Marco, nel più antico dei Vangeli del Nuovo Testamento, non lo nomina
Giuseppe compare fondamentalmente solo nei racconti, sull’infanzia di Gesù, di Matteo e Luca, peraltro in contraddizione tra loro, oltre che nella ricca letteratura apocrifa su nascita e fanciullezza di Maria e di Gesù. Nei passi in cui si parla dei famigliari di Gesù in Marco e Matteo infatti si omette il nome del padre.
Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Iose, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua»1.
Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?»2.
Giovanni nomina invece Giuseppe – come osserva il qumranologo prof. Robert H. Eisenman3, docente di Religioni del Medio Oriente presso la California State University e Visiting Senior Member al Linacre College dell’Università di Oxford, dal quale sono tratte molte delle successive considerazioni – non come personaggio attivo nella storia evangelica, ma solo nell’espressione «figlio di Giuseppe»4 attribuita a Gesù in funzione del suo riconoscimento del ruolo messianico da parte di Filippo, il quale, nell’incontrare Natanaele, gli comunica che Andrea e Pietro avessero
trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti: Gesù, figlio di Giuseppe, di Nazareth5.
Tuttavia nei cinque libri attribuiti a Mosè l’unico «Gesù, figlio di Giuseppe» di cui si parla è Giosuè, “figlio di Giuseppe” nel significato ampio dell’ebraico ben, per “figlio” o “discendente”. Giosuè infatti è un “figlio di Giuseppe” in quanto discendente del patriarca Giuseppe, figlio di Giacobbe-Israele, e membro della tribù di Efraim, figlio di Giuseppe (che generò due tribù, quella di Efraim, appunto, e quella di Manasse). Giosuè, peraltro, è lo stesso nome di cui «Gesù» costituisce solo una variante: essi, in ebraico, sono rispettivamente Yehošua o Yošua e Yešu’a, o, in aramaico, Yešu6.
Scrive infatti a tal proposito il prof. R.H. Eisenman:
Per giunta, nella tradizione e nel folclore ebraico compaiono spesso due Messia un Messia di Giuda e un Messia di Israele, uno per il regno meridionale e l’altro per quello settentrionale. Il regno settentrionale era in effetti il regno dei discendenti di Giuseppe, che costituivano la tribù più importante e numericamente più consistente. Si trattava ovviamente della tribù di Efraim, quella di Giosuè. Pertanto, nel Talmud, quest’ultimo viene spesso indicato come il “Messia figlio di Giuseppe”. La storia della paternità di Gesù potrebbe esservi legata7.
Gesù quindi potrebbe non essere “figlio di Giuseppe” più di quanto non sia “figlio di David” o “figlio di Giuda”. Si tratterebbe solo di epiteti della figura messianica ebraica che egli incarnava.
Peraltro, come nomi del marito di Maria, padre di Gesù e/o padre dei suoi «fratelli»8 ve ne sono dei più disparati: «Yakob» come padre di Gesù in un frammento di dubbio ritrovamento; un anonimo falegname come marito legittimo di Maria e il soldato romano Pantera come amante e padre di Gesù, secondo Celso; «Pappos ben Yehudah» come marito legittimo di Maria e «Pantera» come amante e padre di Gesù, nel Talmud; «Yoḫanan» come marito legittimo di Maria e «Giuseppe Pantera», dall’aspetto di guerriero, come amanti e padre di Gesù, nella Toledot Yešu.
Procedendo filologicamente sul testi del primo Cristianesimo, una delle fonti più antiche sui fratelli di Gesù è il Padre della Chiesa Papia (60 ca.-135 d.C.) di Ierapoli, in Asia Minore9. Egli scrive:
Maria, la moglie di Cleofa o Alfeo […] era la madre di Giacomo, vescovo e apostolo, e di Simone, Taddeo e Giuseppe10.
Considerando che al Taddeo di Marco e Matteo corrisponde, nell’elenco apostolico di Luca e Atti «Giuda di Giacomo», evidentemente «Giuda, fratello di Giacomo», se confrontato con la neotestamentaria Lettera di Giuda, è palese che in Papia11 siamo di fronte allo stesso elenco dei familiari di Gesù di Marco12 e Matteo13: Maria, Giacomo, Simone, Taddeo/Giuda e Giuseppe, di cui Iose è un diminutivo. L’unica differenza è che qui il nome del padre, a differenza dei passi evengelici14, non è omesso, ed è Cleofa o Alfeo.
Si potrebbe obiettare che chiamandosi Giuseppe, o Iose, uno dei fratelli di Gesù, anche suo padre avrebbe potuto chiamarsi Giuseppe. Tuttavia è problematico anche il nome di Giuseppe del fratello di Gesù, che in alcuni codici compare come «Giovanni»15 anziché «Giuseppe», generando ulteriore confusione riguardo alla parentela di Gesù con i vari Giovanni: Giovanni Battista, figlio di Elisabetta, parente, secondo Luca, di Maria, madre di Gesù; Giovanni, figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo, e figlio di una donna che Papia afferma essere, con buona probabilità, ancora una volta «Maria, moglie di Cleofa»16 ovvero «Maria Salomé, moglie di Zebedeo», un’altra «zia del Signore», che sarebbe ancor più problematico perché implicherebbe che ci fossero due o tre sorelle di nome Maria, di cui almeno due con due figli di nome Giacomo e Giovanni (o Giuseppe); e infine Giovanni Marco, la cui madre viene chiamata Maria negli Atti degli Apostoli, e che semprerebbe collegato in qualche modo a Giacomo, dato che Simon Pietro, dopo la liberazione del carcere, si reca a casa di questa Maria per lasciare un messaggio a Giacomo il Giusto, fratello di Gesù. In più quest’ultimo Giovanni sarebbe cugino di un altro Giuseppe (così come Giovanni Battista e Giovanni, figlio di Zebedeo, sarebbero cugini di Giuseppe/Iose, fratello di Gesù), detto Barnaba, il cui nome ricorda, salvo una lettera di differenza, Giuseppe Barsaba, chiamato Giusto, che, secondo Jacopo da Varazze, o Varagine, sarebbe fratello di Giacomo, figlio di Alfeo17. Quest’ultimo Giuseppe viene chiamato anche Giusto, secondo gli Atti, e, in un elenco apocrifo dei fratelli di Gesù, indicati qui come figli di «Giuseppe il falegname», da identificarsi quindi con l’Alfeo/Cleofa di Papia18, filologicamente senz’altro più credibile, compare un tale «Iustus»19, cioè «Giusto», al posto di Giuseppe/Iose. L’ambiguità potrebbe essersi generata dal fatto che “Iosetos” (cfr. «Iustus» e “Iosepos”, il greco per “Giuseppe”) è il genitivo greco di “Ioses”, il greco per l’ebraico “Yoseh”, “Iose” in italiano.
Inoltre sia Giacomo che Giuda hanno soprannomi che potrebbero corrispondere al patronimico Alfeo: infatti Giacomo viene soprannominato “Oblias” (cfr. “Alfeo”) e Giuda/Taddeo “Lebbeo” (cfr. “Alfeo”), in alcune versioni di Matteo. Per di più, Tatiano (115 ca.-185 d.C.), allievo di Giustino Martire, chiama «Giacomo, figlio di Alfeo» anche «Giacomo il Lebbeo»20.
In conclusione, si può dunque affermare che è possibile che il padre di Gesù e dei suoi fratelli non si chiamasse affatto Giuseppe, che sarebbe quindi soltanto un titolo messianico per Gesù, ma, come ritiene il prof. R.H. Eisenman, Alfeo o Cleofa.
1 Mc 6, 3-4, C.E.I. quivi e in seguito.
2 Mt 13, 55-56.
3 R.H. EISENMAN, Giacomo, il fratello di Gesù. Dai Rotoli di Qumran le rivoluzionarie scoperye sulla Chiesa delle origini e il Gesù storico, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2007 (2006), p. 485.
4 Gv 1, 46.
5 Gv 1, 46.
6 R.H. EISENMAN, op. cit., p. 485.
7 Ibid., p. 485.
8 Mt 13, 55.
9 R.H. EISENMAN, op. cit., p. 486.
10 Anti-Nicene Christian Library (ANCL), 1871 (1867), Frammento Papia n. 10.
11 Ibid., Frammento Papia n. 10.
12 Mc 6, 3-4.
13 Mt 13, 55-56.
14 Mc 6, 3-4; Mt 13, 55-56.
15 EPIFANIO, Anacoratus, 60, 1.
16 ANCL, Frammento Papia n. 10.
17 JACOPO DA VARAZZE, Legenda aurea.
18 ANCL, Frammento Papia n. 10.
19 Storia di Giuseppe il falegname, 2, 1; 11, 1.
20 R.H. EISENMAN, op. cit., p. 488.
Andrea Di Lenardo
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