Figura 35: l’immagine qui sopra è una riproduzione delle tante foto scattate
dal contattista americano George Adamski, per la maggior parte degli studiosi sarebbero dei clamorosi falsi.
Sono anni ormai che svolgo indagini su gran parte di quei fenomeni che rientrano nel panorama ufologico, nel quale spaziano una miriade di teorie da quelle più probabili a quelle proposte da mitomani e schizzati di ogni tipo, tuttavia spesso ci s’imbatte su informazioni che dissolvono la nebbia e la scarsezza di notizie inerenti a tale scenario. Non è molto in verità, perché subito dopo aver compiuto alcuni passi nella direzione la dove gli indizi ci conducono, la nebbia dell’illusorio distrugge ogni nostra speranza di trovare le giuste risposte, così si procede alla cieca, nella speranza di trovare un nuovo indizio su cui lavorare, ma soprattutto fornire quelle soluzioni ottimali che diventano a volte, la pietra d’angolo di tutta la speculazione teorica proposta.
Per spiegare lo strano comportamento delle navicelle spaziali extraterrestri, ad esempio, dobbiamo spostarci nel tempo, all’epoca cioè, della costruzione di tutte quelle strutture megalitiche di forma piramidale presenti sul pianeta, realizzate presumibilmente dal XII millennio a.C. in poi, cioè dopo o forse anche prima del mitico Diluvio universale. Alcuni ricercatori internazionali, di fatto, hanno dimostrato che le piramidi presenti sulla superficie della Terra sono state costruite lungo il 30° parallelo e collocate a una distanza Phi[1] l’una dall’altra. Da un punto di vista progettuale questa razza aliena non scelse a caso il tracciato topografico, dove collocare determinate strutture energetiche, ma si avvalse di un preciso calcolo matematico, cioè utilizzò la Proporzione Cosmica, denominazione utilizzata in particolar modo dai compositori di testi musicali e conosciuta coma “la quinta”. Essa rappresenta i due terzi di un dato segmento AB, cioè AD.
In questo caso il segmento AD corrisponde alla Proporzione Cosmica, esattamente ai due terzi del segmento AB.
Figura 36: Rappresentazione di una curva e del suo cerchio osculatore, che è tangente nel punto : la curvatura in è il reciproco del raggio del cerchio osculatore.
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Infatti, tale proporzione è riscontrabile e verificabile nell’universo. Se proviamo a calcolare la distanza che intercorrere tra il Sole e i pianeti del nostro sistema solare possiamo riscontrare che ogni pianeta orbita a una precisa distanza che corrisponde all’incirca ai del raggio orbitale di ciascun pianeta rispetto al Sole, a parte Mercurio che ha un’orbita circolare, tutti gli altri hanno un moto rotatorio un po’ più ellittico, ciò non significa che le distanze o il calcolo matematico sia errato. A questo punto noi abbiamo uno schema astronomico che conferma tale proporzione, ad esempio Mercurio, il pianeta più vicino al Sole dista soltanto Km 57.909.176/0,38709893 UA (dove il simbolo UA, adottato dall’Unione Astronomia internazionale, è l’unità di misura che descrivere le distanze tra pianeti, stelle e galassie, e corrisponde a circa la distanza media tra il pianeta Terra e il Sole – circa 150 milioni di km – ); Venere corrisponde a 0,723 UA; la nostra Terra ha una distanza dal Sole pari a 1,00 UA; Marte di 1,524 UA; Giove di 5,209 UA; Saturno di 9,536 UA; Nettuno di 30,06 UA; Plutone di 39,44, tutte queste distanze se tracciate lungo un segmento si denota che ogni pianeta orbita intorno a un punto che corrisponde esattamente a una distanza dal sole pari ai dal punto orbitale del pianeta successivo. Non è stato difficile agli astronomi, dopo aver compreso il processo matematico della Proporzione cosmica, calcolare e verificare l’attendibilità dei risultati. Tuttavia hanno riscontrato che lo spazio che intercorre tra Marte e il pianeta Giove, non confermerebbe tale ipotesi, perché tutti gli schemi matematici e astronomici forniscono un risultato diverso, nel senso che in questa porzione di segmento dovrebbe trovarsi un planetoide che non c’è, al suo posto ci sono milioni di frammenti che costituiscono la famosa fascia interna di asteroidi. E’ una strana singolarità che ha suscitato l’interesse sia degli astronomi sia dagli ufologi; i primi sono giunti alla conclusione secondo la quale in tale spazio è esistito un pianeta che in seguito esplose; i secondi pur sostenendo l’ipotesi di base attribuiscono le cause dell’esplosione al presunto pianeta X o pianeta dell’Attraversamento, conosciuto dai Sumeri come Nibiru.
Nel libro XIII dei suoi Elementi, Euclide descrive il metodo per inscrivere un tetraedro regolare in una sfera di diametro dato. La costruzione descritta da Euclide è la seguente:
Sia AB (vedi Fig. 37) un diametro della sfera data; lo si divida nel punto D in modo che AD sia il doppio di DB. Su questo diametro si costruisca un semicerchio, si alzi la perpendicolare da D e si denoti con C il punto d’intersezione tra tale perpendicolare e le circonferenze. Infine, si congiungano i punti AC.
Si replichi la stessa costruzione su due piani passanti per AB, con angolo diedro di 120° rispetto al piano iniziale (Fig. 38). Si traccino infine le congiungenti fra i punti CE, CF ed EF.
È chiaro che i vertici A, C, E, F, si trovano sugli archi di cerchio costruiti sul diametro AB, quindi si trovano tutti sulla superficie della sfera di pari diametro. Per costruzione gli spigoli AC, AE e AF sono uguali fra loro, così come lo sono gli spigoli CE, CF ed EF (questi ultimi determinano il triangolo equilatero alla base del tetraedro). Rimane da verificare che questi due gruppi di spigoli abbiano la stessa lunghezza.
Figura 37: determinazione dello spigolo AC del tetraedro inscritto nella sfera di diametro AB
Figura 38: costruzione del tetraedro.
Nella parte alta della figura di sinistra è replicata la costruzione iniziale: per il secondo teorema di Euclide, il segmento x è medio proporzionale fra i segmenti AD e DB. Supponendo (senza perdita di generalità) che il diametro del cerchio sia unitario, risulta che tali segmenti hanno le lunghezze indicate in figura, quindi:
Grazie al teorema di Pitagora si può ora calcolare la lunghezza del segmento AC o, per praticità, il suo quadrato:
La parte inferiore del disegno raffigura la base del tetraedro. Il segmento CF è cateto del triangolo HCF rettangolo in F, quindi:
Di conseguenza, i tre spigoli alla base del tetraedro e i tre spigoli che fanno capo al vertice A, hanno tutti la stessa lunghezza
quindi il poliedro costruito è effettivamente inscritto nella sfera data. Si noti inoltre come da questi calcoli segua anche che il quadrato di un qualsiasi spigolo del tetraedro è pari ai del quadrato del diametro AB. A questo punto possiamo soltanto confermare l’ipotesi iniziale, poiché le piramidi o tetraedri presenti sulla Terra corrispondono a questi semplici calcoli matematici della Proporzione Cosmica.
Esiste un curioso aneddoto il cui protagonista è stato Albert Einstein, il quale a un convegno di fisici, subissato dalle critiche per la sua balzana concezione di uno spaziotempo[2] a quattro dimensioni, egli propose il seguente problema:
Dati sei stuzzicadenti, costruire quattro triangoli equilateri.
Nessuno dei presenti riuscì a posizionare su di un piano gli stuzzicadenti per formare i triangoli richiesti, il che è infatti impossibile, al che Einstein compose un tetraedro coi sei stuzzicadenti e disse:
Se non sapete usare la terza dimensione, che sperimentate tutti i giorni, come sperate di capire la quarta?
Figura 39: Raffigurazione dei tre possibili destini dell’Universo secondo la teoria della relatività: dall’alto, Universo finito a curvatura positiva, universo infinito a curvatura negativa, universo piatto a curvatura nulla.
Eppure un’altra plausibile risposta legata a questa singolarità planetaria la troviamo proprio tra le antiche incisioni cuneiformi lasciateci in eredità dai popoli semitici. Nell’epica babilonese dell’Enuma Elish, (cioè Quando nell’alto), che descrive la presunta orbita del dodicesimo pianeta e le collisioni che avvennero tra questo ipotetico pianeta e i pianeti primordiali del sistema solare. Sitchin ipotizzò, dopo aver studiato a lungo la cosmologia dei sumeri e in particolare il racconto dell’Epica della Creazione, che la fascia di asteroidi compresa tra Marte e Giove, la Terra e la Luna, sarebbero i resti di una catastrofica collisione planetaria, avvenuta tra il potente corpo celeste del dio Tiamat e le lune del “dodicesimo pianeta”, cioè l’astro dei Nephilim. Lo scontro sarebbe avvenuto in tempi e periodi diversi (alcuni astronomi formulano l’ipotesi che questi eventi siano accaduti circa 130milioni di anni fa) e avrebbero modificato le orbite dei pianeti interni ed esterni del nostro sistema solare. Infatti, l’antico pianeta Terra, che i babilonesi chiamavano Tiamat, si trovava su un orbita diversa e soltanto dopo la collisione con il dio Marduk/Dodicesimo Pianeta o Pianeta dell’Attraversamento, la sua orbita fu spostata nell’attuale posizione. Di conseguenza la Terra è ciò che resta di quest’antico pianeta, anche se qualche dubbio ancora offusca le menti dei ricercatori. Alan Alford[3], nel suo libro Dalle piramidi ad Atlantide, riporta una frase del famoso astronomo Flandern[4], come risposta a un’ipotesi di correlazione tra le cosmologie sumero-babilonesi e quelle egiziane:
Una grave collisione modifica l’orbita perché modifica il momento cinematico del pianeta.
La nuova orbita secondo Flandern e quella vecchia dovrebbero avere, per estensione, un punto in comune nel luogo dello scontro; di conseguenza non è o non sarebbe possibile da un punto di vista scientifico, che una collisione tra due pianeti ne sposti uno da una posizione all’altra, perché dette orbite non hanno una convergenza tale da intersecarsi. Tuttavia Flandern, nonostante le sue affermazioni tecnico-scientifiche, propone anche la sua personale ipotesi secondo la quale diverse centinaia di milioni di anni fa, un pianeta di enormi proporzioni sfuggito al sistema solare originario cui apparteneva, intersecò l’orbita cosmica della nostra stella, mentre la forza attrattiva del Sole lo spinse all’interno del nostro sistema solare. L’avvicinamento ai pianeti esterni com’era prevedibile provocò una serie di collisioni che contribuirono alla formazione delle fasce esterne di asteroidi e in particolare, quella interna, che secondo studi recenti è composta dai detriti di un pianeta esploso milioni di anni fa.
Gli astronomi però non sanno dire quale fosse la sua massa e le reali dimensioni. Confermano l’esplosione attribuendone le cause a un’ipotetica collisione, ma non possono avallare le diverse teorie New Age, perché non dimostrabili. Di certo e gli archeoastronomi ne sono convinti; milioni di anni fa un ipotetico pianeta avrebbe interferito con i primitivi pianeti del nostro sistema solare, secondo i quali altre affermazioni o ipotesi sarebbero delle semplici e speculative illazioni.
Ma ritorniamo alla nostra Proporzione Cosmica e proviamo ad applicare tale concetto sulle distanze cosmiche alla circonferenza di un cerchio qual è la Terra, infatti, questa razza non terrestre calcolò la Proporzione cosmica per la scelta di un dato perimetro, dove collocare le loro centrali energetiche e la scelta, secondo i loro calcoli, ricadde sul 30° parallelo, in corrispondenza proprio ai dell’angolo d’incidenza del raggio della Terra, pari a 30°, come dimostrato nel disegno sottostante.
Una volta stabilita la linea e fatti i dovuti calcoli topografici, gli antichi dèi impartirono le direttive per la seconda fase progettuale, cioè calcolare la giusta distanza tra una postazione e l’altra. In questa fase però modificarono le basi del calcolo matematico. Infatti, non utilizzarono più la Proporzione Cosmica, come tutto lasciasse supporre, ma scelsero i loro siti in funzione dei risultati ottenuti dal procedimento aureo, cioè calcolarono la distanza da un punto dato, che oggi corrisponde esattamente al baricentro delle terre emerse, cioè dove oggi sorge la Grande Piramide, nella piana di Ghiza, in Egitto. La domanda nasce spontanea perché modificarono il sistema di calcolo?
La mia ipotesi scaturisce dall’idea secondo la quale le antiche costruzioni megalitiche presenti lungo il 30° parallelo erano dei centri energetici, collegati tra di loro e in risonanza con la Terra e, probabilmente, con il loro pianeta d’origine. Di conseguenza possiamo congetturare che la scelta fu resa necessaria per aumentare la portanza del segnale di frequenza, che le future costruzioni avrebbero dovuto emettere una volta ultimate.
Figura 40: schema non in scala delle diverse frequenze e metodi di calcolo utilizzati dagli antichi dèi, dopo il Diluvio, per mappare il pianeta e ristabilire le dovute connessioni armoniche.
Che gli antichi dèi utilizzassero il metodo di calcolo matematico applicando le formule della sezione aurea è un dato che la stessa scienza ufficiale ha confermato nelle loro indagini archeologiche. E’ emerso, infatti, che le strutture di maggior rilievo (templi, palazzi regali e “tombe” reali), corrispondono a una geometria e orientamento ritenuti, nell’antichità, particolarmente sacri. Il motivo invece, per il quale le megalitiche piramidi siano state erette lungo il 30° parallelo, allo stato attuale delle conoscenze storiche, scientifiche e archeologiche, sfugge a studiosi e archeologi, sia a tutti quei ricercatori i quali sviluppando le teorie degli antichi astronauti, non sono riusciti a fornire un’ipotesi plausibile o almeno credibile da un punto di vista progettuale.
Il motivo delle difficoltà sta nel fatto che nessuno è in grado di affermare, fornendo delle prove tangibili, l’utilizzo di queste enormi piramidi. Le ipotesi sono numerose, molte si accavallano, altre si contrastano, la realtà, però, sfugge a tutti. Di conseguenza in tale contesto potremmo solo congetturare, avvalendoci dell’ipotesi maggiormente accettata dai ricercatori della paleoastronautica[5], secondo la quale le piramidi erano delle strutture all’interno delle quali veniva prodotta un’energia di qualche genere. Per cosa servisse o qual era lo scopo, possiamo soltanto immaginarlo. Possiamo ipotizzare a un complesso sistema per produrre una fonte energetica illimitata che veniva utilizzata dagli antichi astronauti come propellente per le loro astronavi; oppure potremmo ipotizzare, seguendo le nuove congetture New Age, secondo le quali la particolare forma data a un solido di forma piramidale, lo stesso genera un campo elettromagnetico a spirale che dall’apice del solido si estende all’infinito, seguendo delle precise regole matematiche della sezione aurea. Il campo generato lo possiamo paragonare a un amplificatore, che posto su una data frequenza armonica avrebbe generato un vasto campo comunicativo; infine potremmo ipotizzare che l’energia generata da queste mega-centrali energetiche fungessero da antenne per creare intorno al pianeta una griglia protettiva. Di certo non sono tombe, come si ostinano a sostenere gli egittologi e gli archeologi di tutto il mondo, ormai ridicolizzati per le posizioni assunte e nel voler a sostenere una teoria che allo stato attuale delle conoscenze storiche, scientifiche e archeologiche, molti ricercatori stanno dimostrando che le funzioni delle piramidi avevano tutt’altro indirizzo e non certo dei mausolei funebri. La totale assenza però, di reperti che possono essere riconducibili a questa o a quella teoria, rende tali congetture delle semplici speculazioni, ma allora perché il governo americano ha realizzato la maggior parte delle strutture militari lungo l’immaginaria linea del 37° parallelo, corrispondente approssimativamente a una distanza Phi rispetto al 30° parallelo?
E’ noto che molte scoperte archeologiche sono state occultate e non rese note pubblicamente, il motivo lo possiamo benissimo immaginare. Lo stesso Pitrè, padre dell’archeologia moderna, durante gli scavi condotti in Egitto, rinvenne e occultò un gran numero di manufatti che, secondo molti commentatori, raffiguravano oggetti di natura extraterrestre.
Ciò non di meno non sono soltanto i reperti archeologici, che nel corso degli innumerevoli scavi archeologici, hanno catalizzato l’attenzione di archeologi e studiosi, in molti casi sono emersi documenti che, una volta tradotti, hanno fornito degli indizi fondamentali sull’origine degli antichi dèi e, probabilmente, sulla genesi umana. Sarebbe stato troppo scioccante per le società cristallizzate dell’Ottocento e del Novecento, sapere che la loro stessa società era fondata su una falsa realtà storica e religiosa.
Alla luce dunque, di tutte queste supposizioni è ipotizzabile che i maggiori governi del pianeta o una ristretta cerchia di funzionari governativi abbiano documenti e reperti che dimostrano l’origine extraterrestre degli antichi dèi e persino dell’uomo. Lo schema progettuale e costruttivo degli antichi dèi, in effetti, lo riscontriamo nel modo con cui il governo americano ha realizzato le proprie basi militari. Infatti, la realizzazione di queste basi segue uno schema che a nostro dire, è anomalo, perché sono state realizzate lungo il 37° parallelo, che al pari della via delle piramidi si trovano a una distanza Phi in corrispondenza al 30° parallelo. A questo punto c’è da chiedersi quali possono essere le conoscenze matematiche e astronomiche, cui il governo americano ha avuto accesso?
Una delle possibili ipotesi scaturisce da ciò che le truppe americane trovarono nei sotterranei tedeschi dopo la caduta della Germania, nella seconda guerra mondiale. Tutti noi sappiamo l’ossessione di Hitler per gli oggetti sacri e misteriosi legati alla storia antica, la cui ricerca fu affidata al famigerato Heinrich Luitpold Himmler[6], morto suicida nel 1945, il quale negli anni organizzò numerosi spedizioni in tutte le parti del mondo alla ricerca di manufatti storici e religiosi, nonché documenti e mappe antiche che riproducevano luoghi sacri particolarmente importanti.
E non è da scartare l’ipotesi secondo la quale le numerose squadre di archeologi sparse per il mondo, rinvennero documenti e manufatti d’origine sconosciuta, ma è altresì probabile che nei boschi della Germania sia stato recuperato un veicolo extraterrestre che, per cause sconosciute, impattò al suolo, dal quale sarebbero state recuperate tecnologie aliene. E’ sufficiente questo dato per spiegare gli enormi progressi compiuti dagli scienziati nazisti nel tentativo di realizzare la famosa Die Glocke (tradotto in italiano “la Campana”) è il nome dato a una serie di presunti oggetti a forma di campana, appunto, utilizzati in esperimenti scientifici segreti e portati avanti dalle autorità della Germania nazista durante la seconda guerra mondiale, per lo sviluppo di un’arma a tecnologia avanzata per l’epoca, legata all’antigravità o all’energia nucleare.
Figura 41: Lo Haunebu, un presunto velivolo a forma di disco, realizzato dai nazisti durante il 2° conflitto mondiale.
La Wunderwaffen che è il termine che i tedeschi attribuirono a questo meccanismo di distruzione, che letteralmente tradotto significa “armi-meraviglia” o “armi-miracolo”. Dai documenti ritrovati dagli alleati, emerse che erano una serie di super-armi o armi segrete che il Terzo Reich stava sperimentando, servendosi o producendo dei potenti campi di energia elettromagnetica. Secondo alcuni commentatori in più di un’occasione e durante alcuni di questi particolari esperimenti, gli scienziati nazisti registrarono delle anomalie spaziotemporali, cioè l’energia prodotta dalla “campana” aprì o avrebbe aperto una porta spaziotemporale. La trascrizione di tali documenti fu riportata per la prima volta nei libri di Igor Witkowski, quest’ultimo, secondo l’autore, li ottenne da Jakob Sporrengberg, un presunto ufficiale delle SS., il quale confermò che fu testimone di numerosi fenomeni misteriosi, compresa la creazione di wormholes[7], cioè dei tunnel spaziotemporali.
Il termine Wunderwaffen, secondo le fonti ufficiali, fu coniato e utilizzato dalla propaganda tedesca da Goebbels[8] durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale. Le “armi miracolose”, secondo il programma di propaganda nazista, avrebbero conferito una netta superiorità tecnologica all’esercito tedesco che una volta poste in campo avrebbe cambiato radicalmente il corso del conflitto, che volgeva ormai chiaramente a favore degli Alleati. Con la sconfitta della Germania molti scienziati furono trasferiti in America, dove continuarono le loro ricerche, tutte opportunamente occultate e, per far sì che tali studi restassero segreti, furono realizzate o riadattate nuove strutture militari, come la famosa base militare denominata con il toponimo: Area 51, realizzata nel deserto del Nevada. Tra gli ufologi è diffusa la convinzione che dopo il cosiddetto incidente di Roswell (1947), i resti di un UFO e del suo equipaggio siano stati trasportati all’interno della base, teoria sostenuta, tra gli altri, almeno in parte, anche dall’ex ministro alla difesa canadese Paul Hellyer[9].
Figura 42: una riproduzione computerizzata di un ipotetico wormholes. http://www.space.com/20881-wormholes.html
La scienza nonostante le evidenze e le prove acquisite, continua a negare l’esistenza degli UFO, eppure ormai i casi di avvistamenti e di rilevamenti radar sono così numerosi che è semplicemente ridicolo e destabilizzante per una società fondata sulla democrazia, oppure c’è dell’altro?
E’ molto probabile che ci sia dell’altro che i maggiori governi del pianeta stanno occultando. I sostenitori della teoria del complotto sostengono che alcune agenzie americane stiano, di fatto, collaborando con alcune razze aliene permettendo a quest’ultime di condurre esperimenti umani in cambio di tecnologia extraterrestre. Una tesi supportata, tra l’altro, da un improvviso picco evoluzionistico registrato soprattutto nell’informatica, che ha permesso ai ricercatori di accelerare gli studi scientifici nei diversi campi speculativi delle scienze applicate. Se pensiamo che in meno di due secoli l’uomo sia passato da una società medievale a una tecnologica, in un intervallo temporale che diviene sempre più breve, qualche dubbio, lo solleva.
La descrizione poi, di avvistamenti di navicelle non terrestri non è una realtà del XX secolo, ma essa ci porta lontano nella memoria storica dell’uomo, tuttavia è durante la seconda guerra mondiale che tali avvistamenti iniziano a intensificarsi con cadenza quasi giornaliera. Luci, piatti rovesciati e cilindri di ogni forma e dimensione, iniziano a interferire con le normali attività umane e in alcuni casi addirittura il loro intervento ha fatto fallire alcuni esperimenti atomici. La presenza di questi strani fenomeni, che appaio nei cieli della Terra, non ha soltanto messo in allarme i governi del pianeta che hanno posto il veto su ogni tipo d’informazione inerente avvistamenti o incontri con presunte creature provenienti da altri mondi, ma ha avviato un programma di controllo, monitoraggio e collaborazione con alcune razze extraterrestri, in tutta segretezza.
Ciò nonostante un esercitò di ricercatori, per nulla intimoriti dal cover ups imposto dai governi sul fenomeno Ufo, ha portato alla luce una lunga serie d’informazioni, che stanno demolendo sistematicamente il muro di segretezza imposto dalle agenzie governative. Infatti, molti documenti sono stati declassificati a seguito delle pressanti richieste dei media sulla questione UFO. Ciò che però i governi hanno divulgato è soltanto la “punta dell’iceberg”, perché nonostante le centinaia di X File declassificati, nessuno fornisce la prova “regina” della presenza degli extraterrestri sulla Terra. In definitiva possiamo affermare che hanno solo buttato fumo negli occhi di coloro i quali chiedono di sapere la verità sugli UFO. Tuttavia dove c’è fumo deve esserci anche “l’arrosto”, quindi è plausibile che i file contenenti la verità sugli extraterrestri non saranno mai resi pubblici, perché troppi sono gli interessi economici, finanziari, politici, religiosi e soprattutto di potere che gravitano intorno a questa realtà.
Ma il panorama ufologico non è composto soltanto da ricercatori e semplici appassionati della teoria degli antichi astronauti, a esso corrono paralleli i contattisti[10]. Esistono due tipi di contattati: il primo tipo di solito ha i suoi incontri con una razza benevola, cui viene affidato un messaggio per l’umanità; il secondo tipo invece è quello dei cosi detti casi di abduction[11], i quali inconsapevolmente vengono rapiti dalle loro abitazioni o in altri luoghi particolarmente isolati per essere sottoposti ad atroci esperimenti. Una volta completato la profilassi medica, queste creature aliene, prima di riportare i malcapitati nei luoghi del rapimento inducono i soggetti a un comando ipnotico che dovrebbe cancellare ogni ricordo del contatto. Ciò nonostante gli eventi sono talmente traumatici, per le persone rapite che spesso e a distanza di poco tempo iniziano ad avere dei ricordi frammentati dell’accaduto. Altri invece, ricorrendo alla terapia d’ipnosi regressiva, un bravo terapeuta riesce a by-passare il comando ipnotico imposto dagli alieni riportando il soggetto a rivivere quei momenti drammatici del rapimento.
Figura 43: la foto riproduce una delle scene finali del film di Steven Spielberg: Incontri ravvicinati del III tipo.
Riportiamo, per dovere di cronaca, alcuni tra i più celebri contattisti del pianeta: Claude Vorilhon, sedicente ultimo messia o profeta e fondatore del Movimento Raeliano. Secondo il suo stesso racconto, Vorilhon sarebbe stato contattato da un rappresentante di una civiltà extraterrestre, gli elohim, il 13 dicembre 1973, nel cratere di un vulcano spento vicino a Clermont-Ferrand, nella Francia centrale; secondo la cronologia ufologica un altro contattato, George Adamski, fotografò il primo oggetto volante non identificato nel 1946. L’avvistamento avvenne nei dintorni della sua abitazione, alle pendici del Monte Palomar a circa 140 chilometri da San Diego e in prossimità dell’’osservatorio di Monte Palomar, ritenuto uno dei più celebri osservatori astronomici del pianeta, e uno dei più importanti al mondo nel settore della ricerca astronomica. Però l’incontro più famoso avvenne il 20 novembre 1952, mentre Adamski era nel deserto della California lungo la Desert Center Rice Road, con alcuni amici. Lì, avrebbe incontrato un alieno, di nome Orthon, proveniente dal pianeta Venere grazie all’ausilio di un’astronave più volte fotografata anche alla distanza di pochi metri (una delle foto è riproposta nelle pagine precedenti). Billy Meier, il quale sostiene di aver avuto e di avere ancora adesso numerosi contatti con esseri extraterrestri simili agli umani e chiamati Plejaren[12]. Meier ha raccontato di avere visto per la prima volta un disco volante dalla finestra di casa quando aveva 5 anni, esperienza che gli lasciò una profonda impressione, ma fu dal 1978 in poi, che cominciò a consegnare a ufologi e giornalisti fotografie e filmati di UFO ed extraterrestri con cui sarebbe venuto a contatto.
Altri famosi contattisti a livello internazione sono: Carlos Diaz, Fernando Sesma Manzano (protagonista di un presunto contatto con gli Ummiti), il quale sarebbe o si considera uno tra i sedicenti rappresentanti della massima organizzazione di Ummo, denominata Ummoaelewe.
Questa razza aliena avrebbe preso contatto con la nostra civiltà tramite una lunga serie di lettere e documenti dattilografati, inviati per posta a persone della Terra interessate al fenomeno UFO. E non certo per ultimi troviamo: Elizabeth Klarer, Orfeo Angelucci, Riley Martin ed Eugenio Siragusa. Jacques Vallée[13], considerato uno tra i maggiori esperti di ufologia, ha affermato che “nessun investigatore serio si è mai preoccupato delle affermazioni dei contattati”. Tuttavia anche se il lungo elenco, che viene costantemente aggiornato soprattutto tra le persone che affermano di essere state rapite, smentisce l’ipotesi ortodossa fornita dai luminari della scienza. Ciò nonostante non è improbabile che qualche burlone di tanto in tanto inventi una storia del genere per amore di protagonismo.
Più volte ho posto in evidenza la difficoltà dei ricercatori e degli ufologi, nel trovare le giuste connessioni tra i racconti dei rapiti e la realtà stessa. E’ logico supporre, se per amore della ribalta alcuni burloni sono disposti a esporsi alla critica e al ridicolo da parte dei media, solo per vedere la loro foto sul giornale o essere intervistati da qualche giornalista credulone, è pur vero che in molti casi i traumi psicologici lasciati su alcuni di questi rapiti sono così gravi, che sicuramente non traggono nessun beneficio nel rendere noto la loro particolarissima esperienza aliena, ma esponendosi al vasto pubblico esiste sempre il rischio di essere ridicolizzati e beffeggiati, ciò comporta un peggioramento di natura psichica, il cui equilibrio mentale è stato già fortemente scosso.
Scrupolosi ufologi, muovendosi con le dovute cautele, in questo tumultuoso panorama di avvistamenti e rapimenti, molti di loro sono riusciti a redigere una casistica quanto più obiettiva possibile e soprattutto veritiera. Sono centinai i libri che raccontano d’incontri con creature extraterrestri e di rapimenti alieni, ma soltanto pochi sono ritenuti obbiettivamente plausibili. La letteratura ufologica in questi ultimi decenni ha riempito numerosi scaffali nelle librerie a tema e non, soprattutto di autori stranieri. Nel nostro Bel Paese, per quel che se ne dica, si ha la sensazione che queste razze extraterrestri non sarebbero interessate al nostro territorio, ma non è così.
Uno dei motivi per il quale il territorio italiano è oggetto di controllo da parte degli extraterrestri, è il corridoio che sarebbe utilizzato dalle loro navicelle o sonde che, per quanto detto in precedenza, tale via corre lungo il 37° parallelo. Questa linea immaginaria interseca lungo tutta la circonferenza della Terra, la Sicilia dove, per le strane coincidenze della vita, si trovano le basi militari americane di Sigonella (CT) e la base missilistica di Comiso, in provincia di Ragusa (quest’ultima è stata dismessa qualche anno addietro). Sarà un caso, una coincidenza, ma per chi non crede nelle fatalità, la realizzazione di tali basi militari, se inquadrati da un punto di vista ufologico, rientrerebbe in un progetto avviato dal governo americano, il quale sta cercando di disporre i propri avamposti militari proprio lungo la circonferenza del 37° parallelo. Quali siano gli scopi al momento, sfuggono anche ai più esperti ricercatori.
Tuttavia è ipotizzabile che il governo americano stia creando una cintura difensiva-offensiva intorno al pianeta per difendere la Terra da un’improbabile invasione aliena, o almeno è quello che stanno cercando di farci credere. Se ciò fosse stato nei progetti di queste razze extraterrestri, e non lo è, sicuramente non avrebbero atteso che i terrestri costruissero delle armi tecnologicamente evolute da contrastare la loro invasione. Eppure è ciò che stanno inculcando nelle menti dell’intera popolazione mondiale, perché?
Il motivo più plausibile ipotizzato dai complottisti e non solo sarebbe quello di creare un unico Ordine Mondiale, gestito da un’elite di personaggi dubbi, che controllerebbero l’intera umanità.
E’ un’ipotesi molto verosimile se soltanto si guardasse con distacco e obbiettività il quadro geopolitico del pianeta. Le collusioni poi tra alcune razze aliene e diverse agenzie governative avvalorerebbero questo insulso progetto di distruzione, messo in atto solo per permettere a una società extraterrestre di utilizzare i nostri corpi come dei semplici contenitori per la loro sopravvivenza. E le conferme giungono dai resoconti fatti sotto ipnosi regressiva non da uno ma da tutte le persone che, loro malgrado, hanno vissuto un’esperienza di rapimento alieno. La psichiatria li definisce stati allucinatori e perdita della realtà, ma è mai possibile che tutti, e il loro numero si aggira intorno al un milione persone su tutto il pianeta, almeno quelli registrati e conosciuti, riferiscono la stessa cosa, nonostante il notevole divario culturale, sociologico e religioso che li contraddistingue?
Se gli studi fossero stati condotti da ciarlatani o da persone incompetenti, certamente rientrerebbero nel campo della schizofrenia collettiva, di conseguenza in quella parte più estremista nelle ipotesi speculative dell’ufologica, ma a condurre le ricerche sono stati e continuano a occuparsene studiosi e cattedratici d’indiscutibile professionalità. E’ stato dimostrato che ogni avvistamento o rapimento alieno, i soggetti interessati subiscono non soltanto un trauma psicologico, che può essere più o meno grave, ma un’alterazione caratteriale che nella maggioranza delle volte li porta a una nuova forma di consapevolezza, come nel caso di due piloti dell’aviazione italiana che dopo essere stati attori e vittime involontari di un incontro del terzo tipo, hanno sviluppato un nuovo modo di interpretare la vita.
1983, Italia, Sicilia, cono vulcanico della sommità dell’Etna che ormai da 130 giorni è in piena eruzione, le cui colate hanno quasi raggiunto i centri abitati poco più a valle o almeno quelli posti lungo la fascia pedemontana del versante meridionale del vulcano. E’ stata un’eruzione passata nella storia perché fu al centro di un grande interesse sia da parte dei vulcanologi di tutto il mondo sia per gli esperimenti condotti in prossimità del cratere stesso.
Centinaia di giornalisti, operatori provenienti da tutto il mondo avevano sistemato le loro postazioni televisive in prossimità delle bocche eruttive. Era un via vai di studiosi, ricercatori, vulcanologi, geofisici e ognuno voleva dire la sua o assumere informazioni sulla natura stessa del fenomeno per se molto complesso.
Fu organizzata una stazione di monitoraggio del sottosuolo mentre all’aviazione italiana fu affidato il controllo e il monitoraggio dal cielo o di quell’area sovrastante l’eruzione stessa; era un continuo via vai di elicotteri che giorno e notte monitoravano l’area e le colate che con insistenza procedevano verso valle. Ovviamente la storia di questa eruzione sarebbe entrata nella casistica della normale attività eruttiva del vulcano etneo se un caso del tutto estraneo ai fenomeni vulcanologici non avesse coinvolto due elicotteristi, durante l’ormai consueto sorvolo della zona eruttiva.
A raccontare i fatti e stilare il rapporto dell’accaduto fu il secondo pilota che ebbe la fortuna di restare coinvolto soltanto marginalmente dal fenomeno. I due piloti si erano alzati in volo a bordo del loro elicottero AB-212, subito dopo il tramonto, dalla base militare catanese con l’ormai consueto ordine di monitoraggio dell’area interessata dall’eruzione. Avevano da poco raggiunto i fronti lavici, quando improvvisamente, il primo pilota fu investito da un’intensissima luce bianca, che lo paralizzò. Il secondo pilota nel frattempo, accortosi di questa luce intensa che avvolgeva la cabina di pilotaggio dell’elicottero, cercò di comunicare con il suo collega, ma fu inutile. Il primo pilota, comandante della missione, aveva gli occhi sbarrati e non rispondeva né agli scuotimenti del collega né alle chiamate. Nel momento in cui avvenne questo presunto incontro alla guida dell’elicottero c’era il primo pilota, di conseguenza i comandi e le leve di volo erano nelle sue mani. Il secondo pilota rendendosi subito conto della grave situazione che si era creata, dovette agire velocemente, perché l’elicottero ormai era in balia degli eventi, riferì più tardi “come se una forza esterna aveva assunto il pilotaggio del veicolo militare”.
Figura 44: elicottero AB-212 standar, in dotazione alla Marina Militare Italiana.
Cercò di staccare le mani del suo collega dai comandi dell’elicottero, ma era come se si fossero saldate agli strumenti di volo. Il secondo pilota non ricorda quanto tempo fosse passato fino a quel momento, ma la direzione dell’elicottero aveva assunto una traiettoria di collisione con la montagna. E fu in quel momento che avverti una terza presenza a bordo del veicolo che l’avrebbe aiutato a staccare le mani del collega dai comandi. Quello che in un primo momento sembrò impossibile, improvvisamente però divenne facilissimo: le mani del primo pilota si staccarono con estrema facilità. Furono necessarie diverse decine di secondi prima che il secondo pilota ritornasse al suo posto e prendesse la guida del velivolo, che sembrava ora teleguidato da una forza misteriosa, facendogli cambiare direzione ed evitando lo schianto al suolo. Quel bagliore così com’era apparso scomparve e il secondo pilota, dopo essersi ripreso del tutto e dopo essersi accertato che il cielo fosse sgombro di altri velivoli, si mise in contatto con la base che gli ordinò di rientrare immediatamente, mentre il comandante riprendeva il controllo delle sue funzioni, pur restando in uno stato di forte shock emotivo. Appena rientrati il primo pilota fu subito sottoposto a un accuratissimo controllo medico, il cui responso ufficiale fu che il comandante a seguito dell’eccessivo stress lavorativo aveva subito un cedimento psicologico, che qualche settimana di ferie non avrebbe guarito.
La stranezza a questo episodio non è l’avvistamento in se ma la strana coincidenza di ciò che accadde l’indomani, in pratica ogni attività eruttiva cessò di colpo. Fu perché gli abitanti del versante meridionale dell’Etna portarono proprio il giorno successivo all’incontro, le reliquie di Santa Barbara dinanzi ai fronti lavici, invocando l’intercessione della Santa affinché facesse arrestare l’eruzione o fu perché quest’oggetto luminoso non identificato, pilotato probabilmente da intelligenze aliene, decise di intervenire sul fenomeno eruttivo?
I dubbi restano, come resta inappagata la nostra sete di conoscenza. La mente umana è capace di sviluppare teorie fantastiche inerenti al panorama ufologico, ma quante di loro sono plausibili e quante mere chimere?
Vorremmo conoscere la verità su questi presunti fratelli cosmici o vogliamo dare sfogo al nostro ego?
E se un giorno dovessero scendere nel cortile di casa nostra quale sarà la nostra reazione? Saremmo in grado di gestire una situazione che di certo cambierà la nostra esistenza, mentre tutte le certezze che ci hanno guidato nel corso della nostra vita, impotenti li vediamo sbriciolarsi dinanzi ai nostri occhi?
La prudenza e la cautela, per gli ufologi e i ricercatori seri, è la prima direttiva, d’altronde lo scenario ufologico e le indagini a esso correlate, non hanno una lunga storia alle spalle, di conseguenza ogni investigazione assume un’importanza rilevante in tale e complesso panorama, perché è condizionata dalle congetture formulate. E non sempre ci si trova dalla parte giusta, a volte, spinti dall’entusiasmo, si cade in errori che potrebbero alterare la realtà stessa, anche se in ultima analisi offrono spunti di riflessione e di giudizio, che potrebbero reindirizzare l’indagine sulla giusta via.
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[1] La sezione aurea o rapporto aureo o numero aureo, nell’ambito delle arti figurative e della matematica, indica il rapporto fra due lunghezze disuguali, delle quali la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la somma delle due. Lo stesso rapporto esiste anche tra la lunghezza minore e la loro differenza. In formule, indicando con la lettera – a – la lunghezza maggiore e con – b – quella minore, vale la relazione: (a+b) : a = a : b = b : (a-b), tale rapporto vale approssimativamente 1,6180. Il valore così definito, che esprime la sezione aurea, è un numero irrazionale (cioè non rappresentabile come frazione di numeri interi) e algebrico (ovvero soluzione di un’equazione polinominale a coefficienti interi). Esso può essere approssimato, con crescente precisione, dai rapporti fra due termini successivi della successione di Fibonacci, cui è strettamente collegato. Sia le sue proprietà geometriche e matematiche, che la frequente riproposizione in svariati contesti naturali e culturali, apparentemente non collegati tra loro, hanno impressionato nei secoli la mente dell’uomo, che è arrivato a cogliervi col tempo un ideale di bellezza e armonia, spingendosi a ricercarlo e, in alcuni casi, a ricrearlo nell’ambiente antropico quale “canone di bellezza”.
[2] In fisica per spaziotempo, o cronotopo, s’intende la struttura quadridimensionale dell’universo. Introdotto dalla relatività ristretta di Einstein, è composto di quattro dimensioni: le tre dello spazio (lunghezza, larghezza e profondità) e il tempo, e rappresenta il “palcoscenico” nel quale si svolgono i fenomeni fisici. Di solito per un indice che corre solo nelle dimensioni spaziali 1, 2 e 3 si usano lettere come i, j e k, mentre per gli indici spaziotemporali che corrono da 0 a 3 si usano lettere greche. Inoltre quando si studiano sistemi particolari (ad esempio, dotati di determinate simmetrie), per le dimensioni spaziali, invece delle coordinate cartesiane risulta conveniente usare, a seconda dei casi, le coordinate sferiche, le coordinate cilindriche, o altre diagrammi di riferimento.
[3] Alan F. Alford è nato nel 1961 e ha studiato alla King Edward VI Gramar School di Southampton e alle Università di Birmingham e Coventry. Da quando, appena quattordicenne, vide per la prima volta le piramidi, cominciò a viaggiare instancabilmente alla ricerca di soluzioni per i grandi misteri dell’umanità. È stato, tra l’altro, in Egitto, in Israele, in Giordania, in Messico, in Perù, in Bolivia, in Cina e in Nepal. Da oltre dieci anni Alford studia attentamente tutta la letteratura relativa alla storia dell’umanità. Questo testo proviene dal sito www.zam.it/biografia_Alan_Alford%20F.
[4] Thomas C Van Flandern è stato un astronomo americano, nato 1940 e scomparso agli inizi del 2009. Specializzato in meccaniche celesti, dopo una laurea nel 1962 alla Xavier University e un PhD in astronomia all’Università di Yale continuò a lavorare come astronomo fino al 1982. Famosissima quella sul volto alieno sulla superficie di Marte. Le teorie di Van Flandern immaginavano forze che andavano oltre la velocità della luce e la circolazione libera dell’energia. Ha sempre sostenuto che gli asteroidi che gravitavano tra i pianeti del sistema solari fossero i resti di un altro pianeta ma nonostante la divulgazione, le sue idee non sono state mai accettate dalla comunità scientifica. By admin on 18 novembre 2009, pubblicato nel sito: www.21xii2012.com/2009/11/chi-e-tom-van-flandern/
[5] La teoria degli antichi astronauti, detta anche del paleo-contatto o paleoastronautica, è l’insieme delle teorie che ipotizzano un contatto tra civiltà extraterrestri e antiche civiltà umane, quali Sumeri, Egizi, civiltà dell’India antica e civiltà precolombiane. Tali teorie, diffusesi a partire della metà del XX secolo, non sono accettate dalla comunità scientifica e sono generalmente inquadrate nel più vasto e controverso campo pseudoscientifico della cosiddetta archeologia misteriosa o pseudoarcheologia. Sono anche diffuse in ufologia, rientrando in particolare nel campo d’indagine definito “archeologia spaziale”, “archeologia ufologica” o clipeologia.
[6] Heinrich Luitpold Himmler (Monaco di Baviera, 7 ottobre 1900 – Luneburgo 23 maggio, 1945) Reichsfϋhrer delle Schutzstaffel dal 1929, comandante della polizia dal 1936 e delle forze di sicurezza del Terzo Reich (Reichssicherheitshauptamt (RSHA) o Ufficio centrale della sicurezza del Reich) dal 1939. Nel 1943, venne nominato ministro dell’Interno del Reich. Catturato dalle forze inglesi per essere giudicato come criminale di guerra dal Tribunale militare internazionale di Norimberga, si diede la morte con del cianuro il 23 maggio 1945. Fu uno dei maggiori responsabili della Germania nazista per l’instaurazione del cosiddetto nuovo ordine nazionalsocialista. Himmler fu inoltre un fanatico dell’occulto. Nell’estate del 1936, fece celebrare, a Quedinburg, il millenario della morte di Enrico I l’Uccellatore, primo re dei tedeschi, che aveva respinto le incursioni dei boemi e dei magiari e che aveva posto le basi per la creazione del Sacro Romano Impero, e fu proprio in quell’occasione che illustrò la sua visione della missione delle SS.
[7] Il wormholes o ponte di Einstein-Rosen o cunicolo spazio-temporale, detto anche wormhole (in italiano letteralmente “buco di verme”, ma tradotto in modo poco attinente col termine galleria di tarlo o cunicolo di tarlo), è una ipotetica caratteristica topologica dello spaziotempo che è essenzialmente una “scorciatoia” da un punto dell’universo a un altro, che permetterebbe di viaggiare tra di essi più velocemente di quanto impiegherebbe la luce a percorrere la distanza attraverso lo spazio normale. Il wormhole viene spesso detto galleria gravitazionale, rendendo evidente la dimensione gravitazionale strettamente interconnessa alle altre quattro dimensioni: spazio e tempo. Questa singolarità gravitazionale, e/o dello spazio-tempo che dir si voglia, possiede almeno due estremità, connesse a un’unica galleria o cunicolo, potendo la materia viaggiare da un estremo all’altro passandovi attraverso. Il primo scienziato a teorizzare l’esistenza dei wormhole fu Ludwig Flamm nel 1916. In questo senso l’ipotesi della galleria gravitazionale è un’attualizzazione della teoria ottocentesca di una quarta dimensione spaziale la quale supponeva – ad esempio per un dato corpo toroidale, nel quale si trovino le tre dimensioni spaziali comunemente percettibili – una quarta dimensione spaziale che abbreviasse le distanze, e così i tempi del viaggio. Questa nozione iniziale fu plasmata in modo più scientifico nel 1921 dal matematico Hermann Weyl in relazione alle sue analisi della massa in termini di energia di un campo magnetico. Attualmente la teoria delle stringhe ammette l’esistenza di oltre 3 dimensioni spaziali e non 4, ma le altre dimensioni spaziali sarebbero contratte o compattate secondo scale subatomiche (secondo la teoria di Kaluza-Klein) per cui sembra molto difficile (si direbbe “impossibile”) sfruttare tali dimensioni spaziali “extra” per fare viaggi nello spazio e nel tempo.
[8] Joseph Paul Goebbels (Rheydt, 29 ottobre 1897 – Berlino, 1° maggio 1945) è stato un politico e giornalista tedesco. Fu uno dei più importanti gerarchi nazisti, Gauleiter di Berlino dal 1926 al 1945, ministro della propaganda del Terzo Reich dal 1933 al 1945, ministro plenipotenziario per la mobilizzazione alla guerra totale e generale della Wehrmacht, con l’incarico della difesa di Berlino dall’aprile del 1945, e, dopo il suicidio di Hitler, il 30 aprile 1945, per quasi due giorni Cancelliere del Reich.
[9] Paul Hellyer è un ex ministro della difesa e dei trasporti del Canada, acquisì una certa notorietà nell’ufologia internazionale in seguito a dichiarazioni riguardanti il complotto UFO e una possibile base segreta sulla Luna (sulla faccia nascosta del nostro satellite) proferite nel 2005 durante un simposio sulla «Exopolitics» nella città di Toronto.. Dichiarazioni peraltro rilasciate solo a distanza di molti anni dalla sua attività politica. In veste di ministro della difesa, tra il 1963 e il 1967, partecipò a segretissime riunioni dell’Alleanza Atlantica ed inoltre, per il ruolo istituzionale svolto, era a conoscenza dei segreti del NORAD, il comando aereo americano-canadese. Egli dichiarò, pur non svelando le fonti, che: “Gli UFO sono reali al pari degli aeroplani che volano sopra le nostre teste.” Egli ha aggiunto che l’incidente di Roswell del 1947 era, al contrario di quanto dicessero i militari, da imputare ad un UFO crash, attraverso cui – secondo lui – gli Stati Uniti sarebbero venuti a conoscenza dell’esistenza degli UFO.
[10] Contattista è un termine col quale, in ufologia, si indica un soggetto che afferma di essere entrato in contatto con asserite intelligenze aliene. Il caso del contattista si differenzia da quello dell'”contattato”, soprattutto dell'”addotto” (cioè chi si dichiara vittima di un presunto rapimento alieno), perché questi ultimi subiscono un’esperienza casuale non pianificata e perché i suoi contatti con i presunti alieni non avverrebbero in modo coatto ma consensuale e perché spesso egli si dichiara latore di un messaggio per l’umanità. L’asserita visita che il contattista compie a bordo di un oggetto non identificato, è indicato con il termine “ride“, che in lingua inglese significa letteralmente “passaggio”, “corsa”, o “giro”. Generalmente, il contattista descrive questi esseri come di natura benevola. Le affermazioni di numerosi contattisti comprendono anche una sorta di preavviso telepatico da parte delle creature extraterrestri. Gli incontri con gli alieni avvengono senza la presenza di altri testimoni e in luoghi appartati. Il contattista, sovente, scrive libri su quanto afferma gli sia accaduto o generalmente crea movimenti, anche religiosi, dichiarandosi una sorta di ambasciatore degli extraterrestri e portavoce di loro messaggi al mondo.
[11] abduction è il termine inglese per indicare un rapimento alieno, detto anche incontro ravvicinato del IV tipo secondo la classificazione Hynek,. E’ entrato nella terminologia ufologica moderna è il presunto rapimento di esseri umani da parte degli UFO, ritenuto un fenomeno reale da alcuni sostenitori dell’ufologia. Numerose persone in tutto il mondo avrebbero espresso la credenza di essere state rapite da esseri alieni, e condotte a bordo di veicoli spaziali o in luoghi difficilmente accessibili, come basi militari sotterranee, dove affermano di avere subìto esami di tipo medico. Il fenomeno è stato descritto da chi sostiene di averlo vissuto come un’esperienza sovente invasiva e traumatica che ha come incipit il Missing Time, ossia un presunto blocco del tempo non dimostrato scientificamente.
[12] I Plejaren meglio conosciuti come alieni nordici o semplicemente nordici (o pleiadiani dalla loro presunta provenienza) sono, secondo alcune teorie ufologiche, un’ipotetica popolazione di origine extraterrestre. Insieme a grigi e rettiliani sono tra i tipi di alieni più diffusi nell’immaginario ufologico. Secondo gli ufologi che ne sostengono l’esistenza, avrebbero forma e caratteristiche umanoidi, tanto da essere indistinguibili dagli umani stessi. In particolare avrebbero pelle di colore dal bianco a un rosa chiaro; occhi molto chiari di color ambra, verdi, azzurri o albini leggermente allungati e capelli biondi; sono sensibili ai raggi solari; sarebbero alti tra 175 e 190 centimetri. La maggior parte di loro è di sesso maschile. Alcuni ufologi affermano che in passato queste creature sarebbero state scambiate per entità divine, entrando nell’immaginario collettivo in varie forme tra cui angeli, santi e messaggeri divini. Hanno un respiro molto lento e una pressione sanguigna più bassa rispetto alla norma e rispetto alla media degli umani.
[13] Jacques Fabrice Vallée (Pontoise, 24 settembre 1939), francese di nascita, è ritenuto dalla scienza ufficiale, uno dei massimi esperti di ufologia al mondo. Si è occupato anche d’informatica e ha scritto numerosi romanzi di fantascienza. Nel corso del tempo, Jacques Vallée è divenuto critico verso l’ipotesi extraterrestre sugli UFO e ha specificato in un articolo le cinque principali obiezioni contro questa ipotesi che si possono così riassumere: gli incontri ravvicinati sono molto più numerosi di quello che richiederebbe qualsiasi esplorazione fisica della Terra da parte di extraterrestri; la struttura fisica dei presunti alieni così come vengono descritti non sembra originaria di altri pianeti né biologicamente adattata ai viaggi spaziali; i comportamenti riferiti dalle presunte vittime di rapimenti alieni contraddicono l’ipotesi di esperimenti scientifici o genetici su umani da parte di una razza aliena avanzata; l’estensione del fenomeno attraverso la storia umana dimostra che gli UFO non sono un fenomeno contemporaneo; l’apparente abilità degli UFO nella manipolazione dello spazio e del tempo suggeriscono ipotesi radicalmente diverse.
Angelo Virgillito
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