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Home» Recensione Film»Chocolat: Addio Tranquillité
Chocolat

Chocolat: Addio Tranquillité

Chocolat

Anno: 2000
Regia: Lasse Hallström
Genere: Fantastico/Romantico
Durata: 2h 1m

La trama di Chocolat è tratta dall’omonimo romanzo della scrittrice britannica Joanne Harris.
La storia è ambientata tra le mura di un piccolo paese francese, Lansquenet, alla fine degli anni ’50. Un bel giorno, guidata dal Vento del Nord, Vianne (Juliette Binoche), originaria di una popolazione nomade, che affonda le radici tra gli antichi Maya, giunge nella “tranquilla” comunità, insieme alla figlioletta Anouk (Victoire Thivisol), presentandosi alla porta di Armand (Judi Dench), un’anziana signora, proprietaria di una piccola bottega e dell’appartamento soprastante.

L'insegna della Chocolaterie

Già all’apparenza nella donna e nella figlia si percepisce qualcosa di strano, qualcosa di “diverso”: indossano entrambe una mantellina rossa sulle spalle, colore che risalta e contrasta con il grigiore dell’atmosfera piatta e cupa, che si respira tra le mura cittadine, nei vicoli e nelle case dei popolani. Sì, Vianne non è lì per caso.
Nei giorni successivi la bottega riprende vita e, nonostante il calendario indichi che il periodo è di pieno digiuno quaresimale, la “Chocolaterie Maya” apre i battenti, per accogliere le anime irrequiete del paese, anime che inconsapevolmente hanno bisogno di aiuto, tra le quali spicca  Josephine (Lena Olin), moglie del titolare del bar del paese, Sèrge Muscat (Peter Stormare), che tutti credono malata di mente e cleptomane, ma che Vianne riesce a liberare dalla schiavitù imposta dalle tradizioni e da un marito che la malmena.

Non solo, anche la signora Armand, afflitta da problemi di salute, riesce, grazie alla cioccolateria e allo spirito della donna, che la gestisce, a ricostruire il rapporto col suo giovane nipote, la cui madre, Caroline Clairmont (Carrie-Anne Moss), fa di tutto per tenerlo al guinzaglio, vietandogli di andare in bicicletta, di giocare con gli altri ragazzini della sua età, soprattutto di avere a che fare con sua nonna, ritenendola una presenza poco affidabile e, data la personalità semplice e diretta, minacciosa per la tranquillità del figlio.
In tutto questo un ruolo cruciale è impersonato dal Sindaco del paese, il Conte De Reynaud (Alfred Molina), studioso di Storia, dal portamento impeccabile e austero, portatore di quei valori tradizionali, che ha inculcato anche ai suoi cittadini, su cui, durante tutta la durata del film, tenta con ogni mezzo a sua disposizione di mantenere il controllo, cercando l’appoggio del prete.

Egli, membro a sua volta della comunità solo da qualche settimana, sarà testimone neutrale di come tutti gli sforzi da parte del cupo e burbero Sindaco di schiacciare quel soffio di libertà che Vianne porta con sé nel suo Cioccolato, a cui, come se non bastasse, si aggiunge la vitalità di un gruppo di zingari, capitanati da Roux (Johnny Deep), si sgretolino giorno dopo giorno, finché anche il Conte stesso non si renderà conto di quanto sia dolce e leggera la vita senza quelle catene, quella “tranquillité” imposta, che costringono l’essere umano a reprimere la propria energia e la propria creatività.
Infine, la stessa Vianne, seppur incalzata dal Vento del Nord, che le parla di altri posti da visitare e di altre anime da soccorrere, sconfigge i propri demoni e decide di rimanere nel piccolo paese francese, insieme alla figlia Anouk e a Roux.

Consiglio caldamente la visione di questo film a chi non l’avesse ancora messo in conto. A una prima impressione potrebbe sembrare una commediola di poco conto. In realtà, Chocolat racchiude in sé un piccolo tesoro molto prezioso, vuole dirvi qualcosa e questo qualcosa è diverso a seconda degli occhi di chi lo guarda. Vi posso parlare di quello che ha comunicato a me, ovvero che tentare di sopprimere l’energia vitale di una qualsiasi creatura vivente, per tenerla sotto controllo e ancorata a dogmi, finte regole e comportamenti prestabiliti porterà solamente alla disfatta, alla sconfitta, qualsiasi siano le ragioni o le modalità, non importa.
Prima o poi per sopravvivere questa energia esploderà, dilaniando nel suo splendore ogni gabbia o catena che la tenga imprigionata, che sia la vita in un paese, la vita su un pianeta o nell’Universo stesso.
Basta poco per risvegliare una mente addormentata e questa mente addormentata, a sua volta, sarà d’esempio per altre menti addormentate, che, se ne hanno la Volontà, imboccheranno lo stesso percorso.
Chocolat contiene un messaggio molto importante: la vita è preziosa, non va sprecata. Il vostro talento è pronto a emergere in qualsiasi momento, sta a voi decidere quando, sta a voi decidere quando svegliarvi e assaggiare una “fetta di torta al cioccolato”, basta allungare una mano.

Buona visione!

Majka Rossi  (10/08/2016)

 

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