La “Santa” Inquisizione
Chiunque mi segue da un po’ conosce bene il mio pensiero al riguardo delle religioni istituzionalizzate e per chi ne fosse ignaro, beh… esso è sintetizzabile in queste poche parole: detesto profondamente qualunque organizzazione religiosa che anteponga il proprio prestigio a discapito del fine che dovrebbe perseguire, ossia l’elevazione spirituale dei credenti che annovera tra le proprie fila.
Inutile sottolineare il fatto che la mia “simpatia” sale esponenzialmente nei confronti di quelle più antiche, angosciate dall’eventualità di perdere il potere al punto di sentirsi autorizzate ad imporre la propria dottrina con le nere ombre dell’ignoranza e del terrore.
Mi riferisco ovviamente alla religione cattolica e ai “gloriosi” periodi che hanno contraddistinto la sua storia millenaria, in particolare quello inerente la santa Inquisizione, che oggettivamente di santo aveva davvero ben poco.
Parliamo un po’ di numeri
Devo dire che le cifre (abominevoli in ogni caso) sulle quali avevo in precedenza basato le mie considerazioni, erano decisamente riviste al ribasso. Mi ero imbattuto infatti in stime che indicavano circa 800.000 morti documentate, le quali, ovviamente, non tenevano conto di tutte quelle avvenute per effetto di processi sommari, dai quali consegue naturalmente l’impossibilità di reperire la benché minima traccia scritta.
Non scordiamoci poi di tutti i documenti andati distrutti in incendi più o meno gravi durante i secoli e che hanno di certo cancellato un’altra buona fetta di omicidi a tutti gli effetti legalizzati.
Immagino che il quadro che va formandosi nella vostra mente sia già abbastanza spaventoso. Ebbene, sappiate che non state abbracciando nemmeno lontanamente la reale dimensione di questo capolavoro di barbarie e disumanità, perché le cifre documentate, secondo gli Archivi di stato di Bamberg – Baviera – Germania (fonte http://www.protestantesimo.it/inquisizione.htm), citano la bellezza di due decine di milioni di morti!
20.000.000
Un bel po’ di zeri vero?
Ricordiamo che anche in questo caso vale quanto scritto poc’anzi al riguardo della mia ipotesi, quella inerente a “soli” ottocentomila morti e rivelatasi poi decisamente errata: la cifra reale, considerando i documenti perduti e le sentenze eseguite senza trascrizione agli atti, è verosimilmente, vergognosamente, disumanamente più alta.
Fatta luce sulle dimensioni apocalittiche di questa “santissima” opera, perpetrata per diversi secoli, vediamo ora di quali “nobilissimi” sistemi si servissero questi pazzi maniaci per estorcere le confessioni ai poveri sventurati che finivano sotto le grinfie di questa oscena, orrenda, deprecabile macchina di morte.
Spero che vi troviate a stomaco vuoto perché, personalmente, mi è venuta la nausea quando mi sono imbattuto in tecniche di tortura quali la pera, il topo o la mastectomia.
La Pera
La Pera era un terribile strumento che veniva impiegato il più delle volte per via orale. La pera era usata anche nel retto e nella vagina. Questo strumento era aperto con un giro di vite da un minimo, a un massimo dei suoi segmenti. L’interno della cavità in questione era orrendamente mutilato e spesso mortalmente. I rebbi costruiti alla fine dei segmenti servivano meglio per strappare e lacerare la gola o gli intestini. Quando applicato alla vagina i chiodi dilaniavano la cervice della povera donna. Questa era una pena riservata a quelle donne che intrattenevano rapporti sessuali col Maligno o i suoi familiari.
Il Topo
Tortura applicata a streghe ed eretici. Un topo vivo veniva inserito nella vagina o nell’ano con la testa rivolta verso gli organi interni della vittima e spesso, l’apertura veniva cucita. La bestiola, cercando affannosamente una via d’uscita, graffiava e rodeva le carni e gli organi dei suppliziati. Chissà come i disgraziati riuscissero a sopportare il terrore provocato alla sola vista del topo che da li a poco sarebbe entrato nel suo corpo.
Mastectomia
Alcune torture erano elaborate non solo per infliggere dolore fisico ma anche per sconvolgere la mente delle vittime. La mastectomia era una di queste: la carne delle donne era lacerata per mezzo di tenaglie, a volte arroventate. Uno dei più famosi casi che si conosca in cui fu usata questa tortura era quello di Anna Pappenheimer. Dopo essere già stata torturata con lo strappado, fu spogliata, i suoi seni furono strappati e, davanti ai suoi occhi, furono spinti a forza nelle bocche dei suoi figli adulti… Questa vergogna era più di una tortura fisica; l’esecuzione faceva una parodia sul ruolo di madre e nutrice della donna, imponendole un’estrema umiliazione.
(fonte http://www.fisicamente.net/SCI_FED/index-170.htm)
Solo uno scorcio, solo una piccola analisi dello smisurato paesaggio dipinto con i colori dell’orrore e della morte da autentici pazzi maniaci, perfettamente in grado di competere con gli odierni rifiuti umani del Daesh, se non fosse per la distanza temporale che li separa.
Informazioni scabrose, sconvolgenti, sconvenienti, difficili da “guardare dritte negli occhi”. Quest’ultima, infatti, è una prerogativa che appartiene ad una ristretta minoranza di persone. Quella restante, la maggioranza, generalmente distoglie lo sguardo, timorosa di scontrarsi con i propri demoni interiori e incapace di abbandonare i propri schemi mentali. Un atteggiamento, questo, che purtroppo gioca a favore di quelle presunte “istituzioni”, alle quali sta a cuore veramente e solamente una cosa: la preservazione del proprio status quo.
Tristemente e malinconicamente questi signori della morte e dell’oscurità non avranno nulla da temere per molto tempo ancora, almeno fino a quando valori ormai dimenticati da tempo, come il coraggio e l’onestà, non si riapproprieranno del loro legittimo posto nel mondo per gridare forte:
<IO NON ACCETTERO’ PIU’, MAI PIU’>.
Max Massa
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