Introduzione: l’Ozono
L’Ossigeno è l’elemento più presente ed attivo nei meccanismi che sovrintendono la vita. L’ossigeno è sicuramente:
- Uno dei costituenti fondamentali delle sostanze viventi.
- L’elemento principale di tutte le reazioni chimiche degli organismi più evoluti.
- La fonte di energia che permette il continuo rinnovamento delle nostre cellule.
L’Ozono O3 è invece una forma allotropica triatomica dell’ossigeno O2, dal Greco Allos = altro e Tropos = modo, è una denominazione applicata da Jons Jacob Berzelius alla proprietà di esistere in diverse forme, presentata da alcuni elementi chimici. Le diverse forme sono note come allotropi. L’Ozono è dunque una molecola composta da 3 atomi di ossigeno O3.
L’Ozono è un elemento molto instabile e tende a decomporsi in una frazione infinitesima di secondo liberando ossigeno molecolare più stabile e ossigeno atomico altamente reattivo.
L’ozono quindi, è una particolare forma di ossigeno potenziato, una sorta di SUPER-OSSIGENO, di gran lunga più attivo e con proprietà importanti dal punto di vista terapeutico. L’ozono in medicina non viene mai utilizzato puro, ma sempre miscelato in piccola percentuale (circa 3%) con l’ossigeno medicale che funge da veicolo. A questa concentrazione l’ozono non ha alcun effetto tossico ma diventa un agente terapeutico straordinariamente versatile con effetti biologici molteplici. L’ozono perciò può essere definito un un gas che può sicuramente aiutare a guarire molte patologie. Tre sono i meccanismi fondamentali:
- OSSIGENAZIONE: l’ozono migliora la capacità del sangue di apportare ossigeno ai tessuti; ne consegue la riattivazione del microcircolo e dell’ossigenazione periferica.
- EFFETTO ANTIOSSIDANTE: l’ozono, di per sé ossidante, stimola potentemente la riattivazione dei sistemi difensivi enzimatici antiossidanti dell’organismo, quelli che devono difenderlo dalle aggressioni tossiche e dai processi ossidativi dell’invecchiamento. Questo spiega la sua efficacia in tutte le patologie croniche in cui è coinvolto lo stress ossidativo.
- DISINFEZIONE: è un potentissimo agente battericida, fungicida, antivirale ed antiparassitario. Nessun microorganismo resiste all’azione ossidante dell’ozono.
L’ozono a temperatura ambiente è un gas incolore con un caratteristico odore acre e pungente ed è fortemente irritante e tossico per le mucose respiratorie se inalato. In natura esso si forma ad opera dei raggi ultravioletti. L’ozono medicale come già accennato è invece prodotto da specifici generatori che utilizzano un flusso di ossigeno puro che viene sottoposto ad una differenza di voltaggio tra i 5.000 e i 15.000 volt; tale procedura è in grado di scindere le molecole di ossigeno O2 sempre presenti in eccesso formando le molecole di ozono O3. L’ozono però, al contrario di altre sostanze farmaceutiche, è una molecola altamente instabile e quindi deve essere preparata immediatamente prima dell’uso. La sua applicazione in medicina è sempre sotto forma di miscela O2/O3 (miscela composta per il 99.99997% da ossigeno e dallo 0,00003% da ozono) definito ozono medicale.
Come già detto l’ozono è un gas instabile che si forma a partire dall’ossigeno con un processo endo-termico:
3O2 ↔ 2O3 – 68.400 Cal.
La sua reazione costitutiva è caratterizzata da reversibilità in dipendenza dalla temperatura, il che prova che l’ozono è un gas instabile. Come già detto, essendo un gas instabile, non può dunque essere conservato, e deve essere prodotto al momento dell’uso. In forma liquida è esplosivo. L’emivita dell’O3 si abbrevia con l’aumentare della temperatura ambiente, si è evidenziato sperimentalmente che:
+ 10 °C è di circa 80 minuti
+ 20 °C è di circa 40 minuti
+ 30 °C è di circa 20 minuti
Risulta quindi evidente che l’ozono utilizzato in medicina deve essere preparato estemporaneamente e non esistono metodiche utilizzabili per la sua conservazione. Il tempo di decomposizione dell’ozono in acqua è molto più breve che in aria.
L’ozono è un elemento essenziale per la vita sulla Terra vista la sua capacita di assorbire la luce ultravioletta; lo strato di ozono presente nella stratosfera protegge infatti la Terra dall’azione nociva dei raggi ultravioletti UV-C provenienti dal Sole. Dato il suo potere ossidante, l’ozono viene impiegato per sbiancare e disinfettare, in maniera analoga al cloro. Tra gli usi industriali dell’ozono si annoverano soprattutto la disinfezione dell’acqua negli acquedotti, nelle piscine o nell’imbottigliamento. Altri utilizzi riguardano la disinfezione di superfici destinate al contatto con gli alimenti, la disinfezione dell’aria da spore di muffe e lieviti, la disinfezione di frutta e verdura da spore di muffe e lieviti. L’ozono è fisiologicamente presente anche all’interno di tutti gli esseri viventi essendo prodotto dai globuli bianchi neutrofili, ed esplica diverse funzioni fondamentali per la vita. Nella pratica medica è fondamentale utilizzare come fonte di ozono l’ossigeno puro per uso medicale.
L’ozono, scoperto nel 1783 da M. Van Marum (che aveva segnalato la comparsa di uno strano odore pungente di origine gassosa, in prossimità di apparecchi capaci di dare scariche elettriche). Altro studioso importante nella storia dell’ozono e fu il chimico tedesco Christian Friedrich Schönbein nel 1840. La molecola ha ricevuto tale nome dal termine greco Ozein, che significa Odorare. Siemens, in Germania, costruì il primo “ozonizzatore” nel 1857, utilizzando scariche elettriche silenziose (effluvio elettrico; effetto corona) per ottenere l’energia necessaria per la reazione endotermica che porta alla sintesi dell’ozono. Da allora l’ozonoterapia è una pratica medica che si sta sempre più diffondendo e affermando in molte Nazioni. Questa metodica che ha già anni di esperienza clinica (anche con alcuni studi randomizzati) viene impiegata in molte patologie consentendo spesso ai pazienti di migliorare, con notevoli benefici personali e sociali, il decorso di malattie altrimenti fortemente invalidanti.
I professionisti della salute ed i pazienti sono perciò sempre più interessati a conoscere come funziona la metodica e quali sono i benefici che apporta. Il numero degli ozono-terapeuti è in costante aumento in diversi luoghi del mondo ed un numero sempre maggiore di pazienti trae beneficio dall’ozonoterapia; nonostante ciò, non è stato facile far ottenere credito a questa metodica terapeutica e tuttora l’ozonoterapia incontra resistenza nella comunità medica ed il suo riconoscimento sul piano legale richiede sforzi sempre maggiori e meglio coordinati.
L’utilizzo in campo curativo risale alla prima guerra mondiale, quando venne usato come antibiotico. In occasione della seconda guerra mondiale, casualmente, si osservò che un’atmosfera ricca di ozono favoriva la guarigione delle ferite dei soldati. Da allora il suo utilizzo nella pratica medica e andato aumentando, ed oggi è una pratica medica affermata in tutto il mondo. In Germania, ad esempio, viene utilizzato da circa il 40% dei medici, ed è dispensato dal Sistema Sanitario.
L’Ossigeno-Ozono Terapia
Il grande vantaggio di trattamenti di questo tipo e che non ci sono controindicazioni, a patto di rispettare i protocolli. Gli unici pazienti che non si possono sottoporre ad ozono terapia o a sue particolari forme di somministrazione, sono gli ipertiroidei e quelli affetti da deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (favismo). I pazienti affetti da favismo non devono essere trattati con autoemo-infusione maggiore (GAET o GAEI). I pazienti affetti da ipertiroidismo non controllato devono prima attendere la remissione del quadro clinico. Inoltre, per un generale principio di precauzione, si è deciso di non praticare ossigeno/ozono terapia in gravidanza. Al di fuori di questi pochi casi, non vi sono controindicazioni di sorta: qualunque età e condizione patologica è compatibile con l’ozonoterapia. Non ci sono interferenze con terapie farmacologiche assunte dai pazienti, anzi, la diffusione nell’organismo dei farmaci viene favorita, in quanto il microcircolo viene migliorato.
L’ozono non può inoltre indurre allergia in quanto non è una molecola proteica. D’altra parte, gli effetti benefici sono numerosi, ed interessano l’intero organismo. Come conseguenza di ciò, la richiesta di questo tipo di terapia da parte dei pazienti e in continuo aumento, costringendo tutto il mondo scientifico a focalizzare l’interesse su questa disciplina. Emergono infatti risultati clinici positivi sempre più numerosi ed evidenti, sia nelle affezioni vascolari e del micro-circolo, che nella terapia del dolore dell’apparato Osteo-Articolare.
L’ossigeno-ozonoterapia è perciò una macro-terapia che riattiva il microcircolo con aumento dell’ossigenazione dei vari distretti corporei, possiede un’azione protettiva multiorgano ed induce un aumento della deformabilità e della filtrabilità eritrocitaria spezzando le lunghe catene degli acidi grassi localizzate sulla superficie dei globuli rossi mediante lipoperossidazione controllata e promuove il RILASCIO di Ossido Nitrico o Monossido di Azoto (NO) a livello degli sfinteri Pre-capillari per induzione dell’enzima NO-Sintetasi da parte delle miscele di ossigeno/ozono. Tale enzima trasforma la l-arginina in l-citrullina con liberazione di NO, che agendo sui recettori delle cellule muscolari lisce attiva la guanilato ciclasi. La formazione di guanosina monofosfato ciclica dalla guanosina trifosfato è responsabile del rilassamento muscolare e quindi della vasodilatazione. Le cellule endoteliali contengono fisiologicamente la NO-Sintetasi in quanto la produzione di NO e pressoché continua come fattore fisiologico dilatante e regolatore del tono vasale. Si osserva costantemente un evidente miglioramento delle condizioni circolatorie centrali e periferiche, con risultati clinici difficilmente ottenibili con altre terapie. Tale miglioramento si manifesta clinicamente in un recupero, più o meno evidente, in rapporto alla gravita e cronicità dello stato patologico raggiunto. Si assiste a:
- Miglioramento delle facoltà cognitive e mnesiche della coordinazione motoria nelle patologie cerebrovascolari e nella demenza senile.
- Miglioramento della funzione renale e cardiaca nei pazienti affetti da insufficienza renale, cardiopatia ischemica, ipertensione polmonare.
- Miglioramento della claudicatio vascolare e scomparsa del dolore ischemico notturno agli arti inferiori nei pazienti affetti da arteriopatia periferica degli arti inferiori.
- Riduzione delle rughe e miglioramento dell’elasticità cutanea
- Tendenza ad una normalizzazione dei valori pressori e glicemici, tanto da dover ridurre spesso il carico farmacologico nei pazienti diabetici.
- Riduzione della spasticità nelle vesciche neurologiche su base degenerativa, post-infiammatoria e post traumatica cerebrale.
- Recupero delle funzioni articolari nell’artrosi, anche avanzata, nonché evidente risoluzione delle tendiniti e flogosi muscolari. Stimolazione della proliferazione di condrociti e fibroblasti ed aumento della sintesi di matrice e cartilagine articolare. L’ozono si dissolve nel liquido sinoviale reagendo con proteine, enzimi, proteoglicani e stimola i condrociti.
- Miglioramento di una delle cause fondamentali dell’invecchiamento, del decadimento delle funzioni enzimatiche deputate alla produzione di energia a livello mitocondriale e della ridotta eliminazione dei cataboliti cellulari, con conseguente loro accumulo tissutale, per la disfunzione del microcircolo con rallentamento della circolazione ematica e linfatica. infatti iniettando O2-O3 nel sottocute edematoso, notiamo un’immediata riduzione dell’edema dovuta all’intensa attività linfodrenante e di miglioramento delle funzioni del microcircolo.
- Azione anti-infiammatoria, con riduzione della produzione di prostaglandine agendo sull’acido arachidonico ed azione antiossidante attivando le funzioni enzimatiche protettive endogene delle cellule contro i radicali liberi.
- Azione Ipocolesterolemizzante
- Agisce su valori elevati di Omocisteinemia, con graduale ripristino dei livelli fisiologici, segno di un’azione scavenger sui radicali liberi.
- Miglioramento della micro-vascolarizzazione e dell’ossigenazione tissutale con riduzione della stasi venosa, dell’edema e dell’ischemia tissutale con aumento del PH. Tutto ciò riduce l’entità dei fenomeni degenerativi
- Azione di immunomodulazione con attivazione linfocitaria e liberazione di citochine e conseguente aumento della capacità di fagocitosi dei neutrofili e della liberazione di anticorpi da parte dei linfociti T.
- Azione decontratturante della muscolatura striata, specie se di origine traumatica o da stimolazione motoria intensiva (sportivi).
Gli utilizzi in ambito medico sono perciò moltissimi, tra i principali vanno citati:
- Antibiotico e virus-statico, rallentando la replicazione virale. L’azione virustatica dell’ozono e quella dei suoi perossidi si esplica a carico dei recettori cellulari presenti sulla superficie virale in modo tale da impedire il contatto tra virus e cellula bersaglio; ne consegue che tutto il ciclo replicativo viene arrestato.
- Fungicida e Vermicida
- Attivatore del sistema antiossidante ed energetico mitocondriale.
- Antinfiammatorio, antalgico ed anti-edemigeno.
- Riattivante il microcircolo nelle patologie vascolari con aumento della deformabilità dei globuli rossi, aumento della cessione di ossigeno ai tessuti e stimolo alla neo-angiogenesi.
- In ambito ortopedico, nella cura delle ernie discali, artriti ed artrosi.
- Coadiuvante nella cura dei tumori, nelle patologie neurologiche degenerative ed autoimmuni: Demenze, Sclerosi Multipla. Possiede perciò un’azione neurotrofica.
- Potenzia gli effetti di radio e chemioterapia, riducendone allo stesso tempo gli effetti collaterali.
- Negli inestetismi cutanei, nei trattamenti contro la cellulite ed adiposità localizzate.
- Nelle patologie del cavo orale.
- Ambito chirurgico: indicata nel pre – intra e post operatorio.
Parallelamente ai campi di utilizzo, e necessario fare una distinzione in base ai metodologie di somministrazione:
- Infiltrazioni intra-articolari, come nel caso dell’artrosi del ginocchio, della spalla e dell’anca
- Infiltrazioni sottocutanee, effettuate con aghi mesoterapici. ad esempio, infiltrando il sottocute delle gambe, si agisce contemporaneamente sulla stasi venosa, sullo schiarimento dei capillari, sul drenaggio linfatico, sullo scioglimento dei grassi, sulla qualità della pelle, sulle smagliature, sullo schiarimento delle chiazze diabetiche e su quelle di emosiderina.
- Infiltrazioni paravertebrali, per curare l’artrosi della colonna vertebrale e l’ernia discale
- Iniezioni locali intramuscolari per la risoluzione di trigger points e della loro sintomatologia irradiata
- Insufflazioni rettali, nelle patologie intestinali e del microcircolo
- Autoemo-infusioni, nelle patologie sistemiche vascolari ed autoimmuni
- Acqua ozonizzata, nelle patologie del cavo orale
- Applicazioni locali, per la detersione di ulcere, piaghe da decubito e ferite in generale.
Alcune Branche Mediche applicative
Dermatologia: herpes simplex e zoster, eczemi acuti e cronici, dermatiti da contatto, acne, psoriasi, micosi, foruncolosi, acne (specie nella varietà cistica), prurito cutaneo, alopecia, ulcere degli arti inferiori, ulcere trofiche, piaghe da decubito, piede diabetico, micosi cutanee in genere, micosi interdigitale del piede o piede d’atleta, onicomicosi, cellulite.
Chirurgia Vascolare e Angiologia: Vasculopatie periferiche di origine venosa e arteriosa, postumi di flebite, insufficienza venosa periferica, micro-angiopatia diabetica, ulcere periferiche su base vascolare e dismetabolica, linfedema.
Ortopedia – Reumatologia – Traumatologia – Neurochirurgia: artrosi e artriti compresa l’artrite reumatoide e psoriasica, tendiniti (epicondiliti, epitrocleiti), sindrome del tunnel carpale, discopatie sia cervicali che lombari con cervico-brachialgia, lombalgia e lombo-sciatalgia. uno dei principali meccanismi d’azione dell’ozono nelle ernie discali, sarebbe legato alla sua capacità di interagire con i legami di zolfo del tessuto discale, provocandone il graduale distacco che determina quindi la frammentazione in particelle piccolissime del nucleo polposo fuoriuscito dalla sua sede naturale, questo poi col tempo verrebbe eliminato dall’organismo per le vie naturali.
Gastroenterologia: rettocolite ulcerosa, morbo di crhon, diverticolosi, diverticolite, stipsi cronica, iperammoniemia da cirrosi epatica scompensata, Emorroidi, Proctiti, Ragadi ed Eczemi anali, dismicrobismi intestinali, colibacillosi, colite spastica e atonica, colon irritabile, meteorismo, stitichezza, diarrea, intolleranze alimentari, candidosi intestinale.
Uro-Ginecologia: cistiti ed uretriti recidivanti e persistenti (resistenti a terapia antibiotica o antimicotica), endometriti e vulvo-vaginiti batteriche o micotiche recidivanti e persistenti (resistenti a terapia).
Principi di Base in Ozonoterapia
I 3 principi di base di cui si deve tenere conto prima di iniziare una qualsiasi procedura di ozonoterapia sono i seguenti:
- Primum non nocere
- Dosi progressive: in generale, si inizia sempre con basse dosi che si incrementeranno lentamente, con eccezione del trattamento delle ulcere e delle ferite infette, in cui si procederà al contrario (iniziare con concentrazioni alte e diminuirle progressivamente in funzione del miglioramento clinico).
- Utilizzare la concentrazione necessaria: un’alta concentrazione di ozono non necessariamente è migliore, principio che risulta vero in medicina con tutti i farmaci.
Se non si conosce il bilancio redox (antiossidanti / pro-ossidanti) ed il paziente si trova in condizioni di stress ossidativo, una dose iniziale media o elevata può ledere i meccanismi antiossidanti cellulari e aggravare il quadro clinico. Per questa ragione è preferibile iniziare con dosi basse ed aumentarle in maniera progressiva in base alla risposta del paziente. Ricordiamo che l’ozono non è un farmaco, quindi non induce i fenomeni di adattamento o di assuefazione tipici delle terapie farmacologiche. Anzi l’effetto terapeutico si somma nel tempo.
Meccanismi d’azione dell’ozono
Le indicazioni terapeutiche dell’ozono si fondano sul concetto che basse concentrazioni di ozono possano rivestire funzioni importanti nella cellula. Si sono dimostrati diversi meccanismi di azione a livello molecolare che confermano l’evidenza clinica di questa terapia. L’ossigeno-ozono terapia come già detto è una macro terapia ed è una metodica che viene utilizzata con successo nella cura di patologie diverse, per questo motivo risulta fondamentale conoscere i meccanismi d’azione che stanno alla base di molteplici attività di questa molecola, anche per cancellare i dubbi, se mai ve ne fossero ancora, riguardanti la sua efficacia e la sua tollerabilità. In relazione a questo parametro, in passato, alcuni criticavano una possibile formazione di forme radicaliche a seguito della somministrazione di ozono. È bene, a questo punto, fare un po’ di chiarezza: ricordiamo che l’ozono reagisce soprattutto con i liquidi biologici, che sono parte costituente dell’organismo, sia come liquidi intracellulari che extracellulari.
Il meccanismo di Griegge o di ozono-lisi delle sostanze organiche insature, dimostra la formazione di perossidi e gruppi aldeidici. Ma la complessità delle reazioni biochimiche generate durante l’esposizione del sangue all’ozono coinvolge, nello spazio di microsecondi, un’ampissima gamma di substrati che interagiscono in diverse vie metaboliche. In pratica l’ozono, che è una molecola instabile e determina reazioni ossidative, se viene somministrato in maniera adeguata, genera uno stress ossidativo calcolato e transitorio che va a stimolare il sistema antiossidante intracellulare che a sua volta può intervenire nell’impedire i danni da ossidazione tipici delle patologie degenerative croniche e delle patologie infiammatorie. Ricordiamo che un radicale libero è una specie molecolare che, possedendo un solo elettrone nell’orbita periferica è instabile e molto reattiva. L’O3 non è una molecola radicalica in quanto possiede un numero pari di elettroni nell’orbita più esterna. Due radicali possono combinarsi e appaiando i due elettroni, formano una molecola stabile con un legame covalente. Altresì un radicale può donare il suo elettrone a una molecola stabile agendo come una sostanza riducente (donazione di elettroni). Infine un radicale può catturare un elettrone da una molecola stabile agendo come un ossidante (prelievo di elettroni). Un radicale può integrarsi in una molecola stabile. L’ozono, pur non essendo una molecola radicalica, è un potente ossidante, molto instabile, che reagisce istantaneamente con altre molecole in soluzione acquosa. Allo stato gassoso la sua decomposizione e rappresentata dalla reazione:
2O3 = 3O2
Nei liquidi biologici i substrati con i quali l’ozono di preferenza reagisce sono gli acidi grassi insaturi (si usa l’acronimo anglosassone PUFA) e i composti riducenti (cioè donatori di elettroni), come il Glutatione Ridotto (GSH) e le proteine ricche di cisteina. L’O3 reagendo con un doppio legame C=C di un acido grasso insaturo dà il via ad una cascata di prodotti diversi quali gli Ozonuri e gli Ozonidi di Criegge se la reazione avviene in un ambiente lipofilo oppure il perossido di idrogeno e le aldeidi se la razione avviene in soluzione acquosa.
Meccanismo di Criegge di Ozonolisi di sostanze organiche insature (contenenti un doppio legame carbonico).
1. Formazione dell’Ozonide primario molto instabile
2. L’ozonide primario si scompone dando origine allo Zwitterion
3. Lo Zwitterion, in presenza di acqua o di altri solventi reattivi, da origine ai perossidi.
Modificazioni Biochimiche Ozono-Mediate
Esiste una complessa serie di modificazioni biochimiche evocate dall’esposizione del sangue umano all’O3. Questo si discioglie nell’acqua del plasma e istantaneamente reagisce con una serie di substrati ossidabili e con gli antiossidanti solubili come acido urico, acido ascorbico, e albumina. La formazione di un leggero eccesso di H2O2 diffondendo nelle cellule, può attivare numerose vie metaboliche. L’eccesso di H2O2 è prontamente ridotto dal sistema antiossidante intracellulare. Caratteristica fondamentale dell’ozono è la reazione che avviene a contatto con sostanze organiche insature contenenti un doppio legame. A tale livello ne provoca la scissione con un processo definito di ozonolisi. La reazione avviene in due fasi: nella prima l’ozono si addiziona al legame non saturo generando un ozonide che nella seconda fase si decompone. In un mezzo acquoso come il sangue gli ozonidi si trasformano immediatamente in idroperossidi stabili. I perossidi hanno la capacità di cedere ossigeno con l’aumentare del pH, per esempio negli ambienti protonici, caratteristica fisico-chimica tipica dei processi degenerativi e/o ischemici. I lipoperossidi derivanti dalla rottura di una catena degli ozonidi perdono la idrofobicità caratteristica dei lipidi e diventano solubili in acqua come composti lipidici a catena breve. Gli effetti e le indicazioni cliniche dell’Ossigeno-Ozonoterapia si basano perciò essenzialmente sulle sue proprietà biochimiche. La principale è in relazione alla capacità da parte dell’ossigeno di legare elettroni (essendo l’ozono una forma allotropica). Ne risulta che la massima energia libera si ottiene dalla riduzione tetra-elettronica ad acqua che pertanto rappresenta il prodotto di massima riduzione dell’ossigeno. Le premesse biochimiche inerenti le caratteristiche dell’ozono, rendono ragione dell’ampio spettro di azione dello stesso sull’organismo e dell’ampia gamma di indicazioni al suo impiego. Sono descritte azioni di tipo antibatterico e virus-statico ad opera di perossidi attivanti processi di distruzione della capsula batterica o di competizione recettoriale che impedisce la replicazione virale. Un’altra fondamentale attività esercitata dall’ozono è quella esercitata sul metabolismo dei glucidi:
- La demolizione aerobica del glucosio libera energia utilizzata per la sintesi di ATP.
- Nelle patologie degenerative ed infiammatorie e nel muscolo scheletrico sottoposto a sforzo violento aumenta la richiesta di ATP.
- Aumenta quindi la velocita dei processi ossidativi mitocondriali che soltanto in parte porta a compensare la maggior richiesta di ATP.
L’ozono, accelerando il processo di glicolisi, garantisce una costante riossidazione del NADH conducendo ad una aumentata sintesi di ATP e quindi di una maggiore risposta alle patologie infiammatorie acute e / o degenerative croniche. Campioni di sangue incubati con miscele di O2/O3 hanno inoltre evidenziato un incremento della produzione da parte dei leucociti di linfochine ed in particolare di Interferone γ (IFNγ) e di transforming growth factor (TGF-β1). Questo fenomeno potrebbe dipendere:
- Dall’azione DIRETTA dell’O3
- Dalle attivazioni geniche che la Perossidazione lipidica ed i suoi prodotti esercitano sui diversi tipi cellulari.
Evidece for Antibody Catalyzed Ozone Formation in Bacterial Killing and Inflammation – P. Wentworth Jr, J. E. McDunn, A. D. Wentworth, C. Takeuchi, J. Nieva, T. Jones, C. Bautista, J. M. Ruedi, A. Gutierrez, K. D. Janda, B. M. Babior, A. Eschenmoser, R.A. Lerner – Science 298: 2195-2199, 2002.
Le attivazioni osservate suggeriscono un Potenziamento, nei campioni di sangue, delle difese immunitarie aspecifiche.
Insufflazione Rettale
Questo metodo fu introdotto da Payr nel 1935 e consiste nell’insufflare nel colon retto fino a 300 ml di O2/O3 con una concentrazione in ozono variabile a seconda della patologia da trattare. Da ricordare che il trattamento per VIA GENERALE con O2/O3 si avvale di TRE metodologie. La più conosciuta ed utilizzata è la grande autoemoterapia (GAET) o autoemoterapia maggiore (GAEI) poi si utilizza la piccola autoemoterapia (PAET) o autoemoterapia minore (PAEI) ed infine la meno conosciuta ma non meno efficace Insufflazione Rettale. Quest’ultima è una delle forme più antiche di somministrazione sistemica e locale dell’Ozono (1935 Payr, 1936 Auburg). Come nella GAEI le controindicazioni sono il favismo e l’ipertirodismo. Ci si avvale dell’Alto Potere Assorbente della mucosa rettale attraverso il cui contatto la miscela di O2/O3 viene veicolata nel grande circolo ematico: azione indiretta o sistemica e dell’azione diretta locale sulle patologie a carico del basso tratto intestinale. Quali sono i criteri che ci fanno preferire l’utilizzo delle insufflazioni rettali?
- Pazienti con difficoltà a reperire un accesso venoso periferico.
- Pazienti con vene estremamente fragili (pazienti tumorali, in trattamento con chemioterapia).
- Pazienti con idiosincrasia per gli aghi o della vista del sangue.
- Pazienti in giovane età.
- Pazienti con ideologie religiose che vietano la fuoriuscita del sangue dal corpo.
Grazie a questa tecnica, l’ossigeno-ozono viene introdotto nell’organismo attraverso il retto e la sua mucosa, inducendo come già detto effetti sia sistemici che locali. In particolare viene sfruttato l’effetto antiflogistico del gas e l’azione antisettica che distruggendo la flora anaerobia, favorisce lo sviluppo di quella aerobia con netto miglioramento della DISBIOSI INTESTINALE. Si tratta di una tecnica molto efficace nelle patologie infiammatorie acute e croniche dell’intestino crasso, anche di quelle su base vascolare. L’azione disinfettante diretta dell’Ozono, associata al miglioramento della micro-circolazione e ossigenazione, congiunta alla stimolazione immunitaria, rappresenta il fattore principale del successo terapeutico. Inoltre il drenaggio del sangue proveniente dall’intestino attraverso i vasi mesenterici, garantisce un immediato trasporto dell’ozono legato ai globuli rossi, attraverso le vie portali al fegato, con importanti indicazioni terapeutiche nelle patologie acute e croniche del fegato e nella cirrosi epatica compensata e non. Infatti secondo i recenti studi di Knock, l’insufflazione rettale di miscele di ossigeno ozono acquista una speciale importanza nel trattamento delle varie forme di epatite virale. Questo autore dimostrò che la pressione parziale di ossigeno nella vena porta aumenta conseguentemente entro brevissimi tempi.
Come già detto, svariati Ozono-Terapeuti di fama internazionale (Dr. Mattassi et altri) hanno riferito che in particolare nelle vasculopatie che la somministrazione di miscele di ossigeno/ozono intra-rettale forniscono gli stessi risultati della somministrazione per via venosa di sangue arricchito in ossigeno/ozono (GAET), costituendo però un accesso molto più pratico, veloce e meno dispendioso per il paziente; specie in assenza di un adeguato accesso venoso. Questa forma di applicazione può essere eseguita perciò come alternativa alla grande autoemo-terapia ed è particolarmente adatta nei casi dove la grande autoemo-terapia non può essere usata, come ad esempio nei bambini. L’unica via di applicazione sistemica dell’ozono in pediatria infatti è quella rettale. Nei bambini l’insufflazione rettale è attualmente utilizzata per il trattamento di patologie quali: autismo, disturbi gastrointestinali, deficit delle difese immunitarie, allergie, dermatiti, stati infiammatori, asma, depressione….
Nell’insufflazione rettale (la tecnica è assolutamente indolore) si utilizzano fino a 300/350 ml di miscela di ozono-ossigeno tramite un catetere monouso che viene introdotto a una profondità di circa 5/10 cm nell’apertura anale del paziente. L’ozono viene in contatto con le pareti dell’intestino producendo reazioni chimiche simili a quelle indotte dalla grande autoemoterapia (quindi può essere utilizzata con le stesse indicazioni). L’ozono in campo medico è perciò attualmente ampiamente utilizzato nel trattamento di numerose patologie gastro-intestinali, in particolare nelle malattie infiammatorie croniche dell’intestino mediante insufflazione della miscela gassosa per via rettale. Ragadi e fistole anali ed altre patologie notoriamente refrattarie alle terapie usuali, come rettocolite ulcerosa, proctiti e sindromi emorroidarie vengono trattate mediante insufflazione di O2-O3 a concentrazioni diverse a seconda della patologia. Ribadiamo che i risultati positivi sono da ascrivere sia all’azione sul microcircolo dell’O3 sia alla sua azione antisettica. Per essere eseguita necessita di:
- Un generatore della miscela di O2/O3
- Guanti sterili monouso
- Siringhe sterili monouso da 50 cc
- Catetere in PVC resistente all’ozono
- Crema lubrificante
- Pinza per clampare il catetere per evitare la fuoriuscita della miscela di O2/O3
Operatività:
- Paziente sdraiato su un fianco
- Introduzione del catetere di polietilene lungo circa 20 cm o più nel retto per 5/10 cm lubrificato con olio o crema ozonizzata
- Utilizzare una siringa monouso da 50 cc ed iniettare 50 cc per volta clampando sempre il catetere con intervalli di circa 20-30 secondi
- Iniziare di solito con 100 cc e salire progressivamente fino a 300/350 ml per seduta
- Lasciare il paziente disteso e rilassato almeno per 10/20 minuti
La reazione all’insufflazione rettale è istantanea con produzione di H2O2 e dei L.O.P. LIPID OXIDATION PRODUCTS cioè Aldeidi, Idroperossidi ed altri che vengono assorbiti dalla mucosa intestinale ben vascolarizzata andando a svolgere poi svariate azioni generali:
- Effetti biochimici: con aumento di ATP e 2,3 Difosfoglicerato eritrocitario responsabile della cessione di O2 ai tessuti.
- Modulazione dei linfociti T intra e sottomucosali.
- Attivazione del Sistema Immunitario Epatico e della sua quota linfocitaria.
L’ossigeno/ozono per via rettale verrebbe assorbito come dimostrato da un aumento seppur transitorio della po2 sia nel sangue portale, che in quello venoso giugulare. L’O3 si solubilizza inoltre nell’acqua presente nel film mucoproteico sovra-mucoso intestinale sia nell’acqua fecale. La presenza di feci può interferire nel quantitativo di O3 assorbito per via generale sequestrandone una parte interferendo così nell’ipotetico calcolo di dose/effetto.
Malattie infiammatorie intestinali
Le malattie infiammatorie croniche dell’intestino (IBD) sono malattie diffuse nel mondo occidentale, colpiscono selettivamente i paesi industrializzati, come Europa Occidentale e Nord America, e sono caratterizzate da episodi flogistici ricorrenti dell’apparato digerente. La frequenza è di 6-8 casi per 100.000 abitanti/anno per la RETTO-COLITE ULCEROSA, e di 2 casi per 100.000 abitanti/anno per il MORBO di CROHN; sono maggiormente colpite le fasce giovani della popolazione, le femmine più dei maschi; ne sono quasi esenti i neri, mentre gli Ebrei lamentano un’incidenza di malattia di almeno 3 volte superiore alla popolazione caucasica. L’eziologia è sconosciuta, ma è certa una predisposizione genetica, perché nei collaterali di malati di IBD, la frequenza della malattia è maggiore rispetto ai controlli e sono presenti caratteristiche come l’alterata permeabilità intestinale, che, pur talvolta asintomatica, documenta un terreno genetico comune. Essendo sconosciuta l’eziologia, come sempre succede in questi casi, sono state proposte le più varie cause, senza che ne sia stata provata alcuna. L’insufflazione rettale nelle IBD si è dimostrata particolarmente efficace, questo metodo consiste nell’applicare da 50 a 300 ml di una miscela gassosa di ossigeno-ozono ad una concentrazione di 10 fino a 60 mcg/ml, tramite un catetere in polietilene posizionato per circa 5/10 cm nel retto. I risultati più recenti degli studi animali evidenziano, in questa forma applicativa della miscela, un effetto terapeutico sia dell’ossigeno che dell’ozono.
Fondamenti Terapeutici
Come abbiamo già visto l’ossigeno-ozonoterapia e una macro terapia che riattiva il microcircolo con migliore ossigenazione nei vari distretti corporei, ha un’azione protettiva multiorgano, induce un aumento della deformabilità e della filtrabilità eritrocitaria perché spezza le lunghe catene degli acidi grassi localizzate sulla superficie dei globuli rossi mediante lipoperossidazione controllata ed il rilascio di ossido nitrico a livello degli sfinteri pre-capillari. Si sono costantemente osservati evidenti miglioramenti delle condizioni circolatorie centrali e periferiche, con risultati clinici difficilmente ottenibili con altre terapie. Esistono concentrazioni placebo, terapeutiche e tossiche dell’ozono. È stato provato che concentrazioni di 10 o 5 μg/ml e anche minori, esercitano effetti terapeutici con ampio margine di sicurezza, per cui attualmente si accetta che la finestra terapeutica sia da 5 a 60 μg/ml. Questo range di concentrazioni abbraccia tanto le applicazioni locali come quelle sistemiche. Si deve sottolineare che ogni via di somministrazione è soggetta a minimi e massimi di:
- dose
- concentrazione
- volume
I dosaggi terapeutici si dividono in tre tipi e seconda del meccanismo di azione:
- DOSI BASSE: Queste dosi esercitano un effetto immunomodulatore e si utilizzano in quelle patologie dove entra in gioco un certa compromissione del sistema immunitario.
- DOSI MEDIE: Sono immunomodulatrici e stimolano inoltre il sistema enzimatico antiossidante di difesa, sono di grande utilità in patologie Cronico -Degenerative come diabete, aterosclerosi, BPCO, sindrome di Parkinson, malattia di Alzheimer e demenza senile.
- DOSI ALTE: Si impiegano specialmente nel trattamento delle ULCERE o delle FERITE INFETTE. Si possono utilizzare anche per l’ozonizzazione di olio e acqua. L’ozonizzazione di olio non si può ottenere con un generatore di ozono medicale convenzionale perché non si può evitare che il vapore dell’olio diffonda nei tubi di alta tensione. Il risultato è la produzione di varie sostanze molto tossiche. Fanno eccezione i generatori di ozono con valvola che ne impediscono l’uscita.
Per le insufflazioni rettali un dosaggio di mantenimento è stato fissato in concentrazione di O3 a 20 μg/ml. Per quanto riguarda il volume della miscela è consigliabile iniziare da 100 ml e poi salire gradualmente fino a 300–350 ml per seduta. Si deve ricordare di occludere o clampare il catetere di polietilene monouso di immissione della miscela posizionato nel retto (introduzione di 5/10 cm del catetere) dopo ogni immissione e di lasciare il paziente disteso e rilassato per circa 10/20 minuti. Il trattamento può essere eseguito più volte settimanalmente a seconda della patologia da trattare e della sua acuzie, con concentrazione che può raggiungere i 40/60 μg/ml. dosaggi superiori vanno valutati con attenzione in quanto possono causare crampi addominali e danno agli enterociti. Perciò eccezionalmente si inizia con alte concentrazioni in caso di rettocolite ulcerativa con sanguinamento attivo (60 μg/ml di concentrazione e 50 ml. di volume). Quando il sanguinamento si risolve si diminuisce immediatamente la concentrazione. L’ozono in questa sede ha sicuramente un’azione disinfettante locale con attività antibatterica, antifungina ed antivirale: battericida fungicida e di inattivazione virale. Tutto ciò si realizza mediante un processo di ossidazione dei microorganismi. Questo processo è simile a quello che l’organismo utilizza con la formazione da parte dei leucociti adibiti alla fagocitosi (macrofagi) di una molecola ossidante simile a quella dell’O3. Una delle più importanti indicazioni nel trattamento con le miscele di ossigeno-ozono intra-rettali è quella per le forme di epatiti virali: a – b – non a / non B, rispettivamente nelle loro forme di progressione acuta e cronica. In considerazione del fatto che fino ad ora non si dispone di nessun trattamento antivirale sicuro ed efficace, l’ozono e i suoi perossidi acquistano, in tale contesto, un’importanza speciale, essendo questi altamente atossici nell’effetto e completamente liberi da effetti collaterali indesiderabili. In forza di un processo di disattivazione, essi giocano un ruolo importante nel ciclo dell’infezione virale ed aumentano le fagocitosi; oltre a ciò, viene osservato un effetto protettivo sulle cellule sane ed un’aumentata eliminazione delle cellule danneggiate dai virus.
Gli effetti delle miscele di ossigeno ozono nelle infezioni virali sistemiche sono oggigiorno considerati composti da 4 processi di reazione sinergica:
- La proprietà di disattivazione del virus da parte dell’ozono e dei suoi prodotti perossidanti;
- L’attivazione della fagocitosi;
- L’effetto protettivo cellulare delle cellule di organi sani
- Il loro effetto citotossico su cellule danneggiate dai virus, assicurando così la loro rapida eliminazione.
Conclusioni
L’ozono presenta caratteristiche fondamentali per la moderna terapia medica. La sua importante azione battericida, fungicida ed antivirale; il miglioramento del trasporto dell’O2 ai distretti periferici con aumento della sua cessione ai tessuti, il tutto associato al basso costo di gestione ed alla relativa facilità di utilizzo ed agli effetti avversi praticamente inesistenti, fanno sì che questa metodica si offra con le migliori credenziali di fronte alle esigenze dei pazienti. La ricerca condotta in molte strutture Universitarie italiane e straniere ha permesso di consolidare le conoscenze in questo ambito e di applicarle ad un ampio spettro di patologie quali: le arteriopatie periferiche, l’insufficienza venosa cronica, le affezioni reumatiche ed epatiche, le malattie di origine virale, le ernie discali. Non è stata rilevata alcuna tossicità ne manifestazione allergica nei confronti dell’Ossigeno-Ozono terapia ed ampie esperienze cliniche indicano come gli effetti collaterali da trattamento con miscele di O2/O3 siano rari e comunque legati ad errori nella tecnica di somministrazione, pertanto il rapporto rischio/beneficio è estremamente positivo. Sulla base di tali risultati è con estremo favore che si può constatare il continuo avanzamento della ricerca e dell’utilizzo terapeutico dell’Ossigeno-Ozono nelle strutture sanitarie pubbliche e private che porta ad un costante sviluppo di questa metodologia terapeutica. L’ozonoterapia è stata utilizzata a scopo terapeutico sin dagli inizi del secolo, è stata sperimentata con varie modalità e, su alcune patologie ha permesso di ottenere dei risultati terapeutici insperati. L’Ossigeno-Ozonoterapia è ampiamente utilizzata particolarmente in Germania ed in Svizzera, mentre negli USA alcune strutture universitarie hanno iniziato a praticare trattamenti sperimentali nell’ambito della ricerca contro la diffusione dell’AIDS. Questa pratica terapeutica è molto diffusa nell’Europa Orientale e a Cuba anche perché il rapporto costo/beneficio è assolutamente favorevole. In Italia l’Ossigeno-Ozonoterapia ha avuto ufficialmente inizio nel 1983, con la costituzione della società italiana di ossigeno-ozono terapia: SIOOT. Attraverso l’attività di ricerca clinica e sperimentale e grazie a Corsi e Congressi, l’Ossigeno-Ozonoterapia è attiva in diverse strutture Universitarie.
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