Martedì 16 ottobre i deputati di Liberi e Uguali, Federico Fornaro e Rossella Muroni, hanno posto un interrogativo molto interessante Al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo:
Fra le varie cause di morte delle api mellifere, può, il GLIFOSATO esserne un responsabile mai considerato?
IL GLIFOSATO
Dovete sapere che il glifosato è un erbicida totale (non selettivo). Il composto chimico è divenuto di libera produzione nel 2001, anno in cui è scaduto il relativo brevetto di produzione, fino ad allora appartenuto alla Monsanto Company.
L’uso del glifosato in agricoltura è stato approvato per la prima volta negli anni settanta e ha ricevuto approvazione in 130 paesi del mondo (dati 2010), tra cui l’Europa .
L’Environmental Protection Agency (EPA) ha stimato negli Usa un impiego di 750.000.000 chilogrammi di glifosato nell’annata 2006/2007. In un rapporto relativo agli anni 2011 e 2012 elaborato sulla base di dati provenienti dalle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) , il glifosato viene definito come uno degli erbicidi più utilizzati nell’agricoltura italiana. Secondo dati parziali dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Veneto (ARPAV), ad esempio, si sa che nel 2007, nella sola provincia di Treviso sono stati impiegati 55.000 chilogrammi di Glifosato.
Il successo del glifosato è dovuto alla sua bassa pericolosità, e alla bassa tossicità per l’uomo rispetto agli erbicidi in uso all’epoca della sua introduzione: il prodotto ha una penetrazione molto bassa nel suolo, limitata a una profondità di circa 20 centimetri, va incontro a facile degradazione in quanto facilmente attaccato e distrutto dai batteri presenti nel suolo e, di conseguenza, è molto limitata la probabilità che suoi residui riescano a raggiungere le falde acquifere .
Nonostante queste informazioni, il glifosato rimane in una situazione dubbia, nel senso che seppur la sua bassa pericolosità sia nota, le azioni di alcuni paesi sono assolutamente contrastanti. Ma cerchiamo di capire come questo agente chimico aumenti la probabilità di morte delle api del 40%.
Il microbioma
I batteri possono essere dannosi o utili, i secondi, attraverso la loro presenza, svolgono un compito utile alla sopravvivenza del organismo; essi sono detti essere un microbioma e, in questo caso, sono presenti nel tratto digestivo delle api. Il microbioma viene distrutto dal glifosato indebolendo le api ed esponendole a un maggior rischio di infezioni.
Come agisce il Glifosato?
Il glifosato interrompe la via metabolica responsabile della sintesi di fenilalanina, tirosina e triptofano, la così detta via dello shikimato o via dell’acido shikimico; è una via metabolica trovata in batteri, piante, funghi, alghe e parassiti. Gli animali e l’uomo sono privi di questa via, di conseguenza per questi organismi si tratta di amminoacidi essenziali che devono essere ottenuti tramite l’alimentazione.
Le Prove dei deputati
“Nello studio condotto dai ricercatori dell’università di Austin alcune api mellifere sono state esposte a livelli di glifosato analoghi a quelli usati nei campi coltivati e sui cigli stradali, dopo aver colorato il dorso delle api per renderli riconoscibili…i ricercatori hanno osservato che l’erbicida riduceva significativamente il microbioma intestinale sano; Nelle api esposte al glifosato, la metà delle specie di batteri benefici sono risultate meno abbondanti. La specie batterica più colpita è stata la Snodgrassela Alvi, la quale aiuta le api a metabolizzare il cibo e a difendersi da agenti patogeni….Se esposte ad un agente patogeno opportunistico( Serratia Marcescens-agente patogeno diffuso e che attacca le api in tutto il mondo),fra le api con microbioma sano, ne sopravvivevano la metà, mentre solo circa UN DECIMO delle api con microbioma alterato sopravvisse.”
La risposta
Queste sono le prove portate da parte dei deputati di Liberi e Uguali. In risposta, Il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo il 17/10 afferma che: “ Relativamente alla mortalità delle api registratasi negli ultimi 10-15 anni in alcuni Paesi dell’Europa occidentale, non è stata individuata un’unica causa ma diversi fattori in combinazione tra di loro fra cui anche l’uso di prodotti fitosanitari. Per questi ultimi, il Ministero è in attesa delle indicazioni da parte della EFSA (European Food Safety Authority- L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), che sta predisponendo nuove linee guida per la valutazione dei rischi nei confronti delle api…”
Insomma, di fatto non si ha ancora nessuna risposta certa a riguardo, tuttavia il collegamento glifosato-api non sembra così assurdo, anzi. Si spera solo che le ricerche si svolgano nel minor tempo possibile dato che la moria di api negli ultimi anni è aumentata dal 50 al 70%; e questa volta non sarà la solita situazione in cui scompare una specie animale e il telegiornale ne annuncia il triste trapasso con un servizio da 5 minuti, e no signori, questa volta il c…o è anche il nostro!
Einstein diceva che se le api scomparissero, alla razza umana rimarrebbero solo più 4 anni di vita. Chissà se il vecchio avesse ragione, beh a quanto pare, se niente cambierà, lo scopriremo sulla nostra pelle!
Fonti utilizzate: Wikipedia, www.camera.it.
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