Cerumnos, il dio celtico cornuto: tra mitologia ed ecologia
L’antica tradizione di Cerumnos, il dio celtico che veniva adorato soprattutto nella Gallia settentrionale, nell’Italia del nord e nelle Britannia meridionale, affonda radici ancora più antiche. Gli studiosi, infatti, ritengono che si tratti di una divinità preceltica con connotazioni sciamaniche, adorata da tutte le popolazioni indoeuropee, sebbene sotto diverse forme. E’ interessante notare la sua somiglianza con il dio Pasupati, protettore degli animali, le cui prime raffigurazioni risalgono più o meno al 3000 a.C. nell’ambito della civiltà della valle dell’Indo. Pasupati è considerata la divinità antesignana di Shiva e presenta notevoli caratteristiche simili a Cerumnos, dimostrando lo stretto legame mitico-religioso che intercorre tra tutte le popolazioni di origine indo-europea.
Nel nostro continente la più antica immagine del dio Cerumnos è stata riscontrata tra le incisioni rupestri della Val Camonica, in Italia, che sarebbe stata eseguita nel IV secolo a.C., mentre la più conosciuta, quella che ha cioè contribuito maggiormente ad influenzare le rappresentazioni successive, fu trovata sul famoso “Calderone di Gundestrup” in Danimarca, incisa nel I secolo a.C. e testimonia il culto per la divinità con la testa di cervo anche fuori dall’area gallica. Il nome del dio è noto fin dall’antichità, come dimostra il “Pilastro dei barcaioli” (Pilier des nautes), un monumento attualmente conservato nel Musee Nationale du Moyen Age di Parigi, costruito da alcuni marinai galli intorno al I secolo d.C., sul quale erano raffigurate alcune divinità romane ed altre celtiche, tra cui Cerumnos. Questo importante manufatto fu ritrovato all’inizio del diciottesimo secolo nelle fondamenta della chiesa di Notre-Dame a Parigi, in pratica nel sito dell’antica Lutetia, il nucleo romano della metropoli francese e costituisce il primo riferimento storico accertato al nome del dio-cervo. Altre iscrizioni antiche relative al nome del dio sono state individuate, l’una in lingua latina e l’altra in lingua greca, nell’odierno Lussemburgo, dove un tempo soggiornava la tribù celtica dei Treveri. E’ necessario sottolineare, tuttavia, che la prima iscrizione individuata a Parigi, poc’anzi accennata, mancava della prima lettera e si poteva leggere “erumnos”. Non è stato difficile restituire al termine la prima lettera “c”, proprio per l’evidente raffigurazione di un dio con le corna e per il fatto che in gallico “carnon” o “cernon” vuol dire appunto corno, affine alla parola “carn” in gallese e bretone, con il significato anche di “capo” o “condottiero”. Tutte queste parole derivarono, a loro volta, dalla vecchia radice indoeuropea “Krno” (cfr. cornu in latino, horn in inglese).
Le raffigurazioni di Cerumnos sono abbastanza simili nell’intero ambiente celtico, anche se la sua caratteristica più famosa è rappresentata dalle sue corna di cervo. Di solito è immaginato come un uomo avanti con gli anni, adorno di un “torquis”, cioè un tipico collare diffuso dai Celti. come simbolo di nobiltà e di potere. Inoltre, per rimarcare la sua opulenza, è stato spesso raffigurato con una borsa piena di soldi, seduto e a gambe incrociate. Questa peculiare posizione è stata intesa da alcuni interpreti come segno di meditazione e di riflessione, mentre altri hanno giustamente evidenziato che si trattava della consueta posa dei Celti, quando si accingevano alla caccia. Non mancano raffigurazioni del dio come un giovane di bell’aspetto, virile e dai lineamenti quasi elfici. E Cerumnos era proprio il dio virile del coraggio, della fertilità e della caccia, invocato soprattutto per imporre il proprio dominio sulla natura. Il dio era nella maggioranza dei casi raffigurato in compagnia di un cervo, ma anche di altri animali, come un serpente con le corna di una ariete ed anche un toro, una cane o perfino un topo. Oltre al particolare legame con la natura, a Cerumnos si attribuiva una notevole importanza come “portatore” di ricchezza materiale, come ricorda in maniera inequivocabile la borsa piena di monete frequentemente associata alla sua figura, o l’incisione del cervo nell’atto di “vomitare monete” individuato nel territorio lussemburghese. Cerumnos era conosciuto anche come signore della danza e come custode delle foreste, che doveva proteggere con le sue possenti corna, come se incarnasse lo spirito della natura.
La divinità-cervo, tuttavia, aveva anche una funzione occulta ed esoterica, in quanto si credeva potesse essere in grado di mettere in comunicazione il mondo degli uomini con l’oltretomba, nonchè veniva chiamata in causa in molteplici rituali magici, soprattutto nell’ambito della spiritualità druidica. In epoca medioevale. l’immagine di Cerumnos si è confusa con quella del dio Pan, di classica memoria, fornendo altresì ottimi spunti per la rappresentazione iconografica del Satana della mitologia cristiana, così legato alla potenza dei beni materiali e prorompente di energia sessuale. Nella “Wicca”, la moderna religione neo-pagana, sviluppatasi in maniera ufficiale dalla metà del secolo scorso, il dio cornuto è diventato uno degli emblemi fondamentali per numerosi percorsi iniziatici, come la cosiddetta “Golden Dawn”, fondata su un sistema stregonesco presuntivamente sopravvissuto all’antica tradizione celtica e paneuropea. I seguaci di questa dottrina credono in un principio divino, uno maschile e l’altro femminile, il Dio e la Dea, la cui unione celebra il perpetuarsi del ciclo naturale in un eterno rinnovamento. Il protagonista maschile è appunto rappresentato, nella maggioranza dei casi, nelle sembianze del dio Cerumnos, con le corna che riprendono il significato antico di abbondanza e di fertilità. La stessa unione sacrale tra il principio maschile e quello femminile, che simboleggiava il ripetersi ininterrotto del ciclo naturale, è stata ripresa proprio dalle credenze celtiche riguardanti Cerumnos e la dea lunare Brigid, considerata la madre delle arti e degli dèi primoridali. Quest’ultima, come dea lunare, racchiudeva in sè le tre forme della donna vergine-amante-madre che, in area egizia e mediterranea, trovò la sua massima espressione nella grande Iside, capace di influenzare anche il culto successivo di molti secoli nei confronti della Madonna, madre di Gesù e proclamata perfino madre di Dio. L’unione tra la dea lunare Brigid ed il dio cornuto Cerumnos consentiva, per i Celti, al creato di rinascere ad ogni stagione primaverile ed al genere umano di riprodursi e prosperare, nonostante tutte le avversità e le difficoltà dell’esistenza. In alcuni gruppi “Wicca”, il principio maschile evocante Cerumnos è anche evidenziato con un fallo eretto, ma si tratta di una ricostruzione postuma e sincretica, in quanto risente della confusione medioevale della divinità celtica Cerumnos con quella classica di Pan, a cui abbiamo già accennato. Nei reperti antichi attualmente a disposizione della comunità scientifica, infatti, non vi è traccia di una simile usanza presso le tribù celtiche.
Con una terminologia moderna, potremmo dire che Cerumnos sia “una divinità ecologica”, in quanto il suo scopo principale era quello di difendere la natura e di ricordare all’uomo che non deve esagerare nell’utilizzo delle risorse a disposizione. Per questo, il dio cornuto è stato inserito in molti racconti “fantasy” moderni ed in alcune serie tv, di frequente poco preoccupate della precisione nelle ricostruzioni storiche, ma con un certo intento didascalico nel ricordare al genere umano che non deve comportarsi come il “cancro del pianeta”, ma come saggio amministratore delle ricchezze naturali.
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