Il cosiddetto Mont Saint Michel è un isolotto della Normandia, situato nella costa settentrionale della Francia, all’estuario del fiume Cousenon. Sull’isolotto fu costruito un santuario in onore di San Michele Arcangelo, il cui nome originario era “Mons Sancti Michaeli in periculo mari” (in latino), o “Mont Saint Michel au peril de la mer” (in francese). Nella nostra lingua è traducibile come “Monte San Michele del pericolo del mare”. La particolarissima architettura del santuario e gli effetti suggestivi creati dalla baia, nella quale sorge l’isolotto, con il cambiare repentino delle maree, ne fanno il luogo più visitato della Normandia ed uno dei primi della Francia, dopo Parigi.
La storia del luogo risale al periodo celtico, quando la foresta circostante di Scissy non era invasa dal mare e la rocca era adoperata per lo svolgimento di enigmatici ed ancestrali culti druidici. L’abate Gilles Deric, studioso bretone del XVIII secolo, ha supposto che il luogo fosse dedicato a Beleno, la divinità gallica del Sole, denominato in latino come “Mons vel Tumba Beleni”, ossia “Monte o Tomba di Beleno”. Con l’espansione romana, si diffuse la costruzione di nuove strade che percorrevano l’intera Armorica, tra cui un’importante via che collegava Dol all’attuale Saint-Poir, che passava ad ovest del “Mons Belenus”. Nel corso del tempo, quando le acque iniziarono progressivamente ad avanzare, la strada fu spostata verso est, fondendosi con la strada che passava per Avranches. Quando il Cristianesimo fece la sua comparsa in Armorica, fu dedicato un oratorio a Santo Stefano, considerato il primo martire cristiano, che venne edificato a mezza altezza del monte. Successivamente se ne costruì un altro, in onore di San Sinfoniano, il primo martire dei Galli, ai piedi della rocca. Secondo la tradizione, il monaco irlandese San Colombano, considerato uno dei più importanti dell’Europa del primo Medoevo, verso il 590 si sarebbe fermato a pregare sulla rocca, durante una delle sue peregrinazioni. Ma la leggenda antica più importante riguarda l’Arcangelo Michele. Secondo un racconto tramandato da secoli, l’Arcangelo Michele sarebbe apparso nel 709 al vescovo di Avranches, sant’Auberto, chiedendogli di costruire una chiesa sulla rocca. Dopo alcune esitazioni da parte del vescovo, Michele gli avrebbe procurato, con il suo tocco, un foro rotondo sul cranio, tenendolo tuttavia in vita. Il cranio di sant’Auberto con il foro, o meglio quello a lui attribuito, è tuttora conservato nella cattedrale di Avranches.
L’abbazia benedettina fu, poi, edificata, a partire dal X secolo con parti di diverso genere, che si sono sovrapposte le une alle altre in stili che vanno dal carolingio, al romanico, al gotico flambayant. Il mito di San Michele Arcangelo, diffuso in tutta Europa fin dall’antichità, ha reso Mont Saint-Michel, una delle più importanti mete di pellegrinaggio. La primitiva chiesa abbaziale, costruita al momento della fondazione benedettina del 966, fu inglobata nei successivi e progressivi ingrandimenti. Questa chiesa originaria fu scoperta durante gli scavi tra la fine del XIX sec. e gli inizi del XX sec.. Ritornando alle varie epoche storiche di questo straordinario luogo di culto, si racconta che, dopo il 1000, i pellegrinaggi si intensificarono sempre di più, rendendosi necessaria un’ulteriore configurazione. Alla primitiva “Notre Dame Sous Terre”, si aggiunse la “cappella dei trenta ceri” nella parte nord, la “cripta del coro” ad est, la “cappella di san Martino”, a sud. Dopo alcuni danneggiamenti e parziali ricostruzioni, ci fu una svolta nel XII secolo con l’abate Raoul-des-Iles”, che edificò il complesso chiamato “Marveille” (meraviglia), a nord della chiesa abbaziale, con la costruzione di splendidi locali, come la “sala degli ospiti”, “il refettorio”, “la sala dei cavalieri ed il “chiostro”. Di seguito si costruì la “sala delle guardie”, che fungerà da nuovo ingresso dell’abbazia ed una nuova “sala di giustizia”, che insieme prendono il nome di “belle-chaise”. Nel 1421 crollò il coro in stile romanico dell’abbazia, che fu ricostruito in stile gotico “fiammeggiante”, provvisto di deambulatorio a cappelle radiali ed enormi finestroni. Quando divampò il rovinoso conflitto, denominato dei “Cent’anni”, Mont Saint-Michel si fortificò contro gli Inglesi, rimanendo fedele al re di Francia, ultima piazzaforte della Normandia a non essere caduta. Dal 1423 al 1434, Mont Sain-Michel resistette conto gli Inglesi, nel più lungo assedio dell’intero Medio-Evo, fino a quando l’esercito nemico, definitivamente battuto, non si ritirò. Nel periodo della rivoluzione francese, Mont Saint Michel visse un periodo di decadenza, che terminò solo alla fine del diciannovesimo secolo, quando fu costruita sopra la chiesa una guglia con la celebre statua di san Michele, che è posta a 170 metri sopra il livello del mare.
La rocca di Saint Michel è da sempre entrata nell’immaginario collettivo, come uno dei luoghi al mondo più investiti da prodigi. Il suo culto è legato, soprattutto, a quello di Michele Arcangelo, che è citato nella Bibbia come il principe dell’armata che combatte contro Satana. E’ necessario sottolineare che, con l’avvento del Cristianesimo, Michele sostituì progressivamente il culto pagano di Mercurio (messaggero degli dei), di Esculapio (il dio guaritore) e varie divinità solari, come Apollo, Belenos e Mitra. Si può dire che sul culto di Michele, confluiscano le forze potenti della natura, che si potevano ammirare principalmente sulle alture. Si suppone, inoltre, che nell’epoca precedente, quando il luogo si chiamava ancora “Mont Tumbe”, esistesse una forma di venerazione verso una “pietra nera”, materia magica per gli alchimisti, come ad Oropa. Dall’ VIII secolo si sviluppò nei riguardi del Monte, un cammino dei pellegrini, a similitudine di quello di Santiago di Compostela, divenendone anche rivale per prestigio e sacralità. I re di Francia, allettati anche da motivazioni commerciali ed economiche, favorirono un vero e proprio percorso sicuro e collaudato, per consentire ai pellegrini di raggiungere quel luogo misterioso, con una ragionevole sicurezza.
La più grande particolarità di Mont-Saint Michel è il grande legame che accomuna questo luogo a Monte S.Angelo sul Gargano e a San Michele in Piemonte. Innanzitutto bisogna precisare che quest’ultimo santuario si trova quasi a metà del tragitto che bisogna compiere per raggiungere il primo, partendo dal secondo. Ma non finisce qui, se si continua a tracciare un’immaginaria linea di congiunzione verso nord, comprendiamo che Mont Saint-Michel non è l’ultima località, poichè possiamo giungere in un posto della Cornovaglia, che si chiama “Michel’s Mont” e proseguendo in Irlanda, è possibile trovare Skelling Michael, tutti luoghi accomunati dal culto verso l’Arcangelo Michele guerriero. Tale tipologia di fenomeni è stata denominata dagli studiosi “ley lines”, cercando anche di essa una spiegazione pressochè scientifica. Con tale definizione si può intendere una rete di tracciati lineari che unisce luoghi ad alta concentrazione di energia, anche molto distanti fra loro. Tale teoria si baserebbe su studi geologici del territorio, dai quali emergerebbe che i siti accomunati da questa linea, presenterebbero le medesima energia elettro-magnetica. La ricostruzione non avrebbe ancora un risposta univoca, in quanto le varie ipotesi si mescolano con le credenze popolari e religiose. Secondo un’antica leggenda, infatti, la linea sacra di san Michele deriverebbe dal colpo di spada che il grande guerriero inflisse al diavolo per rimandarlo all’inferno: ovviamente si tratta un’affascinante e simbolica narrazione, che, inesorabilmente, lega l’uomo al mistero della trascendenza.
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