La telepatia: trasmettere con il pensiero
Affrontiamo la prima delle esperienze ESP, la capacità di comunicare a distanza, al di là dei sensi fisici
Negli anni ’80, poco dopo l’uscita del mio primo libro (Siamo tutti sensitivi) fui in qualche modo protagonista di un esperimento di telepatia con Tony Binarelli, noto al grande pubblico come prestidigitatore, dotato fin dall’infanzia di notevoli capacità telepatiche (e anche psicocinetiche), anche se poi negli spettacoli più che i suoi doni usa i trucchi del mestiere. Una sera mi telefonò a Milano da Roma per invitarmi a scrivere su un foglio un numero di tre cifre: il giorno dopo, in diretta Rai, indovinò esattamente quanto avevo scritto e mi descrisse la stanza in cui mi trovavo. Più recentemente, mentre usciva un altro mio libro (Medianità, una strada verso il futuro), organizzai a casa mia degli esperimenti con un giovane sensitivo, alla presenza di alcuni studiosi. Egli mi fece scrivere una parola su un foglio che misi in tasca senza che nessun potesse vederla; lui, che si trovava in un’altra stanza, mi chiamò per dirmi che cosa aveva captato, individuando esattamente il “bersaglio” (così si chiama l’immagine o la parola da captare). Nell’esperimento successivo ci fece aprire un libro a caso, leggendo in slenzio la prima riga, che lui (che si trovava sempre in un altro locale della casa) ripetè parola per parola.
Del resto è capitato a tutti, almeno una volta, di pensare a qualcuno e di ricevere la sua telefonata o di incontrarlo qualche minuto dopo, oppure di sentire lo squillo del telefono ed essere certi, inequivocabilmente, che si tratti proprio di quella persona, anche se non si aspetta la sua chiamata. Altre volte l’informazione arriva in sogno: i casi più eclatanti sono quelli in cui l’avvenimento onirico riguarda grandi catastrofi, come l’affondamento di una nave o la caduta di un aereo. In questi casi decine e decine di persone sognano l’avvenimento, con una dovizia impressionanti di particolari esatti, come nel caso del Titanic. Queste non sono “coincidenze”, bensì informazioni che arrivano alla mente non locale (come la chiama la fisica quantistica) grazie alla telepatia (dal greco tele, lontano, e pathos, sentimento), la capacità di comunicare con il pensiero che fa parte delle percezioni extrasensoriali, ottenute senza avvalersi dei cinque sensi. L’ESP (extrasensorial perception) o GESP (general extrasensorial perception) comprende la chiaroveggenza, la precognizione e la psicometria, considerate forme diverse di un’unica facoltà. Massimo Inardi
Tra i primi studiosi italiani di questo campo, vanno ricordati i medici bolognesi Massimo Inardi (nella foto), noto al grande pubblico per aver partecipato e vinto al Rischiatutto, e Piero Cassoli, ma anche Emilio Servadio, che affrontando queste materie, allora totalmente sconosciute da noi, si esposero metetndo in gioco la propria reputazione professionale.
Siamo tutti sensitivi?
Se una volta si pensava che la telepatia (o le altre doti paranormali) fosse un dono di pochi, oggi sappiamo che tutti possono ricevere questo tipo di informazioni: ogni volta che siamo in stato modificato di coscienza, ovvero in alfa (l’onda che il cervello emette quando siamo in stato di rilassamento) diventiamo simili ad apparecchi riceventi e possiamo captare messaggi con la mente. Inoltre possiamo sviluppare queste facoltà con un training adeguato, esattamente come lo sportivo sviluppa muscoli e prestazioni con la volontà e l’allenamento giornaliero.
I ricercatori più importanti nel campo del paranormale sono stati gli americani e i russi, che hanno sfruttato queste ricerche sia per scoprire come funziona la mente e il cervello, sia per insegnare a comunicare con il pensiero agli astronauti, nel caso avessero incontrato esseri intelligenti nei viaggi spaziali (lo hanno fatto ad esempio Amstrong, Aldrin e Collins, i primi che scesero sulla Luna). All’università dello Stanford University, Russell Targ, quando era direttore del dipartimento di Psicologia, iniziò a fare esperimenti di remote viewing, ma anche di chiaroveggenza, Psicocinesi e viaggi fuori dal corpo, con i suoi studenti, finendo poi nel “fabbricare” sensitivi per la CIA, che li usava per individuare le basi missilistiche russe. Clooney_capre3Anche se l’ho trovato un film trash, in L’uomo che fissava le capre (con George Clooney, a lato nella foto) e Jeff Bridges, ci descrive in chiave comica questo tipo di addestramento tra i militari.
Gli studi dal ‘700 a oggi
I primi studi su questa facoltà si svilupparono nel ‘700, quando si ipotizzò l’esistenza di una sorta di fluido, una sostanza fisica non percepibile con i sensi (che portò a parlare di magnetismo) proiettata dall’agente al percipiente. Nell’800 alcuni studiosi francesi si accorsero che alcuni soggetti mesmerizzati (cioè ipnotizzati) potevano percepire i pensieri degli altri senza la mediazione dei sensi. In seguito il professor William Barrett dell’Università di Dublino stabilì che la trasmissione del pensiero è “una comunicazione tra mente e mente senza la mediazione di organi sensori”. A partire dal 1939 Joseph Banks Rhine insieme con la moglie Louise, iniziò a sperimentare la telepatia alla Duke University, creando uno dei centri più famosi del mondo: attraverso uno studio statistico quantitativo, egli arrivò alla conclusione che la telepatia non solo esiste ma può essere ottenuta con l’uso della volontà. In Russia Leonid Vasiljev, professore di fisiologia all’Università di Leningrado, ottenne lo stesso risultato utilizzando l’ipnosi, mettendo il percipiente in una cabina isolata con lastre di piombo schermate al mercurio, che non avrebbero dovuto lasciar passare le onde elettromagnetiche (tuttavia la telepatia funzionò lo stesso). Tutti gli studiosi hanno cercato di capire “che cosa” viene trasmesso da mente a mente, ovvero di quale energia è composto il pensiero: nel tempo si è ipotizzata l’esistenza di «psiconi» che si trasmettevano grazie all’associazione di idee, che l’inconscio individuale sia in contatto con quello collettivo, che esista nella mente e nel cosmo un campo psi, indipendente dallo spazio-tempo.
A tutt’oggi non si conosce l’energia alla base di questo fenomeno, anche se si potrebbe pensare che si tratti di una trasmissione di informazioni quantiche. Oggi si tende infatti a ricorrere alle teorie della fisica subatomica: ad esempio è stato scoperto il neutrino, una particella elementare (cioè non ulteriormente divisibile) che ha una velocità elevatissima e potrebbe essere portatrice di informazioni: quando noi trasmettiamo telepaticamente, invieremmo per mezzo di un meccanismo mentale ancora sconosciuto questi neutrini, che contengono i pensieri e varcano lo spazio a velocità praticamente infinita.
Chi, cosa, come, quando si può trasmettere
Di solito, i risultati telepatici migliori si ottengono quando sono coinvolte persone unite da un forte legame emotivo e sentimentale. La coppia telepatica prevede un agente (chi trasmette) e un percepiente (chi riceve) e funziona di più se i due sono uniti da un legame affettivo o sentimentale, siano cioè innamorati, o madre e figlio, amici per la pelle o compagni che abbiano condiviso momenti emozionanti. I messaggi sembrano essere tanto più centrati quanto più intensa è l’emozione provata; ecco perché i sensitivi hanno più frequentemente forme di telepatia o chiaroveggenza legate a grandi disastri: è come se l’emozione che si scatena costituisse il canale portante su cui viaggia il messaggio.carte Zener Tuttavia si possono avere buoni risultati anche tra persone che non sono legate da un rapporto, soprattutto se si mettono i soggetti in stato modificato di coscienza, in rilassamento o in trance ipnotica. Per fare esperimenti si possono usare le carte da gioco o le Zener (riprodotte a lato), ideate proprio per la trasmissione telepatica (sono cinque e, su ciascuna, è riprodotto un simbolo: un cerchio, una croce, un quadrato, una stella e un’onda), ma anche immagini, disegni, simboli, oggetti significativi per chi trasmette.
Fonte: karmanews.it
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