PREMESSA
In questo Articolo ho voluto unire, l’Allegoria dei dodici segni zodiacali, contenuta nel libro “Zodiaco, linguaggio dimenticato” di Maria Grazia Albanese (Edizioni Mediterranee, 1990) e la visione Archetipica de “La missione dei dodici eroi” di Rita Casati.
Poiché ho trovato interessante la comparazione dei dodici segni zodiacali al concetto di “Viaggio dell’Eroe”, subito sotto ogni parte dell’Allegoria, metterò la versione Archetipica, compresi inizio e conclusione (per facilitarne l’eventuale distinzione varierò di poco il colore).
Non mi resta che augurarvi una buona lettura, analisi, comparazione, riflessione e soprattutto introspezione!
ALLEGORIA DEI DODICI SEGNI ZODIACALI // LA MISSIONE DEGLI EROI
E un mattino Dio chiamo a sé i suoi dodici figli e in ognuno di essi cosparse il seme della vita umana.
Uno dopo l’altro fecero un passo in avanti per ricevere il dono che era stato loro riservato…
Al nascere di un nuovo giorno Dio radunò i suoi dodici figli. Quando tutti furono intorno a lui, incominciò dicendo: “Figli amati, Eroi della Vita, vi ho qui riuniti per affidare a ciascuno di voi un’importante missione. Affinché in ogni angolo della terra si realizzi il mio Piano e possa essere celebrata la mia e la vostra gloria, ho nascosto nei vostri cuori una Scintilla Divina.
Sappiate che ognuno di voi ha la possibilità di scoprire questo tesoro di luce e di assaporare l’immensa gioia che racchiude perché, quando l’avrete trovato, comprenderete che io sono voi e voi siete in me. Ma, affinché ciò sia possibile, dovrete compiere un viaggio sulla terra e svolgere la missione che vi ho assegnato. Ognuno di voi ha un suo particolare compito, differente da quello degli altri, ma l’insieme dei vostri compiti rappresenta la totalità della mia Ida, le varie tappe del mio Piano sulla Terra.
Per compiere la vostra missione vi darò dei talenti che sarete liberi di utilizzare e mettere a frutto, ma vi darò anche degli ostacoli che, da Eroi quali siete, dovrete affrontare e superare. Il vostro viaggio sarà avventuroso, vi farà conoscere la gioia e il dolore, ma lungo il cammino non dimenticatevi di me. Sappiate che quando vi sentirete smarriti e sconfitti io sarò più che mai vicino a voi. Se in quei momenti penserete alla Scintilla che è in fondo ai vostri cuori e mi chiamerete, io vi risponderò. Allora il vostro viaggio da faticoso e travagliato diventerà una danza”.
I dodici eroi ascoltarono con grande attenzione le parole del Padre, consapevoli dell’importanza della missione che stava per essere loro affidata. E così con il cuore ardente di aspirazione, ad uno ad uno, si avvicinarono a Lui per ricevere le istruzioni sul viaggio da compiere…
«A te, ARIETE, io do il mio seme per primo, affinché tu abbia l’onore di deporlo in terra. Per ogni seme che pianterai ne raccoglierai a migliaia. Sarai il primo a penetrare nel terreno della mente umana con il Mio Pensiero, ma non è di tua competenza mantenerlo, né porti alcuna domanda in merito. La tua vita consiste nell’azione e l’unico tuo compito è di cominciare a rendere gli uomini coscienti della Mia Creazione. Per la buona riuscita della tua missione ti regalo la Stima di Te Stesso».
Tranquillo, l’Ariete tornò al proprio posto.
“…a te Ariete affido il compito di dare inizio alla mia opera.
Imparerai ad usare il tuo fuoco interiore per far nascere cose nuove. Fa che queste riflettano il mio piano, e non i tuoi desideri personali.Il tuo è un compito arduo e rischioso per affrontarlo ti dono i talenti del coraggio, della fiducia e dell’iniziativa. Coltivali ed usali con discriminazione e gentilezza. Non permettere che impazienza, avventatezza e prepotenza diventino ostacoli da accecare la tua mente”.
Con occhi sprizzanti d’energia, Ariete ritornò al suo posto.
«A te, TORO, io do il potere di far fruttificare il seme. Il tuo lavoro è della massima importanza; richiede tutta la tua pazienza perché dovrai portare a termine ciò che è stato intrapreso, altrimenti vedrai i semi portati via dal vento. Non dovrai dubitare, né cambiare parere lungo il cammino, né dipendere dagli altri per il lavoro che ti assegno. Per questo Io ti dono la Forza. Usala con saggezza».
E il Toro tornò al proprio posto.
“…a te Toro, do il compito di costruire e consolidare ciò che della mia opera è stato iniziato.
Renderai stabile e prosperoso tutto ciò che ho creato per l’uomo e gli insegnerai a creare per me. Sarà un compito pesante e faticoso, ma perché tu lo possa risolvere ti dono i talenti della forza, dell’abbondanza e della pazienza. Usali con amore e generosità e non permettere che il tuo cuore diventi schiavo del desiderio. Ricorda che dovrai costruire per me, e non per il piacere di possedere. Il desiderio e l’attaccamento alle cose materiali saranno gli ostacoli che dovrai superare lungo il tuo viaggio”.
E Toro, lentamente, ritornò al suo posto.
«A te, GEMELLI, io do le domande senza risposta in modo che tu possa regalare agli uomini la comprensione reciproca. Tu non saprai mai perché loro parlino ed ascoltino, ma nella tua ricerca della risposta troverai il mio regalo: la Conoscenza».
E il Gemelli tornò al proprio posto.
“…a te Gemelli, do il compito di comunicare in cosa consiste il mio piano.
Dovrai raccontare all’uomo le meraviglie del creato, la grandezza della vita e la sacralità del viaggio. Sia però l’amore a ispirare le tue parole e fa attenzione che la frenesia della tua mente non renda sordo il tuo cuore. Affinché tu possa adempiere il tuo compito ti dono i talenti della socievolezza, dell’agilità mentale e della voglia di conoscere. Non dimenticare che l’ambivalenza, il desiderio di manipolare gli altri e la superficialità potranno diventare grossi ostacoli lungo il tuo cammino”.
E Gemelli, rapidamente, ritornò al suo posto.
«A te, CANCRO, io affido il compito di insegnare le emozioni agli uomini. Ti chiedo di provocare il loro riso ed il loro pianto, affinché la loro vita ed i loro pensieri creino nel loro profondo la pienezza. Per questo ti regalo la Famiglia, perché la tua pienezza possa renderla prospera».
E il Cancro tornò al proprio posto.
“…a te Cancro, do il compito di esprimere sentimenti ed emozioni.
Dovrai amare ogni creatura della Terra e insegnare all’uomo a farlo. Ricorda che il tuo amore dovrà essere rivolto all’intera umanità, e non solo alla tua famiglia. Perché tu possa svolgere il tuo compito, ti dono i talenti della ricettività, della sensibilità e dell’empatia. Usali con saggezza, senza farti sommergere dalle tue e dalle altrui emozioni, senza subire e infliggere ricatti affettivi. Gli ostacoli che dovrai superare saranno perciò gli attaccamenti, l’insicurezza e la paura dell’abbandono”.
Con espressione dolce, Cancro, ritornò al suo posto.
«A te, LEONE, io do il compito di mostrare agli occhi del mondo lo splendore della Mia Creazione. Devi però diffidare dell’orgoglio e sempre ricordare che si tratta della Mia Creazione, non della tua. Se lo dimenticherai, gli uomini ti disprezzeranno. Troverai grandi gioie nella missione che ti affido se la compirai alla perfezione. Per questo devi possedere il dono dell’Onore».
E il Leone tornò al proprio posto.
“…a te Leone do il compito di manifestare la magnificenza del creato.
Dovrai percepire la grandezza della mia opera e mostrare agli uomini il suo splendore perchè questi, ammirandola, possano ritrovare Me. Il tuo è un grande compito. Affinché tu lo possa svolgere, ti dono i talenti del potere, della generosità e della sicurezza. Usali con distacco, senza dimenticare che stai celebrando la mia gloria e non la tua. Non permettere mai che gli ostacoli della presunzione, dell’orgoglio e dell’arroganza ti impediscano di udire la mia voce e di scoprire la scintilla divina che ho riposto nel tuo cuore”.
E Leone, con incedere regale, ritornò al suo posto.
«A te, VERGINE, io chiedo di giudicare ciò che l’uomo ha fatto della Mia Creazione. Devi esaminare il suo comportamento con molta attenzione e ricordargli i suoi errori affinché, tramite te, sia compiuta la Mia Creazione. Per questo io ti do la Purezza di Spirito».
E la Vergine tornò al proprio posto.
“…a te Vergine, affido il compito di prestare cura e attenzione alla mia creazione.
Osservala, analizzala in ogni sua parte e custodiscila con amore, difendendo la sostanza spirituale che in essa si nasconde. Impara anche a non perderti in ciò che è parziale dimenticandoti di ciò che è intero. Affinché tu possa adempiere il tuo compito, ti dono i talenti dell’attenzione, dell’accudimento e dell’efficienza. Non permettere però che pignoleria, ossessività e ipercriticismo diventino ostacoli così grandi da inaridire il tuo cuore e la tua anima”
E Vergine, con discrezione, ritornò al suo posto.
«A te, BILANCIA, io affido la missione di servire, affinché l’uomo sia attento ai propri doveri verso gli altri. Lui deve imparare tanto a cooperare quanto a riflettere sull’altro lato delle proprie azioni. Io ti porrò ovunque regna la discordia. Per aiutarti nei tuoi sforzi, io ti regalo l’Amore».
E la Bilancia tornò al proprio posto.
“… a te Bilancia, affido il compito di valutare e scegliere ciò che è utile alla realizzazione del mio piano.
Dovrai valutare ciò che serve e ciò che non serve e, infine, scegliere ciò che è utile far continuare. E’ un compito difficile e delicato, ma affinché tu lo possa assolvere ti dono i talenti dell’equilibrio, della lucidità di giudizio e del senso della bellezza. Usali con saggezza, senza farti lacerare dal mare di dubbi senza fine. Ricorda che indecisione, compromesso e accondiscendenza saranno gli ostacoli che incontrerai lungo il tuo cammino”.
E Bilancia, con rara grazia, ritornò al suo posto.
«A te, SCORPIONE, io do un compito molto difficile. Tu avrai la capacità di conoscere l’anima umana, ma non ti permetto di parlare di ciò che imparerai. Sarai spesso triste nel vedere come sono realmente le cose e ciò che ti distoglierà da Me e ti farà dimenticare che non sono io la causa del tuo dolore ma la perversione del Mio Pensiero. Penetrerai l’anima umana così bene che finirai col vedere l’uomo come una bestia e nel tuo intimo lotterai così ferocemente contro questa bestialità che ti smarrirai. Ma quando tornerai da Me, Scorpione, serberò per te il dono supremo della Determinazione».
E lo Scorpione tornò al proprio posto.
“…a te Scorpione, affido il compito di purificare ed eliminare gli ostacoli.
Dovrai rimuovere e far morire tutto ciò che impedisce la realizzazione del mio piano, affinché sia dato spazio a tutto ciò che è puro e nobile. Così comincerai da te stesso: imparerai a morire e rinascere dalle tue ceneri; poi insegnerai all’uomo a fare altrettanto. Affinché tu possa assolvere il tuo compito, ti dono i talenti della volontà, dell’intuizione e della rinascita. Usali con amore e non dimenticare che intolleranza, eccessivo individualismo e passioni incontrollate saranno grandi ostacoli lungo il tuo viaggio”.
Con aria di mistero, Scorpione, e ritornò al suo posto.
«SAGITTARIO, io ti chiedo di far ridere gli uomini perché la loro incomprensione del Mio Pensiero li rende amari. Grazie al riso, tu dovrai dar loro la speranza che li riporterà verso di Me. In questo modo tu toccherai numerosissime anime, pur solo per un istante, e ogni volta tu conoscerai l’inquietudine. A te, Sagittario, regalo l’Abbondanza infinita che potrai spargere fin negli angoli più bui per portarci la luce».
E il Sagittario tornò al proprio posto.
“…a te Sagittario, do il compito di far avanzare la mia opera nella giusta direzione.
Dovrai concentrare la tua energia e dirigerla verso di me affinché io possa ispirare ogni tua azione. Ricorda che per udire la mia voce non sarà necessario esplorare tutte le strade della Terra, ti basterà soltanto seguire quella del cuore. Affinché tu possa assolvere il tuo compito, ti dono i talenti dell’entusiasmo, della verità e della conoscenza. Usali con discernimento, unendo mente e cuore. Non permettere che ingenuità e falsi ideali diventino ostacoli così grandi da allontanarti dalla tua meta”.
Con sguardo ispirato, Sagittario, ritornò al suo posto.
«Da te, CAPRICORNO, io aspetto il sudore della tua fronte, perché dovrai insegnare agli uomini a lavorare. Il tuo compito non è facile perché sentirai pesare sulle tue spalle la fatica dell’uomo. Affinché tu possa sopportarne il fardello, io ripongo tra le tue mani la Responsabilità dell’uomo».
E il Capricorno tornò al proprio posto.
“…a te Capricorno, do il compito di essere e affermare la mia idea.
Dovrai imparare a liberarti da tutto ciò che non sei. Solo quando avrai capito di essere Anima, potrai affermare te stesso e il mio piano. Di certo, il tuo compito è duro e faticoso, ma affinché tu lo possa adempiere ti dono i talenti della disciplina, della tenacia e del distacco. Nel metterli a frutto presta attenzione che il peso della tua mente non schiacci il tuo cuore, perché allora l’ambizione, la durezza e il pessimismo renderanno il tuo viaggio aspro e faticoso”.
Con aria grave, Capricorno, ritornò al suo posto.
«A te, ACQUARIO, io do il concetto del futuro perché l’uomo possa oltrepassare i propri limiti. Tu conoscerai il dolore della solitudine perché non ti autorizzo a personalizzare il Mio Amore. Ma per aprire gli occhi dell’uomo ad altre prospettive, io ti regalo la Libertà. Essa ti permetterà di continuare a servire l’umanità ogniqualvolta sarà necessario».
E l’Acquario tornò al proprio posto.
“…a te Acquario, do il compito di cooperare con tutte le creature della Terra, per costruire insieme la Nuova Era. Dovrai imparare a sentirti fratello di tutti i regni della natura e versare nel cuore dell’uomo l’acqua della vera Vita. Il tuo compito richiede amore e disponibilità, perciò, affinché tu lo possa assolvere, ti offro i talenti dell’amicizia, della tolleranza e del servizio. Coltivali e sii consapevole dell’importanza del compito che ti ho dato, ma sappi che disimpegno, opportunismo e insensibilità saranno ostacoli non facili da superare”.
E Acquario, con sguardo rivolto al futuro, ritornò al suo posto.
«A te, PESCI, io do il compito più difficile di tutti. Ti chiedo di prendere su di te ogni pena dell’uomo e di consegnarmela. Le tue lacrime dovranno diventare le Mie. La tristezza che tu assorbirai è il risultato della incomprensione dell’uomo verso il Mio Pensiero, ma dovrai usargli compassione affinché lui provi di nuovo. Per questo compito difficile, io ti regalo il dono più bello. Sarai l’unico Mio figlio a Comprendermi. Ma questo dono della comprensione è riservato a te solo, Pesci, perché se tu provassi a parteciparlo all’uomo, non vorrebbe ascoltarti».
E il Pesci tornò al proprio posto.
“… a te Pesci, affido il compito di concludere il viaggio sulla Terra.
Dovrai raccogliere tutto ciò che hai fatto nella vita e portarlo a me affinché io possa dissolverlo nell’oceano dello spirito. Imparerai così a morire di te stesso e a liberare la Scintilla Divina che ho nascosto nel tuo cuore. Ma dovrai anche insegnare agli uomini a fare altrettanto e per questo dovrai saper raccogliere il loro dolore e le loro lacrime. Di certo, il tuo, è il compito più difficile, ma affinché tu lo possa assolvere ti dono i talenti della salvezza, della fusione mistica e della compassione. Mettili a frutto tenendo sempre ben presente il compito che ti ho dato. Ricorda che autocommiserazione, confusione e paura saranno gli ostacoli che metteranno a dura prova la riuscita del viaggio”.
E Pesci, con passo lieve, tornò al suo posto.
Allora Dio disse: «Ognuno di voi possiede una parte del Mio Pensiero. Non dovrete sbagliare nella sua interpretazione né desiderare il dono dei vostri fratelli. Ognuno di voi è perfetto, ma lo saprete solo quando sarete Uno. Allora sarà rivelato ad ognuno di voi il Mio Pensiero nella sua completezza». Una volta lasciato a sé stesso, ogni figlio decise di mettere a buon frutto il dono ricevuto, ma nessuno dei dodici capì né il proprio dovere, né il proprio dono. Quando molto imbarazzati tornarono da Dio, questi disse loro: «Credete tutti che il dono dell’altro sia più prezioso del vostro. Vi permetto dunque di scambiarli». E per un istante ogni figlio conobbe l’estasi prospettando tutte le possibilità della sua nuova missione. Ma Dio sorrise e disse: «Tornerete da Me parecchie volte per chiedermi di liberarvi dalla vostra missione e ogni volta esaudirò il vostro desiderio. Voi attraverserete un gran numero di incarnazioni prima di compiere la missione iniziale prescritta da Me ad ognuno di voi. Vi concedo un tempo infinito per assolverla, ma potrete stare con Me solo quando ciò sarà compiuto».
Poi, rivolgendosi a tutti quanti, Dio disse: “Ciascuno di voi ha avuto per compito una parte del mio Piano. Non ingannatevi pensando che la vostra parte ne rappresenti la totalità. Solo quando troverete la Scintilla Divina, il tesoro di luce che ho nascosto nei vostri cuori, capirete che i Dodici sono Uno e che ognuno di voi è integro e perfetto. Solo in quel momento il mio Piano vi si svelerà in tutta la sua interezza e il suo splendore”.
E così, ricevuta la loro missione, i dodici Eroi si congedarono dal Padre e iniziarono il loro compito sviluppando talenti e affrontando ostacoli. Ma nessuno di loro comprese a fondo il significato della propria missione. Stanchi e confusi ritornarono ancora dal Padre, che disse loro: “Ciascuno di voi si sente perso perché pensa che il compito dell’altro sia più importante, che abbia talenti migliori e ostacoli più facili. Lascio allora che vi scambiate compiti, talenti e ostacoli”.
Udendo quelle parole i dodici Eroi si rallegrarono vivamente. E dio proseguì dicendo: “Tornerete da me molte volte, ed ogni volta mi chiederete che vi liberi dal vostro compito. Non temete, ogni volta asseconderò i vostri desideri. Sappiate, però, che dovrete compiere molti viaggi prima di realizzare a pieno il vostro compito e poter trovare il vostro tesoro. Per fare questo vi do tempo illimitato, ma solo quando la vostra missione sarà completamente assolta potrete stare insieme a me”.
I Dodici Eroi fecero innumerevoli viaggi, e per innumerevoli volte si scambiarono compiti, talenti e ostacoli. Alla fine, dopo molto e molto tempo, scoprirono nei loro cuori il tesoro della Scintilla Divina e da quel momento, come per magia, il loro viaggio cessò di essere travagliato e faticoso. E incominciò la loro danza.
Da quel giorno, in molti si sono chiesti come fosse la loro danza, ma questa è un’altra storia ancora.
Fonti: sopra citate
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