Storia o Leggenda?
Pur senza voler sottolineare come la realtà in cui viviamo possa non essere l’unica dimensione (mondo) possibile, appare inopinabile che, basandosi sui nostri semplici organi sensoriali, non si possa dubitarne e, nonostante ciò, non sia comunque possibile non notare come di fronte ai grandi personaggi storici, la cui vita sia entrata nel mito, le regole fisiche possano in un certo qual modo perdere la loro innegabile comune efficacia, lasciando trasparire un po’ di intangibilità nella Storia ed un po’ di Storia nella Leggenda.
Nel caso di Dracula non si può non evidenziare come l’ultimo film su tale personaggio (Dracula Untold) abbia aperto la strada ad una serie di digressioni sul personaggio storico sulle cui gesta si basò Bram Stroker per il suo personaggio letterario dell’omonimo romanzo, ossia Vlad III Tepes (l’Impalatore), detto Dracula, principe di Valacchia, duca di Amlas e Fagaras e membro (cavaliere??? Sembra che l’Ordine non prevedesse una forma di cavalierato) del Sacro Ordine del Drago.
Sottolineando che il romanzo di Stroker doveva inizialmente intitolarsi Wampyr, e che il nuovo nome, ed il connesso interesse per Vlad III, gli venne ispirato dalla lettura di un libro di William Wilkinson, diplomatico inglese, in cui lesse << Dracula nel linguaggio valacco significa Diavolo. I Valacchi avevano l’abitudine all’epoca, e ce l’hanno ancora oggi, di dare questo soprannome a tutte le persone che si distinguono per coraggio, azioni crudeli o abilità>> in riferimento alla famiglia dei Draculesti, voivoda valacchi, nelle cui fila si ergono Vlad II, detto Dracul, e Vlad III Dracula, l’Impalatore, ( in effetti Dracula significa figlio del Diavolo, Dracul significa Diavolo o meglio sarebbe dire, in rumeno non moderno, figlio del Drago e Drago), si deve comunque far presente che la figura del protagonista dai tratti vampireschi, non solo si rifaceva alle leggende sui Vampiri (e Licantropi) presenti in tutto il mondo e che hanno la loro maggiore diffusione in Romania e zona balcanica quali elementi della dualità nell’unità (Deva ed Asura, Dei e Titani, Angeli e Demoni) tanto che non è un caso che le più antiche leggende rumene fanno degli stessi i capostipiti dell’Umanità designandoli quali Antichi ed accomunandoli sotto un’unica specie che poteva essere indistintamente Lycan o Wampyr, il cui ceppo è unico, ma altresì bisogna più prosaicamente vedere una relazione tra tale figura e quella dello scrittore Oscar Wilde, suo intimo amico, dandy gioviale e gran seduttore, nonché primo amore giovanile della moglie di Bram Stroker, e da cui si allontanò proprio nel 1895, anno del processo a Wilde per omosessualità ed in cui Stroker inizia la stesura del suo romanzo.
Molto più probabilmente nella figura del Conte (variante sul tema nobiliare di Vlad III che era Voivoda ossia Principe) confluirono caratteristiche anche di altri amici dello scrittore irlandese nonché tutto quello che era caratterizzato quale oscuro per la Londra vittoriana ossia il seduttore, l’omosessuale, l’eccessivamente ricco, il succhiasangue (come gli usurai “ebrei”), l’elemento pertubante che crea il Chaos e che grazie alla sua opera svela quanto di oscuro c’è in un’apparenza perfetta, o meglio in una perfezione apparente, a conferma del fatto che l’Oscurità è in noi pur se umano vizio la attribuisce sempre all’alieno, allo straniero, al diverso, all’altro.
Vlad III°
fu indubbiamente un personaggio, ed un sovrano, crudele (ma giusto), con un progetto politico coerente: l’eliminazione dell’antica aristocrazia del paese, troppo irrequieta ed incline a cambiare spesso principe, e la sua sostituzione con una nuova nobiltà formata da soldati e guardie coraggiosi o da un gruppo di guardie che condivideva la sua vita ma sullo stesso vi sono stati troppi fraintendimenti, proprio in relazione al Vampiro cui ha dato il nome e, senza imprudentemente escludere la possibilità che il Principe ( e non Conte) rumeno possa aver acquisito poteri misterici nel corso della sua esistenza, pur rimanendo ancorati alla propria storiografia, non si può ricostruire la sua importanza biografica senza tener in considerazione la tradizione orale del popolo rumeno, che, seppur nella superstizione del popolino che vide un’alleanza col Diavolo nell’utilizzo da parte del padre di Vlad III, Vlad II, del simbolo del Drago, a seguito del suo essere entrato nel Sacro Ordine del Drago, un’organizzazione semi-monastica fondata dall’Imperatore Sigismondo nel 1418 (il 12 dicembre – anche se sembra più probabile fosse il 13 dicembre 1408) per difendere il sacro romano Impero dagli Ottomani, non ha tramandato affatto l’idea di una negatività assoluta del voivoda valacco, visto come “”Un sovrano terribilmente severo, s’intende, ma la sua ira l’aveva principalmente rivolta contro coloro che osavano mentire o maltrattare la povera gente” e quindi altresì venerato come eroe popolare in Romania così come in altre parti d’Europa per aver protetto la popolazione della sua Patria.
D’altronde i raccapriccianti resoconti sulla crudeltà del Principe Dracula, nato tra il novembre ed il dicembre 1431, in Transilvania, tre volte voivoda di Valacchia, già prigioniero/ostaggio degli Ottomanni da adolescente, presso cui apprese molte delle tecniche di tortura di cui fece utilizzo durante la sua vita, e di cui la più conosciuta fu l’impalamento, derivano in larga parte dalla propaganda dei suoi nemici storici, tra cui si ricordano il re d’Ungheria Matteo Corvino, ed i boiardi di nazionalità tedeschi, contro il cui mercanteggiare il Principe aveva emanato varie leggi ad hoc atte a nazionalizzare l’economia della Valacchia, come un nazionalista ante-litteram. E già allora i mercanti sassoni erano propensi, per indole, ad usare ogni mezzo per difendere la loro economia ed iniziarono a circolare in tutta Europa incisioni sui metodi di tortura di Vlad III°, sostenute d’altronde da un temperamento sanguigno e schivo dello stesso voivoda che nel tempo aveva unito la propria formazione classica, basata sulle arti e materie classiche occidentali tramandategli dal padre, morto nel 1447 per mano dei boiardi in combutta col reggente d’Ungheria (Hunyadi), con la formazione all’arte della guerra, alla logica ed alla fede islamica appresa durante gli anni di “prigionia” da cui fu liberato dagli stessi Ottomanni per impedire che la Valacchia cadesse in mani ungheresi, essendo morto con Vlad II anche il fratello maggiore di Vlad III°, Mircea. Il quadro educativo del giovane voivoda venne completato dalla rieducazione al Cristianesimo che lo portò a divenire, nel tempo, difensore della fede cristiana contro i Turchi.
In effetti tale sua posizione fu prettamente derivante proprio dalla mutevolezza esteriore delle sue alleanze politico-militari che riprendevano a man bassa le basi dell’arte della guerra turca ossia la non permanenza in rapporto alle proprie intenzioni; intenzioni che furono sempre quelle di proteggere la propria gente sia dai Turchi, verso cui cominciò a nutrire un odio profondo per ragioni anche personali, e verso l’Ungheria ed i boiardi, che avevano mire politiche ed economiche sulla sua terra e che avevano ucciso la sua famiglia.
Schivo ed implacabile guerriero, non lesinava torture a chi attentasse all’ equilibrio del suo regno: “Dracula (Vlad III) odiava così tanto il male nel suo paese che chiunque commettesse un misfatto, fosse furto, brigantaggio, menzogna o ingiustizia, non aveva alcuna speranza di rimanere in vita. Nessuno, fosse gran boiardo, sacerdote, o monaco o semplice uomo, anche avesse avuto grandi ricchezze, avrebbe potuto riscattarsi la vita” sono le parole di Teodoro Kuricyn, ambasciatore russo inviato in Ungheria nel 1482 in riferimento a Vlad III°, voivoda di Valacchia, che imperniò la sua vita su un carattere fermo e deciso, immune al pentimento e che potrebbe essere espresso con le sue stesse parole “”E dovete riflettere su questo: quando un uomo o un principe è forte e potente può fare la pace come e quando vuole; quando invece è debole, un altro più forte di lui si farà avanti e farà di lui quello che vorrà”.
Non si può concludere tale veloce e non esaustiva carrellata su Dracula senza sottolineare come lo stesso fosse un guerriero senza eguali, temuto e rispettato anche dai nemici, soprattutto per la propria spietatezza, ben esternata in una lettera inviata al Re D’Ungheria, Mattia Corvino, con cui voleva sottolineare il suo odio per gli Ottomanni ” Ho ucciso contadini, donne, vecchi e giovani che vivevano a Oblucitza e Novoselo, dove il Danubio sfocia nel mare, fino a Rahova, che si trova vicino a Chilia, dal basso Danubio fino a luoghi come Samovit e Ghighen. Abbiamo ucciso 23.884 turchi senza contare quelli che sono stati bruciati vivi nelle loro case o quelli le cui teste sono state tagliate dai nostri ufficiali… Così, vostra altezza, deve essere noto che io ho rotto la pace con lui (Sultano Maometto II).”
Evidenziando come una tesi sulla sepoltura di Vlad III, Dracula, lo vedrebbe sepolto nella Chiesa Santa Maria La Nova a Napoli, in effetti non si può non esternare in tale frangente che, così come per altri personaggi entrati nella Leggenda (Bruce Wayne, Ikki, Buddha, Yeshua, Artù, Vegeta, Musashi, Bruce Lee, Giulio Cesare, Drake, Vlad(Dracula), Milarepa, Ken, Merlino, Hitler, Mussolini, Lucifero, Lucian, Logan, Temujin, Attila, Duncan MacLeod) ……… personaggi di “fantasia” e “realtà” (qual’è la fantasia e qual’è la realtà???) ,tutti complessi e di forte personalità con lati oscuri molto marcati…..il tratto comune resta uno: hanno tutti incontrato Donne che ne hanno segnato indelebilmente, nel bene e nel male, la Vita, quasi ad esemplificare una dinamica interiore umana mal interpretata e spesso non compresa dalla massa!!! Nel caso di Vlad III° di donne ve ne furono quattro, come le tre mogli e l’amore eterno del suo alter-ego letterario!!!
© Franco Silvestre
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