i tanti, quello di arginare commercialmente la Cina e la Russia, escludendo di fatto avversari politici ed economici molto potenti. Ma mentre il TPP è cosa fatta, il TTIP è ancora in una fase di discussione anche se dopo le feroci critiche, in Europa si sta prendendo tempo nel sottoscrivere tali accordi. In molti sostengono che l’intera operazione si sia arenata. Ma è davvero così? Lo è solo in apparenza. Qualche giorno fa sulla Cnn, c’è stato un acceso dibattito tra chi dovrà occupare la poltrona di Vice-Presidente degli U.S.: il repubblicano Mike Pence o il democratico Tim Kaine.
Tutti hanno sostenuto che Pence sia uscito da vincitore dopo la trasmissione ma, per la Camera di Commercio degli Stati Uniti, il vero vincitore è il libero scambio e quindi i vari accordi commerciali. Ora…la Camera di Commercio americana che rappresenta la Goldman Sachs e altre realtà aziendali molto potenti, dal 1998 ha speso in lobbysmo 1,277,435,680 dollari. Queste informazioni ci dicono sostanzialmente che sono loro a decidere chi dovrà sedere a Washington. Inutile sottolineare come sia Pence che Kaine provengono da questo mondo e come hanno da sempre elogiato sia il TPP ma anche altri accordi di simile natura. Tutto questo ci porta in un punto ben preciso: il futuro presidente degli U.S. continuerà a fare pressioni sull’Europa in merito al TTIP nonostante vi siano accesi dibattiti all’interno della comunità europea? Naturalmente sì. A darne conferma è Tom Donohue, presidente della Camera di Commercio americana. Lui ha sostenuto che l’opposizione della Clinton sul TPP e su altri accordi sia solo apparenza poiché Bernie Sanders su questo punto è stato inamovibile: “questo matrimonio non s’ha da fare”. Tom Donohue non ha dubbi: la Clinton una volta eletta porterà avanti gli interessi delle multinazionali. Anche perché verrebbe da dire che loro pagano profumatamente per avere vantaggi economici e che quindi chiunque verrà eletto, dovrà assecondarne ogni tipo di richiesta. In fondo il lobbista chi è? E’ un cravattaro vestito con abiti e 24h griffati.
Enea Rotella
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