L’agopuntura è un atto medico. L’agopuntura, al pari di altre terapie quali omeopatia, l’omotossicologia, la fitoterapia ed altre terapie analoghe, è annoverata tra le pratiche terapeutiche non convenzionali, che richiedono la specifica conoscenza della scienza medica e che realizzano un attività sanitaria consistente, cioè, in una diagnosi di un’alterazione organica o di un disturbo funzionale del corpo o della mente e nell’individuazione dei rimedi e nella somministrazione degli stessi da parte dello stesso medico o da personale paramedico sotto il controllo del medico.
Lo ha stabilito la Cassazione, con la sentenza n° 22528 del 21 maggio 2003, precisando che colui che esercita l’agopuntura, senza aver conseguito la laurea in medicina, commette il reato di esercizio abusivo della professione medica di cui all’art. 348 del codice penale.
L’agopuntura secondo la Suprema Corte è una terapia invasiva che, oltre all’effetto tipico ipnotico ed anestetico che essa provoca sul paziente, è esposta a tutti i rischi collegati ad intervento di tale natura, quali quelli di lesioni gravi causate da invasioni in parti non appropriate del corpo umano, senza contare il rischio di infezioni per uso di utensili non sterilizzati nel rispetto degli standard attualmente previsti e periodicamente verificati dai servizi sanitari.
L’agopuntura è nata in Cina alcuni millenni avanti Cristo. Costituisce l’unica arte medica che ha mantenuto inalterati i suoi principi di fondo fino ai giorni nostri. Essa è una medicina che si fonda, come molte medicine orientali, su concezioni di tipo energetico del Taoismo tradizionale che vedono la vita del mondo e dell’uomo regolate dai principi contrapposti dello YIN e dello YANG (bene e male). La leggenda narra che l’origine di questa medicina empirica nasca dalla miracolosa guarigione di un guerriero che, afflitto da un forte dolore sciatico, venne colpito dal nemico in un altro punto del corpo, e il vecchio dolore come per miracolo scomparve. Da lì iniziò questa medicina empirica, basata cioè sull’esperienza e sulla sua successiva sistematizzazione, dove aghi, erbe, massaggio, meditazione, dieta, furono sempre più impostati nell’intento di mantenere il corpo e la mente in equilibrio.
L’agopuntura consiste nell’introduzione di aghi di lunghezza, diametro, forma della punta e materiali diversi, in punti specifici del corpo, chiamati appunto punti di agopuntura, I vari punti di agopuntura si trovano sui 12 meridiani. In base ai disturbi riferiti dal paziente il medico agopuntore sceglie i punti piu adatti. In Italia, l’agopuntura è praticata da medici laureati e “specializzati” in questa tecnica.
L’agopuntura è praticata in Cina ed in tutto il mondo asiatico come medicina spesso di prima scelta ed oggi, in varie aree del mondo occidentale, è considerata pratica efficace nella terapia antalgica, disfunzionale (Krastins A. et al., 1998; Vickers A., 2000 ) ed in altre condizioni di difficile trattamento per la medicina scientifica (Cardini F. et al., 1998; Chan K., 1995).
Milioni di persone nel mondo occidentale (USA, Europa, Canada, Australia, ecc.) si sottopongono regolarmente a trattamenti agopunturali, con tassi di risposta complessivamente soddisfacenti in tutta una serie di disturbi algici e disfunzionali dell’apparato osteoarticolare, del sistema nervoso, del tubo digerente, di natura allergologica, etc. (N.I.H., 1997; FONOMeCo, 1999; N.I.H., 1996).
La prima domanda che un medico che pratica l’agopuntura si sente rivolgere è: a cosa serve l’agopuntura? Il medico può anche spiegare su cosa si basa questa terapia, può dire al suo paziente, per esempio, che essa intende ristabilire un equilibrio nel corpo umano, stimolando o potenziando le difese dell’organismo e guarendo così le malattie. Ma in realtà il paziente molto spesso salta questa risposta e pone un’altra domanda, quella che in definitiva più lo interessa: Per quali malattie è utile l’agopuntura e a quali risultati può portare?
Oggi in occidente non è più necessario, dopo recenti ricerche in Istituti Universitari e ospedalieri, ricorrere alla teoria tradizionale cinese per spiegare il meccanismo di funzionamento dell’agopuntura. Si può dire, molto semplicemente, che essa determina una stimolazione di tipo elettrico e chimico di certe fibre nervose, le quali, nella terapia del dolore, intervengono sulle sensazioni dolorose diminuendole o facendole scomparire.
Nella terapia medica, queste fibre stimolate agiscono attraverso il sistema nervoso periferico e centrale, intervenendo sui centri nervosi che dirigono le funzioni dei vari organi e di molte ghiandole, stimolando inoltre i centri preposti alle difese organiche. Sulla base di queste nuove conoscenze, l’agopuntura cessa perciò di essere una medicina alternativa.
Al contrario, proprio queste ricerche hanno dimostrato come l’agopuntura, pur essendo efficace in molti casi già da sola nella terapia del dolore in genere e nella maggior parte delle malattie funzionali, possa essere affiancata, sostenuta e integrata dalle altre terapie mediche ufficiali, potenziandone o migliorandone gli effetti curativi.
Sarà bene chiarire anzitutto il significato della parola dolore. Dispiacerà al paziente, come è comprensibile, sapere che non sempre il dolore va considerato di per sé come una malattia da cui liberarsi immediatamente. Talvolta capita che il dolore sia l’unica manifestazione di una malattia che non ha altre complicazioni ed effetti, ma molto più spesso è soltanto il sintomo di un malanno che può avere conseguenze più gravi del dolore stesso.
Sarà bene in tal caso avere un po’ di pazienza prima di richiedere l’intervento dell’agopuntore. Sarà per prima cosa necessario individuare le cause reali della malattia: in caso contrario l’agopuntura potrebbe addirittura diventare dannosa perché, mascherando il sintomo più vistoso, permetterebbe un rischioso progredire della malattia.
Risulta così evidente la necessità che a praticare l’agopuntura sia un medico (il solo qualificato) e non un mestierante che, anche se perfettamente a conoscenza di tutti i punti dell’agopuntura e delle loro indicazioni terapeutiche, non sarebbe comunque in grado di affrontare un complesso quadro clinico che in realtà gli è sconosciuto.
Lo studio dei ricercatori dell’Università di York e della Hull York Medical School, pubblicato su Brain Research, indica che l’agopuntura ha effetti significativi su specifiche strutture neurali. Quando un paziente riceve un trattamento di agopuntura, può sperimentare una sensazione chiamata deqi; le analisi mostrano che in tal modo si disattivano determinate aree del cervello che sono associate con il meccanismo del dolore. Il dr Hugh MacPherson del Gruppo di ricerca sulla Medicina Complementare nel Dipartimento dell’Università di Scienze della Salute, dice:
Questi risultati forniscono la prova scientifica oggettiva che l’agopuntura ha effetti specifici all’interno del cervello che si spera porterà ad una migliore comprensione di come funziona l’agopuntura. Il neuro-ricercatore dr. Aziz Asghar, della York Neuroimaging Centre alla Hull York Medical School, aggiunge: I risultati sono affascinanti. Se tali disattivazioni sono il meccanismo di base o contribuiscono all’effetto terapeutico dell’agopuntura è una possibilità molto interessante.
L’esigenza di una interpretazione scientifica occidentale delle cuti-stimolazioni (CS) orientali agopunturali ha determinato lo studio dei fenomeni neurochimici e neuroreflessologici indotti dagli Ago Punti e dai Meridiani di Agopuntura. In un primo tempo l’interpretazione occidentale fu di tipo meccanicistico, basata solo sulla teoria del riflesso nervoso segmentario o plurisegmentario modulato a livello della Sostanza Reticolare e con componenti talamo-corticali. In un secondo tempo, con l’evoluzione della Neurologia nell’ultimo ventennio, si misero a fuoco meccanismi di tipo neurochimico. In tempi più recenti, grazie al perfezionamento delle conoscenze sui neuro-modulatori, sui neurotrasmettitori, sulle endorfine e nelle neuroscienze, un ulteriore salto di qualità è stato determinato con la concezione del Super Sistema P.N.E.I. o Psico Neuro Endocrino Immunitario. Questa concezione permette un approccio razionale alle antiche teorie della Medicina Tradizionale Cinese (M.T.C.). L’organismo riprende così la sua unitarietà completa, in tutta la sua dignità di Essere Totale, unitarietà che emerge dall’antichissima MTC ed è consona ai dati della moderna Medicina sperimentale.
L’unitarietà è resa possibile dai molteplici collegamenti: nervosi, bioumorali, bioenergetici dell’organismo. Una visione scientifica del problema degli effetti delle Cuti Stimolazioni (CS) sull’organismo comporta differenze del punto di partenza e delle procedure. Il punto di vista scientifico moderno non è olistico per definizione e per necessità. È materialmente impossibile fare una ricerca verificando più di una variabile per volta. L’effetto energopsicosomatico delle CS è determinato da un numero incalcolabile di variabili inferenziali, vi è l’impossibilità di esaminarle una alla volta. Ogni indagine scientifica sarà perciò riduzionistica perché deve isolare la variabile da indagare, deve mettere a punto un modello sperimentale con cui studiare la variabile in esame, deve impiegare una metodologia valida (doppio cieco, randomizzazione, scale analogiche), deve scegliere unità di misura congrue ed il metodo statistico atto alla valutazione.
Questo vale anche le CS. L’indagine sulle basi neurobiologiche delle CS riporta alla moderna neurofisiologia. Si definisce per riflesso una risposta effettrice stereotipata con base anatomofunzionale limitata. Esistono riflessi segmentari, plurisegmentari e complessi, a notevole integrazione centrale. Interessanti sono anche le ricerche scientifiche sulla realtà degli ago punti. La ricerca moderna dell’esistenza di una entità anatomica peculiare degli Ago Punti (AP) si può così sintetizzare:
- Da osservazioni su cadaveri (Ciszek 1985) furono osservati, nei tessuti sottostanti gli A.P. terminazioni nervose libere, recettori sensoriali, vasi di grosso calibro, legamenti, tendini e guaine articolari (Dung 1984).
- In corrispondenza degli A.P. è verificabile una minore resistenza elettrica cutanea ed una aumentata conduttanza elettrica (Niboyet 1980, Chan 1984, Reichmanis 1975)
- Anche le “vene perforanti” avrebbero importanza nei meccanismi riflessi delle CS (Plummer 1979)
- Chan (1984) ha osservato che 152 dei 309 P. classici sono in corrispondenza di un tronco nervoso e 260 sono in corrispondenza di grossi vasi.
- Niboyet (1980) ha messo in rilievo i fasci neuro vascolari ascendenti verso l’epidermide confermando gli studi di Heine (1987,88)
- Chang Hsiang Tung (1978) indica nelle fibre II e III come più attive nella conduzione dello stimolo riflesso, Lu Guowei (1986) indica le fibre III, Pomeranz (1987) e Chen Longshun (1986) indicano le fibre dei gruppi III e IV, conferme a questi ricercatori provengono da Yan e Zonglian (1989). Questa serie di sperimentazioni farebbe ipotizzare che le CS stimolerebbero sia meccanorecettori cutanei ad alta soglia ed a lento adattamento che propriorecettori muscolari tra i quali i fusi neuromuscolari.
Tornando al tema della verifica scientifica va riconosciuto che gli studi che valutano l’efficacia richiedono adeguati controlli, randomizzazione doppia cecità e dettaglio descrittivo per la replicabilità. La ricerca clinica sull’agopuntura spesso non ha seguito questa metodologia ed i protocolli di studio variano fortemente da Autore ad Autore. Tali studi possono mancare di gruppo di controllo, di adeguate misure dell’outcome, delle analisi statistiche o del follow up a lungo termine. Gli studi con terapie manuali hanno difficoltà intrinseche nella progettazione con controlli con placebo e con la doppia cecità. Tuttavia definire l’agopuntura intrinsecamente non in grado di essere vagliata sotto il profilo scientifico è davvero eccessivo. Prima delle validazioni scientifiche più recenti (dell’NHI, della British Medical Accademy e British Medical Society, ad esempio), studi di buon livello scientifico avevano dimostrato l’efficacia dell’agopuntura nel trattamento del dolore sia somatico che viscerale. I lavori più interessanti prodotti nel periodo 1975-1995, hanno riguardato il dolore cronico idiopatico, il dolore lombare cronico, il dolore viscerale nocicettivo, il dolore post-operatorio. Secondo questi studi i parametri di agopuntura che influenzarono l’outcome sono:
- Sito di Inserzione dell’ago: è ottimale la combinazione di aghi infissi localmente nei campi recettivi segmentali e di aghi infissi distalmente nei miotomi e dermotomi, pertanto sia nei segmenti origine del dolore che in altri segmenti.
- Intensità della Stimolazione: il dolore diminuisce con ogni inserzione superficiale o con una stimolazione profonda del punto, ma più pazienti rispondono a quest’ultima.
- Scelta del Tempo d’intervento: L’agopuntura preventiva per estrazioni dentarie aumenta il dolore postoperatorio ed il consumo di analgesici. Per contro, il trattamento della dismenorrea cronica episodica con l’agopuntura una settimana prima della mestruazione riduce il dolore ed il consumo di analgesici.
- Modalità di Stimolazione: Il dolore cronico nocicettivo muscolo-scheletrico è ridotto da una stimolazione elettrica a bassa frequenza. La stimolazione periostale ha l’effetto maggiore sul dolore nocicettivo viscerale della dismenorrea, sebbene, anche, altri metodi di agopuntura e di TENS a bassa frequenza riducano il dolore.
Questi studi dimostrarono inoltre che in mani capaci ed eseguita da medici qualificati l’agopuntura è quasi priva di effetti indesiderati e ben accettata dal paziente. Va detto per inciso che anche ricerche recenti confermano l’efficacia e la sicurezza dell’agopuntura sia manuale che con elettro-stimolazione nel dolore cronico nocicettivo. A tal proposito vanno sottolineate le recenti conclusioni di un gruppo di esperti:
Molti specialisti sostengono che i pazienti non traggono benefici quando gli aghi sono inseriti vicino alla zona che duole, ma piuttosto nei punti del corpo indicati delle carte dell’agopuntura tradizionale cinese. L’opinione attuale è che sono necessari altri studi per definire quali condizioni di dolore e quali pazienti possono essere aiutati dall’agopuntura. Nel frattempo è certamente sensato provare l’agopuntura per alcuni tipi di dolore.
È questa la conclusione recente di review importanti sulla lombalgia e sull’emicrania, condizioni che da sole giustificherebbero l’impiego dell’agopuntura su qualcosa come 19 milioni di italiani.
Volendo concludere questa parte relativa all’analgesia agopunturale, va ricordato che le ampie e documentate ricerche pubblicate su PAIN nella prima metà degli anni 80 (Lewith G.T.et al., 1983; Dowson D.et al., 1985) dimostrano che, nel trattamento del dolore cronico, l’agopuntura ha un indice d’efficacia che oscilla fra il 55% e l’80%, pertanto ben al di sopra dell’effetto placebo. Le ricerche sul meccanismo d’azione iniziano negli anni settanta e dimostrano che l’analgesia prodotta dall’ agopuntura si deve alla liberazione di oppioidi endogeni (Nguyen V.N. et al., 1984), con significative differenze rispetto a metodiche suggestive come l’ipnosi. Lo studio a tutt’oggi più interessante resta quello di Lung et al., che dimostrò, nei ratti, che l’analgesia agopunturale è Trasmissibile da un animale all’altro mediante circolazione crociata ed è inibita da farmaci che bloccano i recettori endorfinici. Gli studi sperimentali condotti negli anni ottanta hanno permesso di dimostrare, poi, che l’agopuntura agisce attraverso il rilascio di vari mediatori e che essa eleva la soglia di trasduzione nocicezione-dolore a vari livelli (Tiengo M., 1997):
- spinale
- mesencefalico
- ipotalamico-talamico-epifisario
A partire dalle classiche osservazioni di Sjolund è stato possibile stabilire che:
- La stimolazione manuale o elettrica a bassa frequenza (inferiore a 2 Hz) produce analgesia bloccata dal naloxone e pertanto di tipo oppioide (recettori μ)
- La stimolazione elettrica ad alta frequenza (superiore a 2 Hz) determina analgesia mediata dalle monoamine ed è potenziata dalla somministrazione di agonisti della serotonina.
Circa la frequenza e l’intensità dell’elettro-stimolazione agopunturale i dati sperimentali dimostrano un’azione fugace ma rapida per le alte frequenze e lenta e persistente per le basse frequenze ed alte intensità (Karavis M., 1995). L’elettro agopuntura è in grado, in base ad intensità e frequenza, di modulare rilascio differenziato, a livello del sistema nervoso centrale, di Dinorfina ed Enkefalina. Un’ampia review su una serie di ricerche su modelli animali è stata pubblicata quattro anni fa. Si è anche potuto documentare che è importante, nell’analgesia con puntura semplice ed elettro stimolata, usare sia punti segmentali (puntura del punto locale dolente) che extra segmentali (a distanza dalla zona dolorosa), al fine di produrre il massimo controllo in sede non solo spinale ma mesencefalica ed ipotalamica. Il punto di vista attuale di molti esperti della terapia del dolore è che l’agopuntura intervenga sia nella veicolazione afferente dello stimolo nocicettivo, che nell’attivazione del sistema discendente d’inibizione, e che, ancora, sia efficace a livello della modulazione dei mediatori periferici del dolore e della flogosi. La contro irritazione riflessa con aghi produce uno stimolo nocivo il quale, paradossalmente, determina un’azione analgesica.
Una recente ricerca presso l’Istituto di MTC dello Jiangxi dimostra che in oltre il 60% dei casi, l’indicazione di un ago punto è correlato con metameri contigui che spiegano, in chiave neurofisiologica, l’azione specifica dei punti in questione. Un analogo risultato era stato raggiunto da un’unità di ricerca dell’Università di S. Paolo del Brasile. L’effetto dipende dalla localizzazione e dalla durata dello stimolo, dalle condizioni ambientali e dallo stato comportamentale. Anche se i dati sono ancora contraddittori, sembra che l’agopuntura nel dolore sia in grado di agire sia su nocicettori unimodali, cioè sensibili selettivamente a stimoli meccanici o termici, sia su quelli polimodali, capaci cioè di rispondere a più di uno stimolo, come ad esempio:
- stimoli termici (nocicettori cutanei e viscerali)
- meccanici (nocicettori della cute, n. intestinali, n. mesenterici, n. meningei)
- chimici (ubiquitari e sensibili a pressioni parziali di O2 e CO2, KCl, H+ serotonina, acetilcolina, bradichinina, PgE2, sostanza P).
Uno studio molto interessante con ampia review è stato prodotto nel 1990 da Vibes J., presso il Laboratorio di Biologia Applicata dell’Università di Tolosa, in Francia ed ha dimostrato che l’agopuntura semplice o con elettro-stimolazione:
- Agisce soprattutto sulle fibre mieliniche di tipo Aδ
- Incrementa principalmente i livelli di endorfine nel grigio periacqueduttale (PAG)
- Aumenta il rilascio di dinorfina a livello del midollo spinale.
Questi dati attestano che l’agopuntura eleva a vari livelli la soglia di sensibilità dolorifica e con azioni differenziate, che da un lato riduce la percezione nocitettiva, dall’altro inibisce i riflessi, ad esempio muscolari, prodotti da corticicuitamenti spinali.
Praticamente non esistono limiti all’impiego dell’agopuntura, se si escludono patologie che hanno una stretta indicazione chirurgica. Si puo comunque affermare che il campo piu favorevole per l’agopuntura sono le patologie di carattere funzionale, patologie che non hanno ancora creato delle alterazioni a livello degli organi. Questo non esclude comunque l’uso dell’agopuntura in tali patologie, come ad esempio l’artrosi. Le varie azioni dell’agopuntura come quella antidolorifica, antinfiammatoria e decontratturante della muscolatura possono contribuire a un sensibile aumento della qualità di vita diminuendo il dolore e ripristinando la funzionalità degli organi colpiti, anche senza portare a una guarigione completa.
L’agopuntura si adatta in modo particolare alla cura di malattie che comportano dolore e che riguardano l’apparato muscolo-scheletrico. Riequilibrando l’organismo e rifornendo energia al medesimo l’agopuntura può essere potenzialmente utilizzata in qualsiasi condizione patologica. L’agopuntura come medicina tradizionale è riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L’agopuntura ha la potenzialità per curare svariate patologie della medicina occidentale.
Le patologie per cui l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) indica l’uso dell’agopuntura in 43 campi in particolare modo:
- Patologie ortopediche: artrosi, tendiniti, ginocchio doloroso, anca dolorosa, spalla dolorosa distorsioni, stiramenti, lombalgie, sciatalgie, cervicalgie.
- Patologie ginecologiche: dolori mestruali, disordini mestruali, vaginiti, vaginosi, disfunzioni sessuali, disturbi da menopausa, feto podalico, nausea gravidica.
- Patologie gastroenterologiche: gastrite, colon irritabile, diarrea, stipsi.
- Patologie neurologiche: cefalea, depressione, crisi da panico, ansia.
- Patologie andrologiche: disfunzione erettile, eiaculazione precoce.
- Patologie otorinolaringoiatriche: acufeni, disturbi della salivazione.
- Patologie dermatologiche: acne, psoriasi.
Inoltre è particolarmente indicata per coloro che desiderano smettere di fumare, dimagrire in modo naturale e seguendo un regime alimentare corretto. Può essere utile anche per combattere stati di stress provocati dalla vita contemporanea.
CEFALEE
L’agopuntura può eliminare il mal di testa, ma non sempre può eliminare le cause del mal di testa. La cefalea può essere di origine vasomotoria, può essere causata da artrosi, sinusite, e ancora da un’otite o da un glaucoma; può essere una cefalea da tensione Psico-Muscolare oppure da artrite temporo-mandibolare. Una cefalea di questi tipi potrà essere curata con efficacia dall’agopuntura; così come quando essa si manifesta in pazienti sofferenti di fegato e di stomaco, in cui il mal di testa è la conseguenza di questi mali. Ma in altri casi (ipertensioni craniche, tumori endocranici, fattori infiammatori acuti, denti inclusi, anomalie respiratorie, nasali etc.) si rivelerà inutile, e sarà purtroppo necessario rivolgersi al chirurgo.
DOLORI VERTEBRALI, ARTICOLARI, MUSCOLARI
I dolori della colonna vertebrale sono in genere causati da processi di artrosi (artrosi cervicali, toraco lombari, sacrali). Quando questa è la causa del dolore, soprattutto nei casi iniziali e nei soggetti giovani, altissima è la percentuale di guarigione (e quindi non soltanto di eliminazione del dolore), soprattutto se l’agopuntura viene associata a terapie fisiche appropriate (chiroterapia, fisioterapia ginnastica riabilitativa). Lo stesso discorso vale ovviamente, oltre che per la colonna vertebrale, anche per le articolazioni periferiche: spalla, gomito (epicondilite o gomito del tennista), mani, anche, ginocchia, piedi, etc. Abbiamo accennato all’alta percentuale di successo dell’agopuntura per i casi iniziali di artrosi; anche nei casi di gravi alterazioni artrosiche l’agopuntura può trovare una notevole indicazione, se non altro perché determina una diminuzione più che sensibile dei dolori, a volte insopportabili, e perché di conseguenza evita al paziente l’assunzione di farmaci che spesso hanno, come è noto, nocivi effetti collaterali. Ancora un’osservazione. Molto spesso alle lesioni artrosiche si associano dolori muscolari, quelli che in termini scientifici si definiscono mialgie. Anche questi dolori sono trattabili con successo dall’agopuntura.
NEVRITI
Spesso a lesioni artrosiche vertebrali sono associate le nevriti: cioè irritazioni e infiammazioni delle radici nervose, con conseguenti dolori periferici. Le nevriti più comuni sono le brachialgie, che provocano dolori agli arti superiori, con diminuzione della sensibilità (e quindi talvolta della stessa capacità lavorativa). Queste nevriti sono trattabili con buoni risultati dall’agopuntura; così come le precordialgie, che provocano fastidiosi dolori a livello toracico arrivando spesso a simulare addirittura disturbi cardiaci. L’artrosi lombo-sacrale o le discopatie inter-vertebrali sono nella maggior parte dei casi responsabili di dolori agli arti inferiori (sciatalgie), di disturbi nel camminare e nel muoversi, e di facile sanabilità degli arti inferiori. Anche questa patologia rientra nelle indicazioni terapeutiche dell’agopuntura. Ernia del disco; i neurochirurghi e gli ortopedici intervengono chirurgicamente nel 10% di questa patologia. Nel restante 90% l’agopuntura può essere di valido aiuto per un recupero totale del paziente. Un discorso a sé meritano poi le nevriti virali e cosiddette “essenziali”, tra le quali vanno citate almeno le nevralgie del trigemino, di difficile individuazione diagnostica, e le nevriti post-erpetiche. In questi casi l’agopuntura può essere di notevole aiuto, a volte con esiti persino clamorosi: ma va detto, con onestà, che i risultati terapeutici in questo campo, specie nel caso di nevriti post-erpetiche, non possono essere considerati sempre sicuramente positivi e pertanto si preferisce associare all’agopuntura altre terapie specifiche.
DOLORI POST-TRAUMATICI
Quando le ossa, i muscoli o i tendini subiscono un trauma (una frattura, uno strappo, etc.), anche se guariscono perfettamente da un punto di vista organico, possono mantenere una sintomatologia dolorosa. Proprio nel caso di postumi di fratture, di lussazioni, di distorsioni, di stiramenti o strappi muscolari, di stiramenti tendinei, l’agopuntura associata alla fisioterapia trova notevole applicazione per un completo ripristino funzionale.
PSICHIATRIA
Numerose recenti pubblicazioni scientifiche, basate su ripetute esperienze cliniche, dimostrano che l’agopuntura trova un’ampia applicazione nelle sindromi ansioso-depressive (e in certi casi di psico-astenia): in quelle forme di malattie cioè genericamente conosciute sotto il nome di esaurimento nervoso. Allo stesso modo, notevoli successi si hanno nel controllo di particolari condizioni di stress e nel trattamento dell’insonnia. L’agopuntura, da sola o associata ad altre terapie, offre inoltre risultati efficaci nel trattamento di disassuefazione da fumo, da alcolici e, in alcuni casi, da droghe: nei casi meno gravi la cura per agopuntura si può effettuare a livello ambulatoriale, mentre in quelli più gravi richiede il ricovero in ospedale. Esclusivamente in ambiente ospedaliero è possibile, in associazione alle usuali terapie mediche, il trattamento con agopuntura dei casi più gravi di patologia psichiatrica.
STOMATOLOGIA E ODONTOIATRIA
In queste specialità l’agopuntura può trovare poche applicazioni: viene infatti soprattutto impiegata per il trattamento dei dolori orali e degli stati infiammatori. Dopo l’intervento dello specialista per la terapia specifica, l’agopuntore potrà ottenere buoni risultati in caso di stomatiti, di dolori dentari, soprattutto in quelli che seguono a un’estrazione, di bruciori gengivali, delle già citate nevralgie del trigemino, delle algie della faccia e delle cefalee causate da artrite temporo-mandibolare.
OTORINOLARINGOIATRIA
Numerose sono invece le malattie trattabili con agopuntura nel settore otorinolaringoiatrico. Le riniti di qualsiasi origine traggono un indiscusso beneficio da questa terapia, soprattutto quando sono croniche o di origine vasomotoria. Un notevole successo terapeutico ha l’agopuntura per le sinusiti mascellari e frontali. L’azione anti-infiammatoria e vasoattiva a livello delle mucose sinusali, come per la mucosa nasale, favorisce infatti una guarigione completa anche in molti casi cronicizzati. Lo stesso discorso vale per le otiti catarrali acute e croniche: l’agopuntura può intervenire positivamente, nelle prime in associazione alla terapia medica, nelle seconde anche da sola. Buoni risultati si hanno pure nelle malattie croniche delle prime vie aeree superiori: laringiti, faringiti, tonsilliti possono essere curate con successo dall’agopuntura, che interviene con risultati positivi anche nel caso di vertigini, sintomo di molte affezioni dell’orecchio. A parte invece vanno considerati i problemi della sordità. Esistono numerose pubblicazioni cinesi o occidentali favorevoli all’uso dell’agopuntura nel trattamento della sordità: tuttavia, la nostra esperienza diretta e le tecniche eseguite e promosse dall’Istituto Italiano di Agopuntura, ricerche seguite da specialisti audiologi, hanno dimostrato una inefficacia del metodo per un ripristino totale o per un miglioramento notevole della sintomatologia, mettendo in luce come solo in una piccola percentuale dei casi (2-3%) si possa avere un relativo miglioramento temporaneo. Se l’agopuntura non risulta efficace nel trattamento della sordità, essa è tuttavia utile per altri disturbi dell’udito. Così nei casi di ronzii auricolari (acufeni) e di altre manifestazioni caratterizzate da rumori fastidiosi, soprattutto quando questi disturbi siano di origine vascolare.
APPARATO RESPIRATORIO
Nelle bronchiti croniche e nelle asme bronchiali essenziali, l’agopuntura può essere adoperata con successo.
APPARATO DIGERENTE
E’ noto che quasi tutte le malattie funzionali dell’apparato digerente sono il risultato di alterazioni psicosomatiche: e questo è il campo nel quale l’agopuntura trova il suo massimo impiego. L’azione sedativa dell’agopuntura, unita alla sua azione analgesica e anti-vagale, porta dunque benefici concreti nel trattamento di molte comuni malattie dell’apparato digerente: gastriti e ulcere gastroduodenali, colecistiti alitiasiche e coliti, giungendo spesso, in molti casi, alla completa guarigione.
OCULISTICA
Congiuntiviti e retiniti possono trarre notevole vantaggio dall’uso dell’agopuntura in associazione alla terapia medica. In molte delle cosiddette miopie giovanili (pseudo-miopie) l’agopuntura può avere risultati clamorosi, caratterizzati spesso da un recupero totale delle funzioni normali dell’occhio.
ALLERGIE
In molti casi di allergie, indipendentemente dalla causa o del sintomo (riniti allergiche, asme, dermopatie, etc.) l’agopuntura può essere di valido aiuto, riducendo la risposta esagerata dell’organismo e in certi casi, specie nei bambini, ristabilendo una normale reattività agli allergeni, portando a guarigione definitiva.
GINECOLOGIA
In campo ginecologico l’agopuntura trova applicazione soprattutto nella terapia del dolore dovuto a cause non specifiche: si trattano cioè con successo i dolori alle mammelle (mastodinie), i dolori mestruali (dismenorrea), i dolori pelvici (pelvi-dinie). Oltre a ciò l’agopuntura può registrare successi nel trattamento di alcune alterazioni funzionali, quali l’amenorrea e mancanza del ciclo o certe forme di infiammazione ovarica, di sterilità e le mastopatie fibrocistiche.
APPARATO GENITO-URINARIO
Spasmi vescicali e uretrali, infiammazioni prostatiche insieme a certe forme di impotenza e frigidità (soprattutto di origine psicogena), possono essere trattate con successo. Notevoli risultati si hanno nel trattamento dell’enuresi notturna.
APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO
Nelle malattie cardiache l’agopuntura trova poche applicazioni cliniche, limitandosi a dominare certe forme di aritmie (cardiopalma) dovute a particolari stati di emotività e di ansia. E lo stesso discorso vale per quanto riguarda alcune forme di angina pectoris funzionale. A livello dell‘apparato circolatorio, in certe arteriti quali il morbo di Reynaud o il morbo di Burger, l’agopuntura può intervenire con un’azione vasodilatatoria che non solo migliora le condizioni circolatorie locali, ma porta a una scomparsa dei dolori agli arti caratteristici di queste affezioni. Per la stessa ragione alto è il beneficio di questa terapia nel trattamento delle emorroidi.
MEDICINA ESTETICA
Recenti ricerche hanno dimostrato che l’agopuntura può essere applicata con notevole successo anche nel campo della medicina estetica. E’ infatti possibile arrivare ad apprezzabili risultati sostituendo questa forma terapeutica al cosiddetto “lifting” chirurgico, ridonando freschezza alla pelle del viso ed eliminando le rughe al loro apparire, prima che si accentuino in modo evidente. Il principio su cui si fondano questi risultati risiede nel miglioramento, mediante l’agopuntura, della circolazione locale e nel rilassamento della muscolatura sottostante.
L’ANESTESIA PER AGOPUNTURA
I Cinesi da oltre 30 anni hanno messo a punto e impiegato con successo l’azione antidolorifica dell’agopuntura per sottoporre pazienti a interventi chirurgici che vanno dalla semplice tonsillectomia a interventi del cuore. Nel mondo occidentale viene denominata analgesia (assenza di dolore) o ipoalgesia (diminuzione del dolore). È una tecnica messa a punto dai Cinesi per sopperire alla mancanza di tecnologie anestesiologiche e di personale specializzato. In Occidente, grazie ai progressi compiuti dalla moderna anestesiologia, non è necessario ricorrere all’analgesia per agopuntura in chirurgia, se non in rari casi: allergia a ogni tipo di farmaco, gravissime condizioni cardiocircolatorie, respiratorie e renali. L’analgesia per agopuntura trova pertanto una sua indicazione, da sola o combinata con farmaci, nell’intento di evitare le complicazioni che facilmente insorgono nel caso di pazienti particolarmente delicati.
FONTI:
- http://www.agopuntura.it
- http://www.agopuntura-fisa.it
- http://www.agopuntura.to.it
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