Le inondazioni, delle dimensioni di un “disastro di livello nazionale”, causate dalle piogge torrenziali nello stato di Jammu e Kashmir (J & K), in India, e in Azad Kashmir, Gilgit-Baltistan e Punjab in Pakistan durante l’ultima fase del monsone, ai primi di settembre di quest’anno, sono ritenute in forte collegamento con la rapida evoluzione del clima nelle regioni himalayane. Jammu e Kashmir annaspano sotto le peggiori alluvioni degli ultimi 60 anni, con 600.000 persone travolte e circa 200 morti; «Questa potrebbe benissimo essere un’altra manifestazione di un evento meteorologico estremo – indotto da un clima che sta cambiando», dice il Centro per la Scienza e l’Ambiente (CSE) basato a Nuova Delhi.
«Le inondazioni nel Kashmir sono un triste memorandum del fatto che un pesante cambiamento climatico sta colpendo l’India. Negli ultimi 10 anni, numerosi eventi pluviometrici estremi hanno scosso il Paese, questa è solo l’ultima calamità della serie», spiega Chandra Bhushan, vice direttore generale CSE e capo del team sul cambiamento climatico. Sullo stato sono piovuti 250 millimetri di pioggia in tre giorni, dal 3 settembre 2014 fino al 6 settembre, su un totale di piogge monsoniche stagionali di 568 millimetri. Nel solo 6 settembre sono caduti 106 millimetri, «un incredibile 3.116% rispetto alle normali precipitazioni per tale data e nel J & K» ha notato Himanshu Thakkar del South Asia Network on Dams, Rivers and People (SANDRP).
«La maggior parte dei modelli climatici prevedono inoltre che l’India sarà colpita sempre più da eventi piovosi estremi, dato che il mondo continuerà a riscaldarsi nei prossimi decenni», dice il CSE, facendo riferimento ad uno studio fatto di BN Goswami dell’Indian Institute of Tropical Meteorology, Pune, il che dimostra come tra il 1950 e il 2000 l’incidenza di eventi piovosi pesanti (> 100 mm / giorno) e di eventi molto pesanti (> 150 mm / giorno) sono aumentati e gli eventi di moderata intensità (5-100 mm / giorno) sono diminuiti. Un’analisi della relazione di valutazione elaborata dal Gruppo di lavoro II dell’IPCC (AR5) indica che le inondazioni e le siccità rischiano di aumentare in India, con più precipitazioni concentrate però in un minor numero di giorni di pioggia. «Settembre è il mese più asciutto in tutto lo Stato, quindi è piuttosto insolito che abbia visto la peggiore alluvione degli ultimi decenni», dice Marianna Musset di tck tck tck, sito web dell’Appello mondiale di azione per il clima (AMCC), che aggiunge, «gli eventi alluvionali da occasionali stanno diventando sempre più estremi e più frequenti a causa del cambiamento climatico».
Prendendo spunto dal report di IPCC, Musset osserva che, «l’aumento delle temperature non ha solo portato a un maggiore indice di scioglimento dei ghiacciai, ma ha anche indebolito la circolazione dei monsoni, con conseguente aumento dlele precipitazioni. Proiezioni locali indicano un aumento delle temperature minime nella regione himalayana tra 1°C e 4,5°C. Le temperature massime possono aumentare tra 0,5°C e 2,5°C, mentre le precipitazioni dovrebbero aumentare di 1-2 mm al giorno» dice ancora avvisando che la «Valle del Kashmir è estremamente esposta ai cambiamenti climatici e in particolare all’aumento delle inondazioni».
Compilando l’elenco di tali eventi estremi verificatisi negli ultimi anni in diverse parti del paese, i ricercatori CSE dicono, «come è stato il caso con alcuni dei precedenti eventi pluviometrici estremi, l’entità del disastro in J & K è stata aggravata da uno sviluppo non pianificato – soprattutto sulle sponde del fiume. Negli ultimi 100 anni, oltre il 50 per cento dei laghi, stagni e zone umide di Srinagar è stato invaso dalla costruzione di edifici e strade. Le rive del fiume Jhelum sono state modificate in modo analogo, riducendo notevolmente la capacità di drenaggio del corso d’acqua. Naturalmente, queste aree hanno sofferto di più». A parte l’urbanizzazione, come dicono gli esperti, la canalizzazione del fiume e le attività di costruzione avvenute su larga scala nelle pianure alluvionali dello stato hanno portato alla perdita di gran parte delle barriere di difesa dalle alluvioni naturali nella regione, lasciando l’area incapace di far fronte all’inatteso aumento dei livelli dell’acqua.
«Anche se non è possibile evitare disastri, i governi potrebbero minimizzare gli effetti delle piene, tenendo conto degli interventi che facciamo sulla natura e dei rischi che comportano. Abbiamo bisogno di valutare i potenziali danni e capire come si possono verificare gli interventi», dice kumkum Dasgupta del ‘Hindustan Times’, il primo giornale di Nuova Delhi. «Il Ministero centrale dell’Ambiente e delle Foreste sta autorizzando progetti di produzione idroelettrica nel bacino del Chenab anche senza provvedere alla corretta valutazione di impatto sociale e ambientale, come nel caso del progetto Sach Khas», ha detto Himanshu Thakkar, aggiungendo che «tali decisioni di EAC e MoEF sono suscettibili di sommarsi al potenziale disastro nel Chenab e in altri bacini fluviali del J & K. Non vi è inoltre alcuna valutazione di impatto cumulativo di un enorme numero di grandi progetti idroelettrici in nei bacini del J & K».
Per far fronte agli eventi climatici estremi, «il governo indiano deve evitare la politica dello struzzo e uscire dalla modalità di negazione. Dovremo rivedere i legami tra cambiamenti climatici e gli eventi come quelli accaduti nel J & K. Dovremo accettare che il cambiamento climatico incida sempre di più in futuro. Noi, quindi, dobbiamo iniziare a prepararci per adattarci al clima che cambia», spiega Sunita Narain, direttore generale di CSE. «L’India dovrebbe iniziare un processo di introduzione del tema del cambiamento climatico in tutte le politiche e i programmi di sviluppo. A partire dalla costruzione delle città, delle infrastrutture per l’agricoltura e per l’approvvigionamento idrico per le infrastrutture energetiche, dovremo fare modifiche per incorporare gli impatti dei cambiamenti climatici». «Il Kashmir non può permettersi di non trovare il modo di adattarsi al rischio di allagamento indotto dai cambiamenti climatici», dice Musset, suggerendo che «l’UNFCCC Adaptation Fund & Green Climate Fund deve fornire meccanismi cruciali a un mondo in cui gli impatti dei cambiamenti climatici sono una realtà e non più una minaccia futura».
Fonte: http://www.lindro.it/
VIENI A CONOSCERE LA NOSTRA ORGANIZZAZIONE - Clicca sui loghi qui sotto -
SE TI E' PIACIUTO L'ARTICOLO CONDIVIDILO SUL TUO SOCIAL PREFERITO
QUALCHE PICCOLO CONSIGLIO DI LETTURA