Storia e leggenda della Valle di Susa
“Alle soglie dell’anno mille irrompe, in quest’eremo di Giovanni Vincenzo, un personaggio che cerca redenzione da un discutibile passato: è il conte Ugo (Ugone) di Montboissier, ricco e nobile signore dell’Alvernia, recatosi a Roma per chiedere indulgenza al Papa. Questi, a titolo di penitenza, gli concede di scegliere fra un esilio di 7 anni e l’impresa di costruire un’abbazia.
Siamo alla fine del 900 quando inizia l’edificazione del monastero, affidato poi a cinque monaci benedettini”.
Così inizia la nostra storia, perchè di storia stiamo parlando…. i Cinque, una delle leggende più affascinanti che noi giovani di allora ascoltavamo dai nostri grandi “Vecchi”.
Non avete idea di quanta storia sia passata in questa valle. Per farmi capire meglio, sapevate che le spoglie dei Re Magi sono transitate dalla valle di Susa? Uno dei motivi per cui nel diario di Delfina Croce era menzionano l’incanto dei Magi, tutto si connette.
Ma torniamo ai cinque Benedettini. Molti di voi non sanno che in quel periodo i Benedettini gestivano la gran parte delle Abbazie. In alcuni capitoli sulla storia della Sacra di San Michele si parla anche di Monaci Guerrieri… ma tralasciamo per il momento. Secondo la documentazione storica questi cinque benedettini furono custodi e precursori dell’indipendenza della Sacra da Roma e dai Vescovi di Torino.
Nei documenti storici non sappiamo con precisione chi fossero e da dove arrivassero… e nemmeno quando andarono via… il tutto cade nella leggenda, perché ciò che non veniva compreso o ciò che doveva essere nascosto diveniva leggenda o storia per i giovani, sperando si perdesse nei secoli… invece no.
A capo dei Cinque vi era Ambrosio (Ambrogio) o Ambrosium, uomo di grande cultura e dagli oscuri natali, alla vista anche giovane, nonostante i suoi occhi non lo fossero. Grande esperto e conoscitore di storie e leggende, usi e costumi della valle, fu proprio lui a scrivere una raccolta delle leggende, e fu proprio lui che secondo la leggenda fondò il Sacro Ordine Naturale (detto anche Ordine di Ambrosio), un ordine che si occupava di raccogliere e custodire, non solo storie e leggende, ma anche monili e artefatti detti magici e di potere o pagani.
La Sacra di San Michele per lui fu una grande occasione, per ampliare la conoscenza, ma anche per sperimentare quello che le leggende narravano in prima persona.
Gli altri quattro furono scelti personalmente da lui. a cui ne seguirono dodici, chiamati appunto i “Dodici”, sacri custodi di alcune reliquie e custodi del sapere, ma sempre dipendenti dai Cinque, che allo stesso tempo facevano capo ad Ambrosio.
Oltre a gestire la crescita dei domini della Sacra di San Michele, Ambrosio continuò per anni a raccogliere scritti e leggende, ma anche monili e artefatti definiti pagani, affidandoli al Sacro Ordine Naturale, e sembra che ancor oggi siano custoditi dallo Stesso Ordine. Si occupò anche di fondare vere e proprie scuole che preparavano giovani ragazzi alla “Saggezza dei Popoli”, veri e propri custodi della storia leggendaria.
La leggenda narra che, a dispetto dei divieti dell’allora chiesa nel Sacro Ordine Naturale, si insegnavano anche le “Arti Magiche” e le “Arti di Combattimento”, preparando i giovani come un vero e proprio esercito di Dotti Guerrieri, che più di una volta sventarono veri e propri assalti alla Sacra o meglio veri e propri attentati ad Ambrosio.
Come San Benedetto, Ambrosio non poteva essere avvelenato in alcun modo e per qualche strana ragione con piccole gesta della mano il veleno si separava dal cibo o dalle bevande. Le leggende narrano anche di scontri ai piedi del monte, dove uomini, a volte assoldati dai vescovi, cercavano di introdursi nel monastero, ma fermati da “uomini in tunica da Monaco che con agilità e forza sventavano gli assalti, alcuni di loro fermavano le lance, frecce e coltelli con la sola imposizione delle mani”, così scrivono le cronache del tempo ora occultate ai più… ma non a tutti.
Anche la leggenda della benedizione della Sacra di San Michele narra che, il giorno in cui doveva esser benedetta dal vescovo di allora, apparì dal nulla una luce quasi simile a un incendio (alcuni dicono rossa, altri verde), che affermò: “nulla può essere benedetto dall’uomo che sia già stato benedetto dal cielo!”, facendo desistere il vescovo. Ma alcune cronache narrano diversamente.
Sembra che proprio in quel giorno furono visti uomini dal lungo mantello chiaro pronunciare parole non conosciute, in una lingua incomprensibile a chi assisteva, e imporre le mani da cui emanava una luce verde, che avvolse la Sacra di San Michele.
Molte sono le leggende che narrano del Sacro Ordine Naturale e di Ambrosio. Sembra che ancor oggi lui sia presente nella Valle. Secoli fa si diceva che il suo nascondiglio fosse dentro il monte Musinè… insomma, di tutto di più.
Una cosa è sicura il tutto è molto affascinante. Cosa sia vero o no non possiamo saperlo, e in fondo a volte la fantasia supera la realtà, ma anche la realtà supera la fantasia.
Fonte: http://cantinadelrustico.overblog.com/2016/06/ambrosium-i-cinque-monaci-della-sacra-di-san-michele.html
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