PRIMO DISCORSO A SAANEN
Posso io, può colui che vi parla, raccontarvi di una conversazione avuta con un certo signor X, durata parecchi giorni? Il signor X ha viaggiato più o meno in tutto il mondo, come ha detto a chi vi parla. E’ alquanto istruito, è stato in varie organizzazioni, talvolta aderendovi, per poi uscirne in tutta fretta.
Ha seguito questo o quel guru per poi abbandonarli. Per alcune settimane ha tentato di diventare un monaco, e ancora una volta se ne è andato. Poi ha preso in considerazione i vari partiti politici, l’intero spettro delle attività politiche, e alla fine mi ha detto: “Sono venuto a parlarle. Vorrei avere una conversazione con lei, sullo stesso livello: non intendo dire che lei è pretenzioso, non conosco il suo reale Cognome nè che cosa lei sia ,anche se ho letto qualcosa di lei “(….)”. Discutiamo insieme, come due amici, lei e io – come due amici che hanno vissuto insieme nel mondo, che hanno dovuto afforntare fatiche di ogni tipo. Che senso ha tutto questo? Perchè l’uomo è nato così? Perchè dopo tanti, tanti, tanti millenni è diventato come è ora – sofferente, ansioso, solo, disperato, afflitto dalla malattia e dalla morte e sempre circondato dagli dèi ? Dimentichiamoci del tutto di questi dèi e parliamo insieme come due esseri umani, che vivono in questo mondo, in questo meraviglioso paese, sulla terra, che è così bella, che è madre di tutte le cose”.
(….) “Perchè ogni essere umano vive in continuazione in questo conflitto, dal momento della nascita fino al momento della morte?”
(….) Per secoli, prima del Cristianesimo, le religioni hanno parlato a non finire della pace siate calmi, siate quieti, siate gentili, generosi, affettuosi, amate. Nonostante la loro propaganda il conflitto continua.
(…..) La domanda è: gli esseri umani debbono avere pazienza, abituarvisi, sostenerlo, senza mai, mai essere capaci di di allontanarlo completamente, così che i loro cervelli possano funzionare come dovrebbero, completamente svincolati, completamente liberi, senza programmazioni e condizionamenti ?.
(…..) Da dove si può incominciare per capire tutto il meccanismo del conflitto?
(…..) Laddove c’è divisione tra svizzeri e tedeschi,tra francesi e inglesi, io e tu, noi e loro – dovunque c’è divisione ci deve essere conflitto. Non è che la divisione di fatto non esista; i ricchi sono davvero potenti. Ma se noi creiamo soggettivamente una divisione io faccio parte di questo e tu fai parte di quello, io sono un cattolico, tu sei un protestante, io sono un ebreo e tu sei un arabo – allora c’è un conflitto.
Pertanto ogni volta che c’è divisione tra due persone, tra uomo e donna, tra Dio e la terra, tra ciò che dovrebbe essere e ciò che è – mi chiedo se il signor X sta seguendo tutto questo, non solo verbalmente, intellettualmente, cosa che ha un valore insignificante, ma con il cuore, con il suo essere, con la sua vitalità, energia e passione dovunque c’è divisione c’è conflitto.
(…..) il nostro cervello, che è il centro della nostra coscienza, con tutte le reazioni nervose, le reazioni sensoriali, che è il centro di tutta la nostra conoscenza, di tutta la nostra esperienza, di tutta la nostra memoria (la vostra memoria può venirvi da un altro, eppure è ancora memoria; anche se voi siete molto istruito e l’altro non possiede alcuna istruzione, può persino non sapere nè leggere nè scrivere, e tuttavia fa ancora parte del tutto) – pertanto la vostra consapevolezza è condivisa da ogni essere umano su questa terra. Dunque voi siete l’intera umanità, capite signori? Voi lo siete in realtà, non in teoria o per una presupposta teologica, o agli occhi di Dio – probabilmente gli dèi non hanno occhi! – ma in realtà accade questo strano irrevocabile fatto che siamo tutti fatti dello stesso stampo, che facciamo esperienza della stessa angoscia, speranza, paura,morte, solitudine che causano una tale disperazione. E così noi siamo l’umanità. e quando si comprende questo profondamente, il conflitto con gli altri cessa perchè tu sei come me.
(….) siamo consapevoli che stiamo raccogliendo, raccogliendo, raccogliendo, che stiamo accumulando abitudini? E quando si è raccolto troppo è molto difficile sbarazzarsene. Questo accumulo condiziona il cervello. L’essere nato in India, l’appartenenza a un certo tipo di persone, di tradizione, di religione o l’essere molto, molto ortodosso, tutto questo è stato accumulato. E per liberarsene occorre un’intensa indagine e ricerca, occorre guardare, osservare, essere attenti.
(…..) L’amore è la qualità di un cervello che non raccoglie nulla, e allora ciò che viene detto è ciò che si è scoperto non la ripetizione di quello che hanno detto gli altri.
E in questo c’è una tremenda passione, non brama, passione.
SECONDO DISCORSO A SAANEN
Questa mattina ci chiediamo: chi è il responsabile di tutto questo (conflitto)? Responsabilità implica cura, attenzione, non solo a ciò che sta accadendo fuori nel mondo, ma anche dentro tutti noi: chi è il responsabile? Sono responsabili i politici? (……) Le religioni? Il mondo islamico? Il mondo cristiano? Il mondo induista? I Buddhisti, e così via? O non siamo noi i responsabili, ciascuno di noi? Per favore prendete in considerazione quanto vi dico. Siamo noi responsabili di tutto ciò, ognuno di noi che vive in questo mondo…..?
(…….)Siamo noi responsabili della creazione che ci circonda, della cultura, della religione, degli dèi, e di tutti gli altri effetti e ripetizioni rituali, perchè siamo irati, avidi, violenti, disordinati,pieni di odio e limitiamo il nostro affetto solamente a un numero molto, molto ridotto di persone – questa società in cui viviamo è stata creata da ognuno di noi?
(…..) Siamo noi differenti dalla società, da ciò che abbiamo creato? Non è forse che ci deve essere ordine in primo luogo nella nostra casa – non solo nei muri esterni della casa e nel giardino, ma anche nel mondo interiore in cui tutti viviamo, nel mondo soggettivo e psicologico? C’è disordine in esso? Capite la mia domanda? Spero che chi parla si stia spiegando abbastanza chiaramente. Fino a che noi, ciascuno di noi, viviamo nel disordine, psicologicamente, interiormente, qualunque cosa facciamo creerà disordine.
(…..) Noi viviamo nel disordine, questo è certo, Perchè preoccuparsi dell’ordine? Vediamo se possiamo liberarci del disordine. Se possiamo liberarcene allora c’è ordine.
(……) Allora che cos’è il disordine? Dire una cosa e pensarne un’altra,agire in un certo modo, nascondendo i propri pensieri e sentimenti che sono opposti. E’ davvero molto semplice. Dire le cose che si pensano – non quello che gli altri vi hanno detto di pensare,richiede una grande onestà. Probabilmente tutti voi avete letto abbondantemente, e così i vostri cervelli sono pieni di conoscenza degli altri, dei loro pregiudizi che si aggiungono ai vostri. E così ripetete. Non vi sedete mai, né camminate nei boschi per scoprire che cos’è il disordine: Per scoprirlo, si deve possedere un’enorme onestà – affrontare le cose così come sono.
(…..) Pertanto(…..) possiamo, ciascuno di noi, che viviamo in questo mondo, in questa società, essere completamente liberati del disordine? Ciò significa la fine definitiva del conflitto, la fine di questa sensazione di dualità dentro di noi – della dualità degli elementi che si contrappongono dentro di noi. Pertanto non si tratta forse di essere enormemente attenti – di essere consapevoli di ogni pensiero? Possiamo esserlo?
Questo rimanda alla prossima domanda: che cos’è il pensiero? (…..) Il bambino dice: “Il mio libro”, “Quella è la mia altalena” – questo è pensare. Grazie al pensiero l’umanità ha inviato un razzo sulla luna. Ma lo stesso pensiero vi ha anche piantato una bandiera! No, non ridete. osservate che cosa fa il pensiero.
(….)Che cosa significa pensare? Senza la memoria non potete pensare. E allora che cos’è la memoria?
(….) E’ tutto molto semplice. La memoria non può esistere senza la conoscenza. (….) la conoscenza si fonda sull’esperienza, e l’esperienza è sempre limitata, sempre. non posso fare esperienza dell’immenso ordine dell’universo. Non posso farne esperienza ma posso immaginarlo. E’ meraviglioso.
(….) Dunque, può il pensiero essere fonte di ordine, quando il pensiero stesso nella sua limitazione, può essere la causa del disordine? Mi chiedo se afferrate. capite la mia domanda? E’ molto interessante. Prendetela in esame. Tutto ciò che è limitato non può che creare disordine; se sono un israelita, non posso che creare disordine, e così se sono un induista, un buddhista, un cristiano, e tutto il resto. Allora è forse il pensiero la radice stessa del disordine? Esaminate questo signori. Siate scettici, per favore, non accettate nulla di ciò che dice chi vi parla.
(….) Così in quanto esseri umani, abbiamo vissuto per milioni di anni in uno stato di violenza, di disordine, di conflitto – e tutto ciò è stato causato dal pensiero. Tutto. Allora ci si comincia a chiedere: c’è qualcos’altro che è altrettanto attivo, chiaro, preciso ed energico quanto il pensiero?
(…..) esiste un altro strumento che non è affatto pensiero – che non è messo assieme dal pensiero, o da esso concepito, o costruito sottilmente dal pensiero? Scopritelo. Questo richiede la comprensione del tempo. Posso continuare? Non siete stanchi?
Dovete capire che cos’è il tempo. Non il tempo che va dal sorgere al tramontare del sole, non il tempo della luna nuova, non il tempo del giorno dal mattino alla sera. E’ tempo anche tutto ciò che ci è accaduto nella vita, che è fatta di mille ieri, e tutto quello che potrebbe succederci domani.
(….) C’è un tempo fisico e anche un tempo psicologico: sono questo, ma in seguito sarò quello. Per divenire quello ho bisogno del tempo. State seguendo tutto questo? Dunque il cervello vive nel tempo. Il cervello è stato coltivato, cresciuto, sviluppato nel tempo.
(…..) ieri, i mille ieri, leggermente modificati dalle circostanze, dalle pressioni è ora. Tutto quello che è accaduto a partire da mille ieri viene leggermente ripulito, leggermente modificato e va nel futuro – giusto? Il passato che si modifica da sé tramite il presente diviene il futuro. Dunque il futuro è ora. Mi chiedo se capite. Per favore, concedetevi un po’ di tempo per capire.
(….) Due milioni di anni fa uccidevano con la clava, poi inventarono le frecce. Le frecce, pensarono, sarebbero state la fine di ogni guerra. Ora possediamo i terribili mezzi di distruzione d’oggi. Ma è lo stesso che due milioni di anni fa; stiamo ancora uccidendo. Questa è la norma che il cervello ha accettato, con la quale ha vissuto; il cervello ha creato la norma. Se il cervello può capire da sé, non per pressioni esterne, non per costrizione, ma capire da sé che il tempo non ha alcun valore nel movimento del cambiamento, allora avete infranto la norma. Allora inizia un modo di vivere totalmente differente.
TERZO DISCORSO
….Ci chiediamo: riusciamo a vedere esattamente ciò che siamo senza propensioni, senza accettare e rifiutare, osservando le conseguenze di ogni atteggiamento, senza valutazioni, apprezzamenti, giudizi, semplicemente osservando come si osserva il cielo di una sera piena di stelle, o quei monti che si ergono maestosi sullo sfondo del cielo azzurro? Riusciamo a osservare noi stessi e la nostra relazione con il mondo, e la relazione del mondo con noi, nello stesso modo? E’ un’operazione alquanto complicata.
(….) Chi siamo? Perchè la preoccupazione per i nostri interessi personali ha radici così profonde? Il nostro egoismo è solamente esteriore – esteriormente dobbiamo in un certo modo proteggere i nostri interessi, altrimenti è la fine – oppure è anche dentro, psicologicamente, soggettivamente? Perchè c’è un tale profondo, inevitabile egoismo in tutti noi? Egoismo – sapete il significato di questa parola? Significa interessarsi di se stessi, dei propri vantaggi, dei propri fallimenti, della propria frammentazione, dei propri pregiudizi, opinioni, di tutto ciò che la nostra vita contiene. Egoismo – perchè siamo così legati? E’ possibile vivere in questo mondo senza questo egoismo – inanzitutto psicologicamente per poi vedere se sia possibile anche esteriormente?
(…)questo egoismo deve necessariamente causare una frammentazione, una rottura. Nazionalmente le barriere sono visibili – da una parte l’Inghilterra e dall’altra tutta l’Europa, e oltre. Questa divisione è costante e dove c’è divisione ci deve essere conflitto, è inevitabile. Anche se la vostra relazione con vostra moglie o vostro marito, o figlia o figlio, e così via è molto profonda e intima, se c’è divisione ci deve essere frammentazione, ci deve essere conflitto. E’ una legge – giusto? Che vi piaccia o no, è una legge. Ma quando si vede questo, il fatto stesso di vedere diviene il modo di abbattere la barriera.
Pertanto dobbiamo domandare: che cosa significa vedere? che cosa significa osservare? Sto osservando me stesso, giusto? Sto guardando ciò che sono,, i miei divertimenti, i miei pregiudizi, le mie convinzioni, le mie idiosincrasie, le tradizioni nelle quali sono stato allevato, la reputazione, tutte queste stupidaggini. Sto guardando. Se non guardo molto, molto attentamente, se non ascolto ogni suono che si manifesta mentre guardo, finisco con lo stabilire una direzione che poi debbo seguire.
(…) se è possibile vedremo insieme non solo qual’è la causa di tale frammentazione ma anche se il cervello, che per milioni di anni è stato condizionato alla guerra, al conflitto, a lavorare, lavorare, lavorare tutto il tempo, che chiacchera senza sosta, che è diviso secondo le nazioni – il tuo dio e il mio dio, la filosofia orientale contrapposta alla filosofia occidentale – se il cervello può abbandonare del tutto l’intero movimento dell’accettare e rifiutare, in cui c’è scelta. (….) Una volta che abbiamo riconosciuto la divisione, l’accettare, il rifiutare, la ricompensa e il castigo, allora possiamo realmente incominciare ad osservare noi stessi, perchè noi stessi è il mondo. Il mondo è ciò che noi siamo.
(….) potete guardare vostra moglie, vostro marito, i vostri bambini, o la vostra ragazza o chiunque altro, senza parole? Senza immagini? Quelle parole, quelle immagini sono la divisione. Potete osservare chi parla senza parole? – le parole non sono che tutti i ricordi relativi a chi vi parla, la reputazione, quello che avete letto e non letto, e così via, limitatevi a osservare.(….)senza parole, allora potrete vedere certi fatti, perchè gli essrei umani si sentono feriti. E’ molto importante scoprirlo. (…) ci sentiamo feriti fin dall’infanzia e portiamo questa ferita per tutto il resto della nostra vita – con la paura di essere ulteriormente feriti, o tentando di non essere feriti, che è un’altra forma di resistenza. Siamo noi consapevoli di queste ferite che ci inducono a creare una barriera intorno a noi, la barriera della paura?
(…)Abbiamo bisogno di qualcuno per essere liberi dalla paura – degli psicologi, degli psicoterapeuti, degli psichiatri, o del prete o del guru che dice: “abbandonate tutto a me compreso il vostro denaro, e starete perfettamente bene”? Noi facciamo questo. Potete ridere, potete divertirvi, ma è questo che facciamo interiormente in continuazione.(….) Se vedete qualcosa molto chiaramente, allora non dovete decidere, o scegliere, o chiedere aiuto – voi agite – giusto? Riusciamo a vedere con chiarezza l’intera struttura, la natura interiore della paura?
(….) Per capirne la radice stessa dobbiamo capire il tempo – giusto? Il tempo in quanto ieri, il tempo in quanto oggi, il tempo in quanto domani. Mi ricordo di qualcosa che ho fatto, a causa di questo qualcosa mi vergogno, o sono nervoso, o apprensivo, o timoroso; mi ricordo di tutto questo e ciò continua nel futuro. Mi sono arrabbiato, sono stato geloso, invidioso – questo è il passato. Sono ancora invidioso, in modo leggermente diverso, sono abbastanza generoso ma l’invidia perdura. Questo intero processo è il tempo, non è vero?
(…) Ci è chiaro che il tempo, cioè il passato, con tutte le cose che si sono fatte, e il pensiero, piacevole o spiacevole, ma specialmente se spiacevole sono la radice della paura?
(….) Pertanto, possiamo noi, ciascuno di noi, che siamo il resto dell’umanità, che siamo l’umanità, vedere un fatto molto semplice? Osservare, veder che la causa della paura è il pensiero / tempo? La percezione stessa di ciò è azione. E a partire da questo momento non dipendiamo più da nessuno. Il guru non è diverso da voi. Il capo può indossare vesti differenti e tutti i gioielli, ma se lo spogliate di tutto ciò egli è proprio come voi e me, anche se ha ottenuto un potere maggiore, ma anche noi vogliamo più potere, più denaro, una Cognome e un rango più elevati. Dunque noi potremo riuscire a osservare tutto questo, vederlo chiaramente; allora il fatto stesso di percepirlo pone fine a tutte queste sciocchezze. Allora voi siete una persona libera.
Fonte: “Gli ultimi discorsi” Saanen 1985 Ubaldini editore
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