Nonostante sei visite da parte degli astronauti americani effettuate tra il ’69 e il ’72, per gli scienziati la Luna rimane un mistero la cui soluzione potrebbe indicare un aspetto alieno del nostro satellite
Il Dottor Robert Jastrow primo presidente della Commissione per l’esplorazione Lunare della NASA, ha definito la Luna “la stele di rosetta dei pianeti”.
Gli scienziati avevano confidato nel fatto che studiando la composizione del nostro satellite avrebbero risolto alcuni misteri inerenti la formazione del nostro pianeta e del sistema solare, ma dopo sei allunaggi lo scrittore scientifico Earl Ubell ha dichiarato che il mistero non solo permane ma si infittisce poiché il nostro satellite è più complicato da comprendere di quanto i ricercatori si aspettassero, anche se alcuni quesiti hanno trovato soluzione, le rocce e le registrazioni redatte dalle missioni lunari hanno prodotto misteri aggiuntivi alcuni dei quali fanno rimanere senza fiato.
Fra questi misteri o anomalie vi è il fatto che la Luna risulta essere di gran lunga più antica di quanto immaginato in passato, forse perfino più vecchia della Terra e del Sole.
Esaminando tracce bruciate dai raggi cosmici nelle rocce lunari, gli scienziati le hanno datate a miliardi di anni fa, alcune a 4,5 miliardi di anni, di gran lunga più antiche della Terra nonché antiche quasi quanto il sistema solare.
La Luna ha almeno tre differenti tipi di rocce: contrariamente alla nozione secondo cui gli oggetti più pesanti vanno verso il fondo, le rocce più pesanti si trovano sulla superficie; sussiste altresì una definita disparità nella distribuzione dei minerali.
Ubell ha posto il seguente quesito: «Se la Terra e la Luna furono create nel medesimo arco di tempo l’una vicina all’altra, come mai la Terra ha tutto il ferro e la Luna non ne ha molto? Le differenze suggeriscono che il nostro pianeta e il nostro satellite si formarono in tempi e luoghi differenti, un concetto che incespica nell’incapacità degli astrofisici di spiegare con precisione in che modo la Luna sia diventata un satellite della Terra».
La Luna è estremamente arida e non sembra aver avuto acqua in quantitativi rilevanti. Nessuna delle rocce lunari, indipendentemente dal luogo di reperimento, conteneva acqua allo stato libero oppure molecole di acqua legate nei minerali, tuttavia gli astronauti dell’Apollo 16 hanno scovato rocce lunari contenenti frammenti di ferro arrugginito: dato che l’ossidazione richiede ossigeno e idrogeno allo stato libero tale ruggine indica che da qualche parte sulla Luna deve esserci acqua.
Inoltre, il 7 Marzo 1971 alcuni strumenti lasciati dalle missioni Apollo hanno inviato alla Terra un segnale indicante che un “vento” d’acqua aveva attraversato la superficie lunaree, cosa che ha ampliato gli enigmi riguardanti i fenomeni lunari.
Siccome sulla superficie priva d’aria qualsiasi massa d’acqua evapora e si comporta come il vento sul nostro pianeta, il quesito è: da dove ha avuto origine quest’acqua?
Le eruzioni della nube di vapore si sono protratte per 14 ore e hanno interessato un area di 100 miglia quadrate, inducendo i fisici della Rice University Dottor John Freeman Jr. e il Dottor Ken Hills a dichiarare l’evento “una delle più stimolanti scoperte a tutt’oggi” indicanti la presenza di acqua all’interno della Luna.
I due fisici hanno affermato che il vapore acqueo proveniva dalle profondità interne del satellite apparentemente rilasciato durante un sisma; alcuni funzionari della NASA hanno presentato una spiegazione più banale e discutibile, ipotizzando che due serbatoi relativi alle fasi di discesa delle missioni Apollo e contenenti fra 27 e 45 chili di acqua si siano rotti a causa delle sollecitazioni liberando il loro contenuto.
Freeman e Hills hanno respinto tale spiegazione, sottolineando che i due serbatoi si trovano a una distanza di circa 180 chilometri nondimeno il vapore acqueo è stato individuato con il medesimo flusso presso entrambi i siti anche se gli strumenti erano orientati in direzioni opposte.
Gli scettici hanno altresì comprensibilmente contestato le probabilità che due distinti serbatoi si siano rotti simultaneamente nonché il processo secondo cui una quantità talmente esigua di acqua abbia potuto produrre 100 miglia quadrate di vapore.
Le rocce lunari si sono rivelate anche magnetizzate, anche se non abbastanza per attrarre una graffetta, ma pur sempre magnetiche, tuttavia sulla Luna non esiste alcun campo magnetico. Da dove deriva questo fenomeno?
Anche in presenza di vasti mari di liscia roccia fusa solidificata rappresenta un mistero..Questi mari indicano che una vasta effusione lavica sia avvenuta in qualche remoto passato, attualmente si è avuta conferma che alcuni crateri lunari sono di origine interna anche se vi sono indizi che il nostro satelllite non sia mai stato abbastanza caldo da produrre eruzioni vulcaniche.
Un altro mistero riguarda il fatto che quasi tutti i mari si trovano sull’emisfero lunare rivolto verso la Terra, a questo mistero si aggiungono i mascon, estese e dense masse circolari situate a 32/64 chilometri sotto il centro dei mari lunari, scoperti poiché la loro densità distorceva le orbite dei nostri velivoli spaziali che volavano sopra di essi o nelle vicinanze.
Uno scienziato ha avanzato l’ipotesi che i mascon siano pesanti meteoriti ferrosi precipitati nella Luna mentre questa si trovava in una fase soffice di formazione, anche se questa teoria è stata scartata in quanto i meteoriti impattano a una velocità talmente elevata che si sarebbero vaporizzati al contatto col suolo.
Un’altra banale spiegazione è che i mascon non siano altro che caverne riempite di lava. Sembrerebbe che questi mascon siano enormi oggetti di forma discoidale, forse di costruzione artificiale, anche se risulta a questo punto improbabile che grandi dischi situati direttamente sotto il centro dei mari come un gigantesco oblò si siano formati per caso o per coincidenza.
Fra il ’69 e il ’77 le attrezzature sismografiche delle missioni Apollo registrarono sino a 3.000 lunamoti in ciascun anno di operatività, le vibrazioni erano in massima parte di lieve entità e provocate dagli impatti di meteoriti o dalla caduta di razzi vettori ma vennero individuati numerosi altri sismi nelle profondità interne della Luna.
Dato che in massima parte i sismi si verificano quando la Luna si trova nel punto più vicino alla Terra si ritiene che tali scricchiolii interni siano causati dall’attrazione gravitazionale del pianeta.
Nel 1958 nel cratere lunare Alphonsus si verificò un evento che mise in discussione la nozione che tutta l’attività sismica interna sia dovuta semplicemente ad assestamenti di roccia, perchè nel novembre di quell’anno l’astronomo Nikolay A. Kozyrev in forza al Crimean Astrophysical Observatory, sbigottì la comunità scientifica fotografando la prima eruzione gassosa documentata sulla Luna, nei pressi del picco del cratere: lo scienziato attribuì il mistero alla fuoriuscita di gas fluorescenti, infatti individuò anche la caratteristica luminescenza rossastra dei composti del carbonio che sembrò spostarsi e scomparire dopo un’ora.
Molti scienziati rifiutarono di accettare le scoperte di Kozyrev sino a quando nel ’63 alcuni astronomi del Lowell Observatory osservarono luminescenze rossastre sulle creste di dorsali nella regione di Aristarchus. A distanza di qualche giorno due osservatori distinti riportarono luci colorate sulla Luna protrattasi per un ora, evidentemente sotto la crosta lunare stava succedendo qualcosa.
Esistono riscontri a sostegno dell’eventualità che il nostro satellite sia cavo, studi sulle rocce rilevano che l’interno differisce dal mantello terrestre secondo modalità indicanti un nucleo assai esiguo o addirittura inesistente.
Luna cava
Nel 1962 lo scienziato della NASA Dottor Gordon MacDonald dichiarò: «Se si riducono i dati astronomici si rileva che tali dati esigono che l’interno della Luna sia meno denso delle parti esterne. Invero sembra che tale satellite sia una sfera cava piuttosto che omogenea».
L’astronauta dell’Apollo 14 Dottor Edgar Mitchell, pur schernendo l’eventualità che la Luna sia cava, ha nondimeno ammesso che dal momento che i materiali più pesanti si trovano in superficie è del tutto possibile che all’interno esistano caverne gigantesche.
I riscontri sorprendenti a sostegno di questa eventualità giunsero il 20 novembre 1969 allorquando l’equipaggio dell’Apollo 12 una volta tornato al modulo di comando inviò lo stadio di risalità del modulo lunare (il LEM) a schiantarsi sulla superficie lunare creando un terremoto artificiale.
L’impatto avvenne a circa 40 miglia di distanza dal sito di allunaggio dell’Apollo 12 dove congegni ultrasensibili registrarono qualcosa di sbalorditivo e inatteso infatti la Luna riverberò come una campana per oltre un ora.
Il mistero della parte coriacea superficiale della Luna è stato complicato dalla scoperta di quelli che sembrano metalli lavorati, contenenti oltre a titanio quasi puro (inesistente in natura), anche anfibolo, ottone e mica, ma anche uranio 236 e nettunio 237 inesistenti anch’essi in natura e di formazione artificiale.
Due scienziati russi nel 1970, Dottor Mikhail Vasin e Alexander Shcherbakov, pubblicarono sulla rivista sovietica Sputnik un articolo dove affermavano che la Luna fosse di origine intelligente ovvero fosse stata costruita e non avesse una origine naturale per questo motivo sulla sua superficie erano presenti gli scarti della perforazione che l’avrebbe svuotata per far posto al suo interno a spazi abitabili, lasciando anche scarti di fusione.
Per quanto stravagante possa apparire la teoria della astronave artificiale prendete in considerazione il modo in cui tale modello spiegherebbe tutti i misteri lunari, spiegando come mai il nostro satellite sarebbe più antico della Terra, o perché al suo esterno esistano strati di materiali più densi esattamente come uno scafo di un astronave, una Luna scavata artificialmente spiegherebbe come mai il satellite tintinna per ore come una campana a seguito di un impatto nonché il motivo per cui in loco sono stati rinvenuti campioni di resistenti metalli refrattari qualli titanio, cromo e zirconio, ferro a prova di ruggine, uranio 236 e nettunio 237.
Tuttavia non si pensa nemmeno lontanamente di prendere in considerazione la teoria, la logica circolare della scienza moderna riguardo l’origine della Luna procede più o meno come segue: «Sappiamo che gli extraterrestri non esistono, ma sappiamo che la Luna esiste ed è stata menzionata nel corso di tutta la storia umana. Noi umani non l’abbiamo creata nè collocata in orbita alla Terra quindi ciò deve essere stato compiuto dagli extratterrestri, ma dato che sappiamo che questi ultimi non esistono ci limiteremo a definirla un anomalia e non proferiremo più verbo sulla questione a livello pubblico».
Questo in sostanza è il solito metodo scientifico dello struzzo con la testa sotto la sabbia se non sa dare spiegazioni, ma il mistero rimane.
Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it/2016/11/07/lenigma-della-luna-cava/
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reidekof
interessante teoria con molti punti a favore