ARCHETIPI
La danza della vita
“Ciò che si percepisce dipende dall’archetipo cui si è intonati”
Elémire Zolla
LA TAVOLA DI SMERALDO
«È vero senza menzogna, certo e verissimo.
Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della cosa una. E poiché tutte le cose sono e provengono da una, per la mediazione di una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica mediante adattamento. Il Sole è suo padre, la Luna è sua madre, il Vento l’ha portata nel suo grembo, la Terra è la sua nutrice. Il padre di tutto, il fine di tutto il mondo è qui. La sua forza o potenza è intera se essa è convertita in terra. Separerai la Terra dal Fuoco, il sottile dallo spesso dolcemente e con grande industria. Sale dalla Terra al Cielo e nuovamente discende in Terra e riceve la forza delle cose superiori e inferiori. Con questo mezzo avrai la gloria di tutto il mondo e per mezzo di ciò l’oscurità fuggirà da te. È la forza forte di ogni forza: perché vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa solida. Così è stato creato il mondo. Da ciò saranno e deriveranno meravigliosi adattamenti, il cui metodo è qui. È perciò che sono stato chiamato Ermete Trismegisto, avendo le tre parti della filosofia di tutto il mondo.
Ciò che ho detto dell’operazione del Sole è compiuto e terminato ».
PRESENTAZIONE
“Per me esiste solo il cammino lungo sentieri che hanno un cuore, lungo qualsiasi sentiero che abbia un cuore. Lungo questo io cammino e la sola prova che conta è attraversarlo in tutta la sua lunghezza”. (Castaneda)
E qui io cammino guardando, guardando senza fiato.
La conoscenza degli Archetipi è il patrimonio che i popoli antichi ci hanno lasciato in eredità. Conoscenza sapienziale, alla quale i grandi dell’umanità sono sempre rimasti fedeli. Nell’antichità gli Archetipi erano conosciuti ed usati, su di essi furono costruiti i primi linguaggi ed alfabeti. Socrate e Platone li definiscono i mattoni dell’universo, erano in grado di usarli ottenendo così una comprensione profonda dei fatti della vita. Gli archetipi sono funzioni basilari della realtà, ogni cosa esistente in natura è caratterizzata dalla presenza della funzione da cui si origina e attorno a cui si struttura. La funzione è propriamente la modalità attraverso cui un’energia si manifesta. Le cose (una particella, una molecola, un essere vivente) si presentano con quelle determinate caratteristiche proprio perché concretizzate e rese operanti dalla funzione che le informa.
Il mondo degli Archetipi è presente in ciascuno di noi, nel nostro inconscio, nella natura che ci circonda, tra le pieghe della nostra cultura d’appartenenza, nel nostro stesso pensare ed agire, esso si esprime attraverso l’immenso patrimonio di simboli ed immagini che ogni giorno incontriamo dentro e fuori di noi. Conoscere tale patrimonio significa incamminarsi sempre più in un percorso di consapevolezza di se stessi e del mondo. Questo lavoro presenta e propone un percorso di consapevolezza per Archetipi. Qui per archetipi si intendono le lettere degli alfabeti. Fondamentalmente l’alfabeto ebraico che, insieme al sanscrito, sono i due alfabeti ancora oggi conduttori di energie, di sostanze. Ebraico e sanscrito sono “simboli viventi”. Simbolo è termine, dal greco symbàllò “metto insieme”, designante in origine le due metà di un oggetto che, spezzato, può essere ricomposto avvicinandole: in tal modo ogni metà diviene un segno di riconoscimento. Simbolo, rinvia ad una realtà, ad un oggetto la cui esistenza‐presenza, nel nostro pensiero e nella nostra realtà, è anticipata da quella metà che abbiamo già davanti, ossia il segno grafico‐fonetico del simbolo. “Due sono le forme che può rivestire la scrittura quando fissa mediante segni grafici il pensiero dell’uomo: quella ‘pittografica’ e quella ‘fonetica’ o ‘alfabetica’. Nella scrittura ideografica ogni concetto è rappresentato mediante un’immagine pittorica, da cui si ricava l’idea della cosa che il disegno rappresenta. Nella scrittura alfabetica, invece, il segno lineare fonetico rappresenta il suono che deve avere la parola stessa: il vero simbolo dell’idea, del pensiero, è il suono” (Mario Pincherle, Archetipi, Macroedizioni).
Il simbolo conduce concretezza: l’energia corpuscolare, quella materia che i nostri sensi colgono. Il simbolo conduce anche quella parte di realtà che non cade sotto i cinque sensi ma che è altrettanto vera e concreta e che noi cogliamo con l’intuizione e la percezione. Recettori che vanno oltre i cinque sensi, che indagano la nostra parte analogica, ci permettono di giungere a fare esperienza e a conoscere, di noi stessi e del mondo, ciò che esiste come energia vibrazionale: il pensiero, la forza dell’emozione, i sentimenti, la nostra Anima. Percorrere gli alfabeti è ritorno alla Sorgente, è ritrovare noi stessi oltre l’apparenza della materia e del quotidiano, entrare in quegli stati di noi in cui sempre siamo come Anime del cosmo.
Sperimentare e diventare consapevoli che ogni istante Siamo Uno. Nel nostro qui e ora siamo questo corpo e questa psiche e siamo altre dimensioni, stiamo esistendo in mondi altri, oltre. Non in un prima e dopo che separa in segmenti di tempo e spazio la storia dell’Anima che siamo ma in un adesso che attraversa, contemporaneamente, più mondi, più universi, più Nomi, più stati e campi di coscienza. Ecco l’Uno, il Tutto, l’Abbondanza e vastità dell’universo che si riversa nel nostro oggi. Perché con gli Archetipi eleviamo la coscienza di noi stessi, siamo consapevoli di essere i creatori della nostra realtà e che lo siamo da Creatori ovvero con l’identità di un Dio, Padre amorevole della Sua creazione. Perché negli Archetipi attiviamo i ganci, le connessioni, gli enzimi, i catalizzatori, giungiamo al Portale che, attraversato, rende visibili e toccabili le grandi energie dell’universo. Entriamo nell’inconscio.
In questo percorso si sperimenta, si lavora con le mani, con il corpo, con la vita, non solo con il pensiero. Si ripercorrono i segni, si entra nelle geometrie sacre che stanno all’origine dei segni. I percorsi dei segni sono percorsi del pensiero, mettono in connessione ed attivano la forza dell’essere‐simbolo che sta nel segno.
Segni‐simboli conduttori di energie, portali verso le sostanze, verso i mondi che stanno racchiusi dentro di noi e aspettano solo che noi ci rendiamo conto, accettiamo che da sempre, stiamo vivendo in essi. Segni‐simboli che ci affrancano dalla riduttività del solo pensiero razionale, concettuale e dicotomico, per aprirci al pensiero olistico, frattalico in cui, da sempre, la nostra Anima vive.
Si tratta, in questo laboratorio, di fare prima che di conoscere.
Andiamo alle Tavole degli alfabeti e con semplicità, con umiltà, come fanno i bambini, riproduciamo nelle Tavole vuote i simboli. Soffermiamoci, attardiamoci a riprodurli con amore, con curiosità, pazienza; stiamo ripercorrendo i nostri percorsi mentali, stiamo ritrovando pezzi della nostra storia, ci stiamo ricongiungendo ad altri mondi in cui stiamo vivendo. Altre civiltà, altre nostre esistenze, altri popoli, altre nostre esperienze, altre persone, altri amori.
Déjà vu, ritroviamo noi stessi amplificati, rinnovati, rinnoviamo il passato rielaborando il futuro. Attiriamo il futuro. Riproduciamo i segni delle Tavole, coloriamoli con il colore corrispondente, pronunciamo i suoni delle note. Ecco che cogliamo le vibrazioni in cui da sempre siamo. Attiviamo i codici da secoli criptati dentro di noi, in quelle parti del DNA addormentate che contengono la vastità della nostra coscienza e le nostre potenzialità.
Soffermiamoci soprattutto sull’alfabeto ebraico, sintesi della nostra storia. Poi usciamo da questa storia, verso altri vissuti e altri segni che siamo. Il secondo passo sarà leggere la funzione di questo lavoro: conoscere la funzione degli Archetipi, e il loro essere funzione nel processo di creazione della nostra esistenza. Perché questa è la presa di coscienza: cogliere la realtà e le energie nella loro funzione, prima che nel loro significato. La funzione è dinamica, è la modalità in cui le energie si danno nella creazione.
Il significato ne è solo un’interpretazione che oggi può essere importante ma che non ci deve frenare, non ci deve ingabbiare, noi possiamo darci sempre nuove creazioni e nuovi significati. Il mondo è sempre nuovo da sperimentare, da conoscere e, attraverso esso, conoscerci.
L’autrice nella sua ricerca si è rivolta non solo ai segni ma anche ai significati delle lettere. In questo libro, dopo ogni Tavola, c’è una spiegazione della lettera stessa. Ogni significato aggiunto al semplice segno è già sovrastruttura perciò “mente”. I segni stessi sono già un rappresentazione del verbo, ma ne sono anche l’espressione in uno spazio‐tempo perciò siamo ancora nell’ambito del momento creante. I significati li possiamo conoscere ma rischiano di spostarci in un contesto intellettivo e non permetterci l’esperienza della forza della funzione. Per questo sono ricondotti ad un presenza sobria e sintetica. L’obiettivo fondamentale di questo libro resta farci avvicinare personalmente ai segni e alle dinamiche della Forza. Importante è che l’archetipo risuoni nella nostra personale esperienza.
Le funzioni, ovvero i verbi, qui sono citati al presente indicativo singolare. La realtà è sempre un fatto di soggetti, persone, esseri, elementi, ecc. È sempre una identità o una collettività che agisce. Quando un soggetto si riferisce ad un “tu” o ad un “egli” sta già compiendo un processo mentale. L’unica realtà, e anche questa è relativa, è quella di chi crea la propria realtà attivando l’osservatore.
Lavorando su queste semplici osservazioni gli archetipi ci conducono all’essenziale, a sollevare il velo. Raggiungere lo spazio in noi in cui le energie di creazione scorrono libere e noi, dalla consapevolezza, le possiamo attivare e usare. È certo che gli archetipi sperimentati nella loro forza originaria e nel loro valore, ci conducono a creazioni sempre più in sintonia tra individuale e collettivo per il bene di ciascuno e di tutti.
da: Archetipi, la danza della vita
autrice Francesca Salvador, ed. Youcanprint
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