Raggiungere il benessere è semplicemente il frutto di un impegno, quello verso sé stessi
Il cammino della vita di ogni individuo è lastricato da continue e progressive esperienze da affrontare, un’intuizione di possibilità o difficoltà a differire solo nella prospettiva data dal personale processo di intendimento. Attraverso l’acquisita capacità e la volontà di ascolto della propria verità, la condizione per ambire ad un equilibrio. Equilibrio che andrà comunque a riplasmarsi ad ogni nuovo requisito raggiunto in esso.
Ma cos’è la verità? Esistono diverse determinazioni di realtà, nella quale la Verità assoluta è la Legge Universale, la Geometria Sacra, lo schema con cui è scritta e conformata ogni cosa esistente nel Cosmo. Il Codice della Creazione nella sua Saggezza infinita, indefinibile ed inconoscibile, il moto perfetto che plasma ogni essere e cosa. L’armonia nella pace imperturbabile, la cognizione e la direzione senza meta nel suo scopo definito. Essa per la Qabbalah è descritta attraverso l’origine prima, l’Ain-Soph che crea una Linea di Luce dentro il Vuoto per dare possibilità di sviluppo al concretarsi di altre forme. Una nuova Natura di energia universale che consente lo sbocciarsi di mondi, l’Elohim come azione oltre la Pura Verità in conformazione di essa stessa attraverso un’infinita serie di verità, quelle create da ogni individuo e da ogni forma vivente, da ogni valore esistente con una affermazione di coscienza. Realtà che comprendono diversi piani di sussistenza cosciente, comprendenti sia le basse che le elevate frequenze nel loro sviluppo. Quindi queste seguono ed appartengono alla rappresentazione della Legge Sacra numerica, o del Verbo, sia nell’ incoscienza che nella coscienza. Questa seconda concretizzata dalla prospettiva delle unità come essenze ed esperienze manifeste in una personale realtà. La coscienza è la forma di consapevolezza del proprio essere, che si modifica e trasforma attraverso ogni passaggio evolutivo dell’ente. È la percezione del sé individuo nello spazio, spazio inteso sia come ambiente, sia come oltre la dimensione terrena. Più è grande la prospettiva di riconoscenza della trasmissione che avviene in ciascuno con il “tutto”, e più la coscienza è espansa e libera dai vincoli di vecchie conoscenze. Più si ha la visione della reale oggettiva dinamica dei fatti in creazione del sé, e più è ampia la plausibilità di comprensione di altre verità che sviluppano la nostra esistenza.
Ogni essere umano ha un eguale potenziale di coscienza, la differenza risiede nella combinazione tra bagaglio di sperimentazioni già effettuate e la volontà di conoscenza della propria verità. L’ostacolo più grande risiede nella capacità di guardare il proprio essere in ciò che realmente è, nei suoi meccanismi di dinamica, nelle sue ragioni prime di movimento. Per fare questo è necessario essere disposti a vedere anche ciò che non si ammette a sé stessi, attraverso i meccanismi di difesa della mente che lo proteggono dalla sofferenza, dallo scoprirsi come responsabili creatori della propria vita. L’attitudine di intelligenza intuitiva, nell’ osservare e realizzare il nesso logico che sussiste nel proprio disagio, determina sofferenza, e si insinua a dispetto questa una giustificazione di conforto in un pensiero di colpa da attribuirsi ad altri o al fato. Diviene basilare quindi un impegno sostanziale per l’affermazione di una coscienza superiore in volontà e facoltà di concretezza. La pura e semplice verità, incontrovertibile, è che per quanto le nostre scelte possano essere difficili da prendere, sono solo le nostre. Per quanto esse possano corrispondere ad un disegno cosmico più grande e al di là della nostra cosciente comprensione, appartengono comunque a nostre dinamiche cicliche. Una volta che accettiamo di noi stessi la responsabilità della nostra vita e delle nostre risposte in ritorno attraverso le nostre e solo nostre preferenze, possiamo avere in noi una nuova coscienza ben disposta all’intendimento di una nuova prospettiva evolutiva del benessere-armonia attraverso gli ostacoli, non più vissuti come tali. L’equilibrio dell’uomo giunge attraverso la riconoscenza della verità del sé, nella visione a fronte della tangibilità di una mente che forgia la propria esistenza, per poi realizzarsi nella visione completa come anima, inteso come ogni cosa conformante l’individuo. Non solo come cuore e mente, ma anche corpo e parte eterea. Tutto nell’uomo comunica, innanzi tutto dando informazione a sé stesso, ma in costante presenza manifesta con il Cosmo.
La sua mente è intesa come forma pensiero, il cuore come il patrimonio “amore”, mentre il corpo esprime la forma densa dell’individuo, e la parte eterea la conformazione energetica più sottile, questa predisposta ad una sensibilità più affermativa, ovvero in grado di trasmutare in espansione l’essenza delle tre precedenti senza confini. Ne è il sunto, e non solo, perché è anche un ricettore di informazioni per esse stesse. Eppure mente, cuore, corpo ed essenza eterea sono una omogeneità che traspare nella sua unione in dichiarazione della sua esistenza per ciò che oggettivamente è e domina. Nel comprendere l’essere umano esige la necessità di bilanciare ogni aspetto di sé stesso per poter accedere ad un equilibrio che vada a completarsi gradualmente nella sua via evolutiva e di cognizione sciente, senza avere un termine di processo ed “elevazione”. Per fare questo è necessario far fronte ad un percorso di ogni aspetto del sé, quindi prendersi cura di ogni componente lo plasmi come soggetto.
Dunque un importante messaggio è innanzi tutto per sé stessi, come nell’impegno nel curare il proprio corpo, altrettanto fondamentale all’amministrazione della crescita di conoscenza attiva degli altri aspetti integranti. Se consideriamo la scelta di un’alimentazione realisticamente cosciente, nella sua funzione sul corpo, come ad esempio anche nel karma, si comprende un distinto passo importante, che mette in corrispondenza ragione-mente, cuore-amore e percezione ambiente-etereo nella sua dimensione come parte componente di un disegno più articolato del solo sé. Ovvero, ponendosi delle domande, come può essere in armonia un individuo che si nutre del sangue e del dolore di un altro essere vivente animale? Come può realmente essere in pace con sé stesso colui che immette nel suo corpo tossine derivanti dalla paura? Altresì, come può considerarsi grato per ciò che ha in dono, la vita, un individuo che si alimenta di cibo avvelenato da pesticidi o sintetico? Brevi esempi per esprimere una decisione di non casualità, ma di causalità da una precisa scelta alimentare o di quotidianità. Le questioni sulla conduzione delle personali priorità delineano l’immagine dell’individuo, ma non solo attraverso la valutazione del cibo, (che nella scala evolutiva avrà sempre un nuovo percorso di consapevolezza) anche l’attività fisica è un’opzione da considerarsi parte di una ricerca di determinazione del sé. Il prendere confidenza e conoscenza del nostro corpo certamente aiuta l’anima nel suo complesso per la sua identificazione in crescita e creazione, non che espressione. Cogliersi, intendersi e distinguersi attraverso la sensibilità di tutti gli elementi come persona-anima tramite l’affermazione, sia nei disagi e sia nel reale “ben-essere”, è fondamentale.
Il principio dello Ching Shen, nel Tai Chi, parla di un raggiungimento della completezza del sé nella piena conoscenza e comunicazione-interazione del proprio essere. Una scala con livelli rivelatori di formazione del sé che sono a modificarsi e rinnovarsi in inediti personali Ching Shen, incessantemente tra continue prospettive dinamiche di diversi paralleli e dimensioni. Nella Kabbalh è rappresentato col numero 3, la lettera Ghimel, la perfezione data dall’impegno oltre i personali limiti, attraverso una nuova espansione cosciente.
Per raggiungere l’equilibrio l’essere umano ha a disposizione il dono dell’emozione-sentimento in trasmissione attraverso il corpo ed ogni componente della sua esistenza anima, un dono che può aiutarlo a comprendere la propria verità e la Verità Cosmo nella sua rappresentazione attraverso esso stesso. Basta saper e voler cogliere il frutto della verità, senza giudizio per sé o per l’altro, prospettandosi come una realtà tra le realtà in un cammino inevitabilmente unico e da svolgere, nel puro e semplice disegno perfetto per ciò che è. La Vita, in tutte le sue forme, e nella forma prima amore, necessario per prendere coscienza anche nel trascendere. Perché l’amore non è un sentimento, è uno stato in essere ed accadere, indefinibile e non racchiudibile. Ed ogni uomo ne è un frammento.
Debora Ann
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Vale Ruben
si, ok, ma vuoi mettere un po’ di Tramadololo….